Tuttoscuola: Storia e scienze nelle Nuove Indicazioni: confermata la sequenza dei precedenti OSA
Come si ricorderà, gli Obiettivi specifici di apprendimento delle Indicazioni allegate al decreto legislativo n. 59/2004, per quanto riguarda l’insegnamento della Storia nella scuola primaria, si limitavano a proporre lo studio della preistoria con l’obiettivo di conoscere, alla fine della quinta, la civiltà greca e romana.
Il testo delle nuove Indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione è all’esame del Cnpi ma già circola da giorni su diversi siti web.
Spulciando il testo (63 pagine complessive che presentano una struttura unitaria delle discipline di studio dalla primaria alla secondaria di I grado) emergono diverse situazioni interessanti, come, ad esempio, quella riferita all’insegnamento della storia.
Come si ricorderà, gli Obiettivi specifici di apprendimento delle Indicazioni allegate al decreto legislativo n. 59/2004, per quanto riguarda l’insegnamento della Storia nella scuola primaria, si limitavano a proporre lo studio della preistoria con l’obiettivo di conoscere, alla fine della quinta, la civiltà greca e romana.
Sono state molte, a suo tempo, le perplessità nei confronti di questa limitazione che escludeva a livello di scuola elementare lo studio del medioevo e dell’epoca moderna fino ai nostri giorni, che da sempre era stata oggetto di studio anche per gli alunni più piccoli.
C’era anche chi aveva condiviso questa nuova idea di una sequenza unica della storia dalla primaria all’ultimo anno della secondaria di I grado, senza repliche di periodi storici.
Nelle nuove Indicazioni questa previsione è confermata, prevedendo, infatti, che l’alunno al termine della scuola primaria " Conosce gli aspetti fondamentali della preistoria, della protostoria e della storia antica" e " Conosce le società studiate, come quella greca e romana".
Sarà interessante vedere come gli insegnanti accoglieranno questa conferma.
Un’altra disciplina era attesa al varco, dopo le polemiche suscitate a suo tempo per l’assenza della teoria dell’evoluzione, a cui la Moratti aveva dovuto porre rimedio.
Nel nuovo testo non c’è uno spazio specifico per Darwin; si liquida sbrigativamente il tutto con una semplice " coevoluzione tra specie". Basterà a tenere tranquilli gli evoluzionisti?