Tuttoscuoloa-Il'metodo repubblicano' di Tremonti è applicabile alla scuola?
Il'metodo repubblicano' di Tremonti è applicabile alla scuola? "L'intesa più larga, la soluzione condivisa, sono secondo me necessarie per tutte le questioni di lunga durata, che impegnano il f...
Il'metodo repubblicano' di Tremonti è applicabile alla scuola?
"L'intesa più larga, la soluzione condivisa, sono secondo me necessarie per tutte le questioni di lunga durata, che impegnano il futuro e coinvolgono più generazioni". Parlava forse di educazione, di scuola, università e ricerca, il ministro Tremonti nell'intervista a "Repubblica" uscita venerdì 5 marzo in prima pagina?
No, parlava di risparmio e di pensioni, ma è chiaro che la sua ricetta "no partisan" (non "bipartisan", ha puntualizzato) potrebbe, o meglio dovrebbe, trovare proprio nel settore delle politiche educative un campo d'applicazione privilegiato. Tremonti ha anche dato un nome alla sua ricetta: l'ha chiamata "metodo repubblicano" con esplicito riferimento all'"esprit republicain" dei francesi, che a suo avviso corrisponde a ciò che in Italia chiamiamo "senso dello Stato", e che dovrebbe indurre la classe politica a "superare lo spirito di parte e cercare un'intesa, senza che questo sia un cedimento consociativo".
Tremonti cita la Francia, e si preoccupa di evitare che la sua presa di posizione venga interpretata come una proposta di "inciucio", di pasticcio trasversale: per questo la definisce "no partisan" e non "bipartisan", con una prudenza forse dovuta al fatto che questa espressione potrebbe rievocare la serie infinita di episodi trasformistici di cui è ricca la storia d'Italia. Prudenza peraltro di cui non ebbe bisogno Ted Kennedy negli USA, che non esitò a sostenere una intesa esplicitamente definita "bipartisan" sulla politica scolastica quando il progetto di George W. Bush "No child left behind" approdò al Senato americano, dove i democratici avrebbero potuto bloccarlo.
Chissà se l'appello di Tremonti, no partisan o bipartisan che sia, potrà concorrere a sottrarre la scuola ad una visione manichea del conflitto politico, riportando la discussione in Parlamento, luogo massimo del processo decisionale e politico. I due schieramenti politici devono abbandonare gli scontri ideologici, il clima di scontro tra opposti dogmatismi, ed avere in comune una più forte considerazione della più importante istituzione educativa e formativa dopo la famiglia.
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