Una palma per gli ultimi
di Tullio De Mauro
Come fa dal 1981, Le Monde ha pubblicato (30 marzo) la classifica, il palmarès, dei licei francesi. Comprende i cento migliori licei generalisti e i cento migliori licei professionali. Ogni scuola ha un punteggio complessivo che somma i punteggi ottenuti secondo indicatori che si sono precisati nel tempo e ora sono quattro, proposti dal ministero dell’educazione.
Il primo è dato da percentuale e voti di allievi e allieve che hanno superato felicemente l’esame finale, il bac o baccalauréat. Il secondo indicatore assegna punteggi più alti ai licei che alla fine del primo anno del ciclo escludono il minor numero possibile di allievi definiti “più fragili”. Il terzo criterio va nella stessa direzione: i punteggi più alti toccano alle scuole che accettano allievi ripetenti che l’anno prima non hanno superato il bac. Infine il quarto criterio va ancor più alla sostanza: i punteggi più alti sono assegnati alle scuole che portano al bac la percentuale più alta di allievi in condizione di svantaggio sociale.
La capacità di inclusione, dunque, è costitutiva del merito di una scuola non meno della capacità di far ottenere bei voti agli allievi. Si fa strada anche in Francia la lezione che viene dai paesi con i migliori sistemi scolastici. Per ricordarlo ancora, in Giappone, Corea del Sud, Finlandia e Paesi Bassi i diplomati dei licei nei test internazionali di confronto presentano i migliori risultati del mondo, in alcuni casi superiori perfino a quelli dei laureati italiani