Un Preside Salva-Italia
di Pippo Frisone
L’idea trae motivo “dalla grave crisi che sta conoscendo il nostro Paese( e non solo)”.
Le scuole sono sempre più spesso in rosso e fare le cose a “costo zero” è diventato l’imperativo categorico.
Questa volta però non si tratta di rompere vecchi schemi o i tanti conservatorismi che ancora ingabbiano la scuola italiana.
Non è la modernizzazione o i laboratori d’informatica, le L.I.M. o l’ e-book e via digitalizzando.
No, questa volta si va ben oltre, si punta al cuore del contratto di lavoro.
E cosi capita che a Cisliano, piccolo comune della provincia di Milano, il preside dell’ICS Erasmo da Rotterdam chiede al Collegio di mettere a disposizione della scuola, 15gg. lavorativi che ogni docente di scuola pubblica ha a disposizione nei mesi estivi di luglio-agosto per recuperarli in attività da inserire nel piano dell’offerta formativa.
Il tutto ovviamente a “costo zero”, perché quei 15gg per i docenti sono già retribuiti.
Contrariamente a quanto afferma il dirigente, con questa proposta non solo si contraddicono ma addirittura si violano le norme contrattuali ( art.28,comma 2 ), il Testo Unico n.297/98 e lo stesso calendario scolastico regionale.
Per colpire un po’ la fantasia, il Preside calcola 15gg x 700mila docenti e ottiene qualcosa come 10milioni e 500mila giornate lavorative che potrebbero essere utilizzate per salvare la scuola , per “migliorare ulteriormente la qualità della scuola pubblica italiana” e lancia un assist a Ministro e sindacati per cercare di cambiare, senza dirlo esplicitamente, lo stato attuale dei privilegi.
Chiedere ulteriori prestazioni lavorative ai docenti, a costo zero per giunta, è una proposta che nella situazione attuale, rischia di trasformarsi in una vera e propria provocazione .
Si, perché i docenti in questi anni di governo del centro-destra han dovuto subire oltre al dileggio e agli insulti di Berlusconi, dal blocco delle anzianità e degli stipendi al blocco dei contratti, dai tagli indiscriminati degli organici spacciati per riforme alla dequalificazione della scuola pubblica.
Diventa quindi demagogico far credere all’utenza che i docenti, pagati lo stesso nei periodi di sospensione dell’attività didattica, abbiano chissà quali debiti o recuperi morali da fare per la salvezza del nostro Paese.
Si dimentica che la prestazione lavorativa dell’insegnante è diversa da quella d’un lavoratore amministrativo. Le ore settimanali d’insegnamento sono legate al calendario regionale delle lezioni, mentre le attività funzionali si svolgono nel cosiddetto periodo delle attività didattiche che per legge hanno inizio il 1 settembre e termine il 30 giugno. Luglio e agosto sono mesi contrattualmente dedicati alle ferie, in cui è sospesa ogni attività didattica
Far recuperare ai docenti i 15gg.a disposizione per salvare la scuola italiana è quanto di più demagogico si possa proporre.
I 15gg.equivarrebbero a 3 settimane di 5 gg. ma le ore come verrebbero quantificate?
A 18h, 22h e 24h come se ci fossero le lezioni quando non ci sono o come ore di non insegnamento?
E di questo passo, perché non anche i periodi di sospensione delle lezioni a Natale o a Pasqua ?
A questo punto, tanto varrebbe riscrivere il CCNL, la legge regionale sul calendario scolastico e apportare già che ci siamo qualche ritocco al testo unico.
E al nostro volenteroso Preside questo potere per fortuna non è dato, quindi, sic stantibus rebus, il suo progetto non si potrà mai attuare e rimarrà chiuso nel suo cassetto in presidenza per chissà quanto tempo ancora.
Perché non è ancora una volta “ a costo zero” e sulla pelle degli insegnanti che si migliora la qualità della scuola pubblica italiana.