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"Una palese discriminazione la Consulta la boccerebbe"

Coro di no tra insegnanti e presidi: assurda la contrapposizione geografica

15/06/2011
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la Repubblica

Marina Cavallieri

ROMA - La proposta della Lega scatena polemiche, divide gli insegnanti, acuisce le contrapposizioni, ma nessuno alla fine sembra veramente credere che si realizzerà. Scettici i sindacati, stanchi i professori. A nord e a sud. «L´emendamento della Lega ha il solo obiettivo di scoraggiare i precari meridionali, inseriti nelle graduatorie ad esaurimento a trasferirsi nelle province del nord, dove ci sono più posti a disposizione», dice Corrado Baracchetti, della Cgil scuola Lombardia. «Il "bonus" di 40 punti dato a coloro che avessero deciso di restare "a casa loro" rappresenta una volgare e travestita discriminazione. Sapendo che oggi, regioni come la Lombardia assorbono oltre il 25% di precariato, la continuità non c´è nei fatti».
Il provvedimento però divide. «Le possibilità di lavoro per chi non è abilitato si riducono sempre di più, per questo vedo tra i miei colleghi che anche chi non è favorevole tende a pensare che così sarà più protetto», dice Serenthà Madaleine, insegnante di sostegno, precaria di 37 anni, che lavora a Macherio, provincia di Monza e Brianza. «La stabilizzazione nella scuola però non si risolve così, nessuno parla più dell´unico criterio che andrebbe usato: il merito, nonostante i tanti proclami della Gelmini».
Le graduatorie al nord sono sempre state più vuote, al sud più affollate. Ecco perché c´è sempre stato un fisiologico trasferimento al nord d´insegnanti. «Il trasferimento di docenti dal sud al nord è strutturale», dice Mario Rusconi, preside del liceo Newton di Roma e vicepresidente dell´associazione nazionale presidi. «Questi provvedimenti pseudo stabilizzanti nascono da altri motivi. Per risolvere la questione della stabilità in verità basterebbe imporre il vincolo di stare cinque anni in una scuola. I trasferimenti sono necessari, per esempio ci sono 3000 scuole senza presidi, molte le cattedre vuote in Lombardia, l´idea di fare gabbie di graduatorie è irreale». Tra insegnanti e sindacalisti c´è molto scetticismo, perplessità ma soprattutto c´è il timore che se passasse l´emendamento sarà chiamata a dire l´ultima parola la Corte Costituzionale. «Il provvedimento della Lega rischia l´incostituzionalità, le questioni della scuola non le può risolvere la magistratura, vanno gestite prima con regole chiare», spiega Francesco Scrima, segretario della Cisl Scuola, «quelli che sono i primi in graduatoria al nord è gente del sud, i problemi non possono essere affrontati in termini di contrapposizione geografica».

 


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