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Una cronaca. Così si affondano le scuole

di Gianluca Santangelo

24/03/2013
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- A marzo senza trattativa d’istituto! Com’è possibile? Lavorare senza sapere se e quanto si verrà pagati.
Così ci dicevamo qualche settimana fa, prima dell’arrivo dell’acconto del fondo d’istituto. Adesso che l’acconto del Fis è arrivato, la musica è un’altra.
- Come si fa a fare la trattativa a marzo? Quando la gente ha già lavorato? E con questi fondi?
Già, perché ci è arrivato il 50% del 70% dell’anno scorso: quindi in definitiva il 35% della cifra dello scorso anno.
- E ci va ancora bene, pensa che alle elementari il Fis è stato ridotto del 40%.
- Senza dimenticare che su questi soldi la scuola paga il 30% di tasse: sottrai il 30% e ottieni la somma netta che va ai lavoratori – e su quello calcola che ogni lavoratore paga ancora tasse per il 30% circa.
- Come. Come? – fa uno non addentro alle cose sindacali – Vuoi dire che su quello che ci dà, lo Stato si riprende la parte maggiore?
- Proprio così.
- Che possiamo fare?
- Che possiamo fare? Niente! Lo scopri adesso? Il più che facciamo, è volontariato.

Il fatto è che con questi soldi bisogna fare le stesse cose che si sono sempre fatte, e d’altra parte a questo punto dell’anno il lavoro per lo più è già stato svolto, quindi adesso si tratta solo di decidere quali retribuzioni tagliare e come. Per deciderlo faremo un’assemblea sindacale, per poi passare alla contrattazione d’istituto col dirigente. Prima però facciamo un incontro preliminare con il dirigente. Il dirigente c’è con il corpo, ma il suo spirito è sparito. In compenso giganteggia la segretaria. Arriva con le tabelle già compilate, ha già pensato lei a fare i tagli e sparge i fogli sul tavolo.
- Bisogna trattare sull’acconto che ci è arrivato – dice – Non sappiamo nulla del resto, quanto e quando arriverà, e neppure se arriverà.
Noi trattiamo sul totale, diciamo, e come tagliare lo decidiamo in assemblea sindacale. La segretaria ci guarda con commiserazione, non ce lo dice, ma è chiaro che ci considera poveri illusi. In realtà il 13 marzo verrà siglato l’accordo definitivo, di conseguenza dovrebbe arrivare a breve anche il saldo.

L’assemblea è convocata per la prossima settimana, ma prima facciamo qualche sondaggio fra i colleghi.
- Qui ci sarà da scannarci – ci diciamo col collega della Rsu.
Difatti c’è chi dice: facciamo tagli lineari, tagliamo il 50% su tutto; e c’è chi dice di fare una graduatoria, stabilire delle priorità. Cominciamo a vedere le priorità. L’orientamento in entrata non si può tagliare come le altre attività, senza orientamento la scuola muore, soprattutto di questi tempi, quando sono riusciti a mettere una scuola in competizione con l’altra per accaparrarsi più studenti e sopravvivere. Non si può tagliare la retribuzione dei collaboratori del dirigente, perché sono loro che stanno a scuola un sacco di ore per fare funzionare l’ordinaria amministrazione e fanno i turni anche d’estate quando gli altri sono in vacanza. Non si può tagliare la retribuzione di chi si occupa della rete internet e del sito della scuola, altrimenti tanti servizi sarebbero bloccati, soprattutto adesso che abbiamo il registro elettronico e tutto il resto on line. E così di seguito: non si può tagliare la retribuzione della commissione orario, né quella dei coordinatori di classe, né quella dei servizi agli studenti, ecc.
- Allora siamo daccapo! Se non si può tagliare niente, tagliamo tutto allo stesso modo.
A questo punto la responsabile dell’orientamento dice: mi dimetto. Dicono che si dimettono anche i collaboratori; il responsabile della rete dice: io mollo!; la commissione orario dice: fare l’orario spetta al dirigente, l’anno prossimo lo faccia lui.

Come previsto, rischiamo di scannarci. D’ora in poi, prima di parlare con chiunque dell’argomento, sarà bene fare delle premesse.
- Colleghi, teniamo presenti alcune cose. Gli stronzi sono quelli che ci mandano i soldi a marzo e ci mettono in queste condizioni. Gli stronzi sono i sindacati che hanno firmato un accordo del cavolo e hanno cantato vittoria…
- Quali sono questi sindacati?
- Sono Cisl, Uil, Snals, Gilda.
- Noi dobbiamo evitare di fare la guerra fra poveri, che è quello che vogliono. Teniamo presente anche che l’anno prossimo andrà ancora peggio e taglieranno ancora di più, fino a che tra un paio d’anni il Fis sparirà del tutto. Quindi, quello che decidiamo è assolutamente provvisorio.

Per arrivare un po’ preparati all’assemblea sindacale riesaminiamo le tabelle in 4/5 persone e cerchiamo di capire se c’è la possibilità di tagliare qualcosa. Uno propone di pagare quanto si è fatto finora, quando siamo giusto ai 2/3 dell’anno scolastico, e per il terzo rimanente dell’anno scolastico dimettersi tutti. Quindi mandare una lettera alle famiglie e spiegare come stanno le cose. Gli altri dicono che al momento questo è impraticabile e comincia l’elenco delle retribuzioni che si potrebbero tagliare. Alla fine non si arriva a una soluzione.
- Proponete in assemblea sindacale – diciamo io e il mio collega – siano i lavoratori a decidere.
Come si fa, concordiamo finito l’incontro, a decidere chi pagare e chi no? Se uno lavora e mette a disposizione il suo tempo, con che diritto gli diciamo: tu fai, noi non ti paghiamo perché il tuo lavoro è meno importante di un altro? L’anno prossimo queste cose si dovranno decidere a inizio d’anno.
- Sì, ma ora come facciamo? Tanti hanno preso impegni economici contanto su queste entrate, come faranno adesso?
Non sappiamo che pesci pigliare, decidiamo di lasciare decantare la situazione e di non parlarne più fino all’assemblea sindacale. In ogni caso, comunque andrà, sarà un disastro.

*da vivalascuola


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