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Tuttoscuola-Un difficile compromesso sul secondo ciclo

2. Riforma/1. Un difficile compromesso sul secondo ciclo La figura geometrica che meglio si presta a rappresentare la struttura del sistema liceale delineata nella piu' recente bozza di dec...

02/05/2005
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Tuttoscuola

2. Riforma/1. Un difficile compromesso sul secondo ciclo

La figura geometrica che meglio si presta a rappresentare la struttura
del sistema liceale delineata nella piu' recente bozza di decreto
legislativo sul secondo ciclo (la settima, secondo chi ne ha tenuto il
conto) e' l'ellissi, che come e' noto ha due fuochi: il primo e'
quello attorno al quale si raccolgono i licei generalisti (classico,
scientifico, linguistico, delle scienze umane); il secondo e' quello
che fa da riferimento a due dei tre licei che si articolano in
indirizzi (l'economico e il tecnologico), mentre in una zona
intermedia si collocano il liceo musicale-coreutico e quello
artistico.
La richiesta, avanzata in forme diverse da AN e UDC, di salvaguardare
il carattere specifico dell'ex istruzione tecnica, sembrerebbe cosi'
essere stata accolta. Nell'ipotesi di partenza dell'UDC (e anche del
Nuovo PSI) essa avrebbe dovuto costituire il nerbo del "sistema di
istruzione e formazione", insieme all'ex istruzione professionale di
Stato, ma le molte complicazioni derivanti dal nuovo titolo V della
Costituzione, l'ostilita' della Confindustria e di molti operatori
dell'istruzione tecnica e professionale, e la scarsa disponibilita'
delle Regioni a farsi carico in breve tempo di un cosi' imponente
compito, hanno indotto i sostenitori dei due canali "di pari dignita'"
a ripiegare sull'accennato modello "ellittico". Un modello all'interno
del quale coesistono in realta' (come accadeva peraltro anche nel
modello "unitario" di Berlinguer) due sottosistemi, quello liceale
"puro" e quello dei licei a tendenza professionalizzante. Quei licei
"vocazionali" richiesti con insistenza da AN e Confindustria, contrari
alla regionalizzazione degli ex istituti tecnici ma ostili anche alla
loro "licealizzazione", intesa come perdita della loro valenza
professionalizzante, in mancanza della quale essi si trasformerebbero
in "licei dell'aria fritta" (Valditara).
A complemento e completamento della mediazione raggiunta in seno alla
maggioranza c'e' poi la possibilita', contemplata nella bozza di
decreto, di costituire "campus" o "poli tecnologici", che
affiancherebbero nelle stesse sedi percorsi liceali quinquennali ex
tecnici e percorsi professionali di durata varia da tre a sette anni,
con utilizzazione congiunta delle attrezzature e del personale. Ma su
questa ipotesi il governo dovrebbe acquisire il consenso delle
Regioni: operazione di per se' non semplice, ma che dopo l'esito delle
recenti elezioni regionali si e' fatta certamente piu' difficile.

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