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Tuttoscuola-Stato giuridico docenti/: polemica tra i relatori del ddl e la Cisl

Stato giuridico docenti/: polemica tra i relatori del ddl e la Cisl Si sono lanciati messaggi di fuoco per tutta la settimana, e alla fine non è certo scoppiata la pace, anzi. Il segretario gene...

26/02/2005
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Tuttoscuola

Stato giuridico docenti/: polemica tra i relatori del ddl e la Cisl

Si sono lanciati messaggi di fuoco per tutta la settimana, e alla fine non è certo scoppiata la pace, anzi. Il segretario generale della Cisl Scuola Francesco Scrima e gli onorevoli Paolo Santulli (FI) e Angela Napoli (AN), che hanno presentato il nuovo testo unificato sullo stato giuridico degli insegnanti, restano su posizioni inconciliabili sull'argomento.
Il fuoco alle polveri lo ha dato il leader della Cisl a metà settimana commentando il nuovo testo: "Anche se il nuovo testo, rispetto a quello precedente, presenta qualche profilo di miglioramento, più di facciata che di sostanza, rimane per la Cisl Scuola assolutamente inaccettabile". Scrima ha parlato anche di "ossessione" da parte dei due parlamentari, "incuranti delle reazioni negative della stragrande maggioranza del mondo culturale e professionale e del giudizio critico delle forze politiche anche in seno all'attuale maggioranza".
La replica da parte di Santulli e Napoli è stata affidata a una nota congiunta di insolita durezza. "Non è più tollerabile l'ingerenza del sistema contrattuale nella sfera della professionalità dei docenti. Parlamento e Paese non accettano lezioni da un sindacato che in dieci anni di contrattazione privatistica non ha risolto nessuno dei nodi della professione docente". "Il Parlamento - argomentano i due parlamentari della maggioranza - ha il dovere, prima che la competenza, di delineare il quadro di riferimento della docenza rispetto alla libertà di insegnamento garantita dalla Costituzione. Sarebbe singolare - hanno aggiunto con una buona dose di veleno - affidare a soggetti privati, quali sono i sindacati, la garanzia verso i cittadini di principi di tutela costituzionale ed è ancora più singolare che il sindacato non lo chieda per i professori universitari".

Partita finita qui? Macché. Il segretario generale della Cisl Scuola ha ricordato che "il Parlamento, al di là dei suoi inquilini pro-tempore ha sovranamente legiferato la privatizzazione del rapporto di lavoro anche del personale della scuola da più di un decennio. Questo ha, tra l'altro, significato la modificazione dell'azione sindacale e dello spazio giuridico della contrattazione, non finalizzato ai soli aspetti economici".
Secondo Scrima "il sindacato, la Cisl Scuola sicuramente, rivendica, in nome dei suoi oltre 200mila iscritti, a pieno titolo la rappresentanza diretta del personale della scuola. E nell'esercizio di questo ruolo la Cisl Scuola si confronta e si pronuncia nel merito delle iniziative parlamentari. Se questa è considerata ingerenza, si pone - ha osservato Scrima - qualche problema di sensibilità democratica".
A prendere le difese della CISL Scuola è intervenuto l'on. Rusconi della Margherita, membro di punta della Commissione Cultura, sottolineando "la pertinenza delle critiche mosse. Si tratta - dice Rusconi a Tuttoscuola - di una decisione affrettata che maldestramente cerca, tra l'altro, di abrogare la rappresentanza sindacale dei docenti a livello d'istituto. La maggioranza deve capire che con l'indebolimento del principio della rappresentanza la conflittualità crescerà e che il ruolo del sindacato è importante per governare la situazione scolastica".
Secondo Rusconi "l'introduzione di tre livelli, anche se negata a parole, introduce la gerarchizzazione della funzione docente e la frantumazione del contesto della istituzione scolastica. E questo non può essere accettato". Sostiene infine l'esponente della Margherita che "la discussione sullo stato giuridico va collocata all'interno dei nuovi scenari istituzionali definiti dall'art. 117 della Costituzione non ancora attuati".


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