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Tuttoscuola: Tra quattro anni in prima elementare ci sarà uno straniero ogni dieci alunni

Analizziamo i dati, che lasciano intuire profondi cambiamenti per gli anni a venire nella struttura del servizio formativo nel nostro Paese.

03/06/2007
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Tuttoscuola

Nell’anno scolastico in chiusura l’incidenza di alunni stranieri sulla popolazione scolastica è intorno al 5%, cioè vi è mediamente uno straniero ogni venti alunni.
Tra quattro anni, quando si iscriveranno alla scuola dell’obbligo i nati nel 2005, nelle prime classi di elementare vi sarà uno straniero ogni dieci alunni. Lo si ricava da dati Istat sulla popolazione italiana al 1° gennaio 2006, rielaborati da Tuttoscuola.
Del resto, senza l’inserimento di nuove leve di alunni stranieri, le classi italiane sarebbero destinate a svuotarsi. Ma non si può parlare di una effettiva compensazione: gli stranieri si concentrano soprattutto al nord, dove gli italiani non diminuiscono, mentre il forte calo di italiani si ha al Sud. E queste tendenze sono destinate a incidere pesantemente sull’organizzazione del sistema di istruzione, con conseguenze sugli organici del personale a carico dello Stato e delle spese per servizi a carico dei Comuni.
Analizziamo i dati, che lasciano intuire profondi cambiamenti per gli anni a venire nella struttura del servizio formativo nel nostro Paese.

Gli italiani diminuiscono al ritmo di 4.400 nati all’anno (gli stranieri +1.800)

La popolazione italiana più giovane, attualmente o prossimamente in età d’obbligo, tende, dunque, di anno in anno a diminuire di numero, come evidenziano i dati rilevati dall’Istat per i residenti al 1° gennaio 2006.
La situazione sarebbe ancora più pesante se non ci fossero ragazzi con cittadinanza non italiana a compensare quel calo inesorabile.
Tuttoscuola ha registrato le varie classi di età dai 13enni in giù fino quelli sotto l’anno di età: gli italiani diminuiscono al ritmo di 4.400 nati all’anno, mentre gli stranieri aumentano al ritmo di 1.800 all’anno, compensando parzialmente il calo.
Ma il punto è che la diversa presenza degli stranieri nelle regioni italiane distribuisce in modo differenziato questa compensazione: nelle aree meridionali, dove gli stranieri sono pochi anche se in lento aumento, gli italiani diminuiscono alla media di circa 3.800 all’anno, mentre al nord gli italiani si mantengono di anno in anno a livelli sostanzialmente costanti e nell’Italia centrale diminuiscono in media di circa 450 all’anno.
Ci sono però regioni che fanno eccezione a questa tendenza al calo generalizzato di italiani: sono la Lombardia che fa registrare lievi aumenti di nascite italiane (mediamente 70 in più all’anno) e l’Emilia Romagna che invece registra aumenti più consistenti (circa 150 in più all’anno). Queste due regioni sono in costante crescita di nascite italiane da circa dieci anni.
Hanno invece bisogno di compensazione straniera per far fronte al calo di italiani tutte le altre regioni settentrionali e, in particolare, la Liguria che perde in media 70-80 italiani all’anno.

Uno straniero ogni sei alunni in Veneto ed Emilia Romagna

Il dato si ricava dalle rilevazioni Istat che hanno registrato i dati dei residenti al 1° gennaio 2006. Tra i nati del 2005 (futuri alunni di prima elementare nel 2011) vi sono in Italia 535.468 residenti di cui 49.676 stranieri, pari ad una incidenza del 9,3%. Una incidenza destinata ad aumentare in rapporto ai continui flussi migratori e che certamente raggiungerà il 10% entro poco tempo.
A quella data, però, le differenze territoriali, che oggi registrano un forte divario di incidenza straniera tra Nord e Sud del Paese, saranno ancor più accentuate.
Nelle regioni del sud e delle Isole l’incidenza straniera, rispetto ad oggi, sarà lievemente aumentata, attestandosi al di sotto del 2%.
Nelle prime classi del Veneto e dell’Emilia Romagna vi sarà invece un’incidenza di alunni stranieri almeno del 16%, destinata facilmente a crescere per nuovi arrivi. In quelle regioni siederà sui banchi di prima in quell’anno scolastico, come minimo, un alunno straniero ogni sei alunni.
In Lombardia e in Umbria l’incidenza straniera sarà di poco inferiore.


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