https://www.flcgil.it/@3894760
Una sforbiciata mirata per non uccidere la ricerca italiana
Coinvolti i presidenti degli enti nella riorganizzazione
15/08/2012
La Stampa
FLAVIA AMABILE
ROMA
Alla fine non si è stupito o amareggiato nessuno delle parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dell’auspicio che si «valutino attentamente le finalità e la specifica condizione finanziaria di ciascun ente». In questi giorni i presidenti degli enti di ricerca sono in vacanza ma ognuno di loro sa bene di avere un compito da svolgere. Tutto deve essere pronto a settembre quando il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, li incontrerà di nuovo tutti per capire dove e come si deve intervenire. Il giorno esatto della convocazione sarà deciso al rientro dalle ferie.
La macchina dei tagli agli enti di ricerca è in moto e cancellare i tagli per il 2012 è stato solo un atto di fiducia da parte del governo (peraltro a costo zero) nei confronti del ministro Profumo che ha accettato di pagare come ministero il costo della cancellazione dei tagli per il 2012 ma ha preteso in cambio dai presidenti degli enti una relazione dettagliata sugli interventi che comunque dovranno essere realizzati. La differenza è sostanziale: se ad intervenire non è un qualsiasi ministero o commissario incaricato che arriva con un tratto di penna a tagliare a casaccio qui e lì c’è qualche probabilità di non uccidere totalmente la ricerca italiana.
Questa è la sfida lanciata dal ministro a luglio ai presidenti degli enti di ricerca durante il primo incontro. L’atmosfera era propizia: la ricerca - in genere poco considerata - aveva appena portato a casa un ottimo risultato con la partecipazione dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare alla scoperta del Bosone di Higgs: i capi di cinque delle sei divisioni del Cern di Ginevra dove è avvenuta la scoperta sono italiani.
Forse in tempi diversi la tabella dei tagli sarebbe anche passata, ma il giorno dopo i complimenti del presidente Napolitano all’Infn per il successo internazionale era parso davvero uno schiaffo esagerato persino per un Paese disattento come l’Italia.
Quella che ventiquattro ore prima era stata celebrata come la punta di eccellenza della ricerca italiana veniva punita con un taglio delle dotazioni del 3,78% nel 2012 (-9,1 milioni di euro), del 10% nel 2013 e nel 2014, con una riduzione annua di 24,3 milioni di euro.
Un po’ meno venivano colpiti altri enti ma in totale si trattava di circa 30 milioni per il 2012 e 51 per il 2013 e il 2014. Il ministro Profumo ha riunito i dodici presidenti degli enti che fanno capo al Miur e ha fatto capire che il rinvio dei tagli del 2012 era solo momentaneo, che «una riorganizzazione sarà indispensabile». E quindi a settembre ognuno dovrà presentarsi con una proposta a saldi invariati rispetto alle richieste del governo..
Le sacche di sprechi sono molte, e lui lo sa avendo con la ricerca un lungo rapporto da ex rettore del Politecnico di Torino e poi da presidente del Cnr. Alcune cifre le ha già ricordate nei giorni caldi degli incontri di luglio. «Per la sola ricerca sprechiamo ogni anno 500 milioni di euro: per ogni euro conferito all’Europa le nostre aziende e istituzioni riportano 60 centesimi di contributi. Gli inglesi ne ricavano un euro e 40 centesimi, gli olandesi 1,3, i belgi altrettanto, gli austriaci 1,4».
Gli interventi, ha spiegato, dovranno seguire un principio molto semplice: «La cosa pubblica deve essere un po’ gestita come la nostra famiglia. Nei momenti di difficoltà prima di tutto si spengono le luci, non si lasciano accese, anche se i nostri figli qualche volta le dimenticano. E noi dobbiamo insegnare loro ad andare avanti in questa direzione».
Il ministro ha anche fatto alcuni esempi concreti: «E’ possibile che il Cnr abbia 440 sedi? E che ci siano anche sedi con 3 ricercatori? Questo ente paga 20 milioni in affitti soltanto a Roma».
Ma lo stesso vale per gli altri enti. «Esistono moltissime duplicazioni e situazioni anomale». La sfida del ministro Profumo è trovare il modo per eliminare sovrapposizioni, sprechi e situazioni anomale senza toccare la capacità di fare ricerca. Non è poco. Ci riuscirà?