Una rivoluzione nella scuola Test per tutti, dati pubblicati
La relazione inviata al Consiglio di Stato. Esaminatori anche dall’esterno
Flavia Amabile
Arriva la rivoluzione nella valutazione delle scuole e una parte dei sindacati insorge. La procedura è appena agli inizi: ieri il consiglio dei ministri ha effettuato la prima lettura del regolamento messo a punto dal Miur. Il testo dovrà poi ottenere il via libera del Consiglio di Stato, delle commissioni competenti e poi tornare a Palazzo Chigi per la lettura definitiva e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Il regolamento è formato da sette articoli e una condizione più volte ripetuta nel testo: non ci sarà alcun aggravio di spese, il nuovo apparato sarà varato a risorse invariate. È chiaro quindi che le parti sociali abbiano immediatamente fatto sentire la loro voce per chiarire che si tratta di una soluzione che non può essere approvata così com’è, senza premi o incentivi, senza un solo euro in più per affrontare la nuova mole in arrivo nelle scuole.
Il regolamento prevede la nascita del Sistema nazionale di valutazione formato dall’Invalsi, dall’Indire e da un nucleo di ispettori interni al Miur ma anche esterni, reclutati dalla società civile, dal mondo delle università, degli enti di ricerca, delle associazioni professionali.
Almeno ogni tre anni il ministro dell’Istruzione dovrà indicare le priorità «strategiche» della valutazione del sistema educativo. Nella sede dell’Invalsi verrà insediata una conferenza di coordinamento del nuovi Sistema di valutazione. Anche in questo caso a costo zero. L’Invalsi avrà il compito di fare da capofila e coordinare l’intero sistema, definendo il programma delle visite nelle scuole, gli indicatori di efficienza e di efficacia sulla base dei quali le scuole verranno valutate. L’Indire si occuperà della ricerca, innovazione e formazione mentre gli ispettori effettueranno le valutazioni e le visite nelle scuole.
Per le scuole il processo prevede innanzitutto l’autovalutazione, quindi una valutazione esterna, la messa a punto di miglioramenti per aumentare le loro performances e la pubblicazione e la diffusione dei risultati raggiunti. Per la prima volta si analizzerà il valore aggiunto degli istituti, ovvero il grado di miglioramento conseguito dagli studenti fra l’ingresso e l’uscita da una data scuola.
Ieri il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo in una lettera di auguri per le vacanze inviata a tutti quelli che lavorano o hanno a che fare con il mondo della scuola, ha avvertito tutti: «Il nostro programma di azione nei prossimi mesi è quasi temerario, se si pensa alle fragilità del nostro Paese. Eppure sono certo che esso è alla nostra portata. Troppo spesso infatti le fragilità italiane sono invocate come alibi e non, invece, usate come stimolo a fare di più e con maggior impegno. E’ nella storia del nostro Paese sia la prima sia la seconda possibilità. Noi scegliamo la seconda!»
Nella lettera non c’è un riferimento esplicito alla rivoluzione della valutazione in arrivo ma di sicuro si tratta di una sfida «temeraria» a giudicare dalle prime reazioni. Il sottosegretario del Miur Marco Rossi Doria sul suo blog ha difeso la riforma in arrivo ma sostenendo una posizione di apertura a eventuali modifiche e quindi di «proseguire la discussione su quali siano gli strumenti e le modalità più adatte».
Critici alcuni sindacati. Domenico Pantaleo, segretario della Flc-Cgil chiede «partecipazione, coinvolgimento, condivisione di tutti i soggetti».«Nulla di tutto questo - aggiunge emerge dalla bozza di regolamento che, in ossequio alle peggiori tradizioni del nostro paese, viene calendarizzata per un primo esame del consiglio dei ministri a ferragosto. Un passaggio così delicato non può essere elaborato nel chiuso delle stanze senza un reale confronto con il mondo della scuola. E la distanza con il mondo dell’istruzione è evidentissima dai contenuti della bozza». Favorevole la Cisl-Scuola che chiede maggiore celerità: «Con una settimana di ritardo rispetto a quanto era stato annunciato nell’incontro con i sindacati, lo schema di regolamento sul sistema di valutazione della scuola approda al consiglio dei ministri, che tuttavia lo legge ma ne sospende l’approvazione. Strano modo di procedere, anzi, di non procedere, e viene da chiedersi per quali ragioni. Noi non ne vediamo di serie ».