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Tuttoscuola-Storia: buone le 'raccomandazioni', pessime le Indicazioni'

Storia: buone le 'raccomandazioni', pessime le Indicazioni' L'associazione "CLIO '92", che raccoglie insegnanti dei diversi ordini di scuola e ricercatori universitari specializzati in dida...

07/02/2004
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Tuttoscuola

Storia: buone le 'raccomandazioni', pessime le Indicazioni'

L'associazione "CLIO '92", che raccoglie insegnanti dei diversi ordini di scuola e ricercatori universitari specializzati in didattica della storia, ha inviato e diffuso nei giorni scorsi una lettera aperta a Giuseppe Bertagna, nella sua qualità di superconsulente della riforma Moratti, nella quale si sostiene che per quanto riguarda l'insegnamento della storia le "Indicazioni nazionali" e le "Raccomandazioni" sarebbero tra di loro in "stridente incoerenza" (www.clio92.it).
Buone, o comunque accettabili, le seconde, "mal concepite e scritte peggio nella definizione degli obiettivi specifici" le prime. Pertanto, a nome di Clio '92, il suo presidente, Ivo Mattozzi, chiede che le "Indicazioni" vengano riscritte ed adeguate alle "Raccomandazioni", che a differenza delle prime "raccolgono gran parte della riflessione di carattere epistemologico, metodologico e didattico, maturata nella comunità scientifica".
La risposta di Giuseppe Bertagna, anch'essa pubblicata da Clio '92, è abbastanza sorprendente: anziché difendere le "Indicazioni", Bertagna invita Mattozzi a rivolgersi in merito "al dott. Silvio Criscuoli, direttore generale per gli ordinamenti". In qualche modo, insomma, sembra prenderne le distanze o quanto meno non sentirsi direttamente responsabile. Per quanto riguarda le "Raccomandazioni", invece, Bertagna insiste sul fatto che esse, a differenza delle "Indicazioni", non possono essere prescrittive, perché occorre rispettare "l'autonomia didattica e di ricerca e sviluppo della scuola e dei docenti".
Ma alla fine, dopo aver così difeso la libertà e l'autonomia degli insegnanti, un dubbio sembra attraversare lo stesso Bertagna, che così conclude: "A meno che la normativa vigente abbia corso troppo e abbia supposto una professionalità dei docenti e un'autonomia delle scuole che in realtà, come lei teme, non esisterebbe".
Però un dubbio viene anche a noi: come possono orientarsi i malcapitati insegnanti, stretti tra "Indicazioni" "sbagliate" ma obbligatorie, e "Raccomandazioni" "corrette" ma impalpabili?


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