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Un miliardo per l'Università, un po' di ossigeno tanti dubbi

Stanziamento confermato, resta l'enigma della distribuzione

10/11/2010
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Il Messaggero

di Alessandra Migliozzi - Roma

Fine d’anno con suspance. Il titolo del film che sta vivendo l’università italiana lo detta il capo della Conferenza dei rettori, la Crui. Enrico Decleva parla a nome dei colleghi e ammette che la «conferma che per l’università in Finanziaria ci sarà un miliardo è una buona notizia. Ma - avverte - ci siamo già scottati una volta e ora bisogna vedere se la cifra resta valida e come saranno distribuiti questi soldi». Il vertice di maggioranza che si è svolto ieri alla Camera con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha confermato l’emendamento alla legge di stabilità che dovrebbe ridare un po’ di ossigeno agli atenei. Per l’università ci sarà, appunto, un miliardo. Ma ancora non è chiaro cosa si farà con questi soldi. Le partite aperte, infatti, sono molteplici: c’è da ripianare il taglio di 1,3 miliardi previsto per il 2011 sul Fondo di finanziamento ordinario delle università, vanno finanziati i concorsi previsti dalla riforma Gelmini (in teoria servono 1,7 miliardi su sei anni), ci sono da rimettere i soldi sulle borse di studio (per il 2011 c’è un taglio di 74 milioni). Insomma, la coperta resta corta e gli atenei rimangono con il fiato sospeso e con i bilanci di fatto “virtuali”: quelli preventivi del 2011 vanno consegnati entro novembre e nessuno sa quali saranno le risorse a disposizione a questo punto perché fino a ieri valevano i conti fatti con i tagli, ora non si sa quanto questi ultimi saranno ridotti. Si attendono calcoli precisi. Inoltre, spiega Guido Fabiani, rettore di Roma Tre: «Non ci hanno ancora detto esattamente qual è il fondo statale per ciascun ateneo sul 2010. Quindi noi stiamo andando avanti con i calcoli fatti un anno fa. Poi può essere che scopriamo fra qualche settimana che siamo in rosso, che non avevamo i soldi preventivati. E i bilanci preventivi ad oggi sono impossibili». Restano, dunque, il grido di allarme e la preoccupazione, nonostante il buon umore del ministro Mariastella Gelmini che ieri, in mattinata, aveva detto di essere «ottimista» sulle risorse dopo aver parlato con Tremonti. E in effetti il miliardo è stato garantito anche se Gelmini non smette di ripetere che «è stato importante aver trovato le risorse», ma non basta: «Occorre cambiare le regole dell’università e favorire un ricambio generazionale, non dare più risorse a pioggia, ma introdurre un sistema di valutazione trasparente dando i fondi sulla base della qualità, della ricerca e della didattica». In attesa che sia declinata la nuova valutazione gli atenei guardano al concreto. «Il miliardo garantito - commenta Decleva - è una cifra minima che allevia i problemi sul 2011 facendo allontanare lo spettro della catastrofe, ma ci saranno comunque da fare dei sacrifici. Resta poi sempre l’ombra lunga del quadro politico che è teso e quindi ogni provvedimento rimane a rischio». Anche la riforma dell’università che, come ha annunciato ufficialmente ieri il ministro, sarà in aula il 18 novembre prossimo. Entro fine mese potrebbe arrivare il voto a Montecitorio. Salvo crisi di governo. Dovrà essere riscritto, però, l’emendamento sui concorsi per associato inserito alla Camera non appena sarà chiaro quanti e quali risorse ci sono sul piatto per questo capitolo. Il Pd resta critico sui finanziamenti. «Il governo agisce in ordine sparso e senza una strategia - è il commento del senatore Ignazio Marino - Rimane qualche soldo nella borsa e lo si divide tra gli esclusi, tra tutti quei settori che sono stati per lungo tempo ignorati e in cui si sono fatte soltanto promesse. Purtroppo la somma servirà solo a colmare le urgenze dei nostri atenei». Sempre il Pd ieri ha lanciato anche l’allarme sugli enti di ricerca, che sono pure loro in difficoltà. Il presidente del Cnr Luciano Maiani due giorni fa ha detto che i 110 istituti del suo ente rischiano di essere costretti a presentare dei bilanci di previsione per il 2011 che copriranno solo i primi sei mesi dell’anno, a causa dell’incertezza sui finanziamenti pubblici. Si aggiunge la denuncia dei democratici che rivelano: «I presidenti degli enti di ricerca sono stati convocati dal ministro Gelmini per essere informati di una sostanziale riduzione del fondo ordinario per il 2011: si parla di taglio del 15-20% in meno rispetto al 2010, un valore insostenibile per chi, e sono la maggior parte, non ha un margine di investimento oltre ai costi fissi del personale e del funzionamento». Intanto oggi e domani l’Unione degli universitari protesterà per i tagli alle borse di studio.


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