Tuttoscuola: Supplenti: due volte vittime
Non sembra dare segni di tregua la questione dei finanziamenti alle scuole
Non sembra dare segni di tregua la questione dei finanziamenti alle scuole, non solo per quel buco di 425 milioni di euro – dato ufficiale del ministero – che si è accumulato negli anni passati, ma anche per quella che in molti ritengono una vera e propria inadeguatezza degli stanziamenti attuali. Ci perdono un po’ tutti in questo dramma dei finanziamenti insufficienti.
Ci perde prima di tutto il buon servizio delle scuole e la continuità educativa; ci perdono gli alunni, quando sono spartiti tra altre classi che li accolgono; rischiano di perderci, in immagine, anche il Governo e il ministro Fioroni, se non si affrettano a trovare rimedi concreti. Il ministro ha annunciato in Parlamento l’impegno di fare una ricognizione sui debiti entro il 15 maggio e di lanciare un piano pluriennale per il ripianamento dei debiti sia per le supplenze sia per la Tarsu/TIA; inoltre chiederà lo spostamento delle spese per supplenze per maternità fuori dalla scuola totalmente o almeno al 60%.
I docenti supplenti sono forse quelli che, più concretamente degli altri, ci perdono pesantemente, perché, prima di tutto, dopo aver lavorato, restano ad attendere (come è capitato spesso) mesi su mesi per incassare il dovuto.
Ma ora, in piena crisi finanziaria, i supplenti ci perdono molto di più, perché le chiamate di nomina stanno diventando più rare e di contratti se ne vedono sempre meno.
Moltissimi dirigenti scolastici, infatti, non nominano più supplenti, preferendo spartire in altre classi gli alunni privi di insegnante titolare oppure ricorrendo a sostituzioni precarie con docenti disponibili anche per poche ore.