Un bonus avvelenato
di Pippo Frisone
In settimana dovrebbero arrivare i finanziamenti del contestatissimo Bonus sul merito dei docenti di ruolo. Lo scontro in atto vede schierati da un lato Associazione Nazionale Presidi e Miur e dall'altro Flcgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda e verte su questioni di merito che la L.107/15 ha cercato di risolvere con un colpo d'accetta, tagliando ogni legame con la contrattazione integrativa ma che ha sollevato più di un dubbio anche in autorevoli costituzionalisti.
La legge 107 è legge ordinaria e non ha poteri derogatori rispetto alle leggi speciali, regolatrici delle relazioni sindacali e delle norme contrattuali in materia di salario accessorio, qual è per definizione il bonus sul merito.
Secondo l'art.45 del dlgs.165/01 il trattamento fondamentale e quello accessorio sono definiti dal contratto. Lo stesso dlgs.165/01 quando regola la dirigenza ha voluto distinguere con lo specifico art. 25 la dirigenza scolastica che giova ricordare è riservata al solo personale docente e va esercitata nel rispetto delle prerogative e competenze degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche dell'autonomia.
Quindi è sbagliato richiamare l'art.17 del dlgs.165/01 come invece fanno all'unisono Miur e ANP, in quanto tale articolo è espressamente riferito alla dirigenza amministrativa e non a quella scolastica. Quindi per l'attribuzione del bonus l'unica sede è e rimane quella negoziale.
Negare non solo il confronto ma anche l'informazione, come alcuni dirigenti scolastici stanno facendo seguendo le posizioni assunte dall'ANP e dal Miur, credo sia doppiamente sbagliato perché li espone a rischi ben più rilevanti in caso di contenzioso.
Un passaggio di natura contrattuale del bonus finirebbe col collocare ogni controversia sull' attribuzione, dinanzi al giudice del lavoro. Come avviene col salario fondamentale e quello accessorio.
Qualsiasi procedura, invece, adottata nel rispetto della L.107 e delle indicazioni date dal Miur, che escluderebbe ogni contrattazione integrativa anche quella limitata alla fase finale della misura dei compensi, rischierebbe di spostare il contenzioso non più dinanzi al giudice del lavoro bensì dinanzi al giudice penale. Il reato da contestare potrebbe essere, quello più frequente per un pubblico ufficiale: l'abuso d'ufficio.
Intanto le RSU , seguendo le indicazioni dei sindacati , stanno chiedendo ai dirigenti scolastici di convocarli per discutere il Bonus. In presenza di diniego si passerà alla diffida. Dopo di che la parola passerà ai giudici. Un bonus contestato, divisivo ma che lascia ancora una volta la scuola coi problemi di sempre irrisolti, è quello fortemente voluto da Renzi. Non saranno le tre aree indicate nella 107 e qualche descrittore fai- da-te più o meno sofisticato a salvarla. Questo bonus, per come è stato concepito, non migliorerà le condizioni complessive di lavoro dentro le scuole e si rivelerà per quello che effettivamente è: un bonus tanto inutile quanto avvelenato.
L'ultima parola sul bonus spetterà agli italiani, poichè uno dei quattro quesiti referendari chiede di abrogare proprioquella procedura contestatissima che affida al preside il potere di scegliere il docenti da premiare.