Tuttoscuola-Secondo ciclo: un silenzio assordante
Secondo ciclo: un silenzio assordante Dopo il varo del decreto legislativo sul primo ciclo, molti si sarebbero aspettati almeno il preannuncio, da parte del Ministro, delle linee generali c...
Secondo ciclo: un silenzio assordante
Dopo il varo del decreto legislativo sul primo ciclo, molti si sarebbero aspettati almeno il preannuncio, da parte del Ministro, delle linee generali che dovrebbero caratterizzare il decreto sul secondo ciclo. L'aspettativa era (ed è) particolarmente forte in quelle scuole secondarie '#8211; gli istituti tecnici e professionali '#8211; che dovrebbero entrare a far parte del sistema di istruzione e formazione professionale, le più incerte sul loro destino.
Ma l'attesa finora è andata delusa. Nell'incontro dei sindacati con il ministro dello scorso 19 febbraio (che però riguardava essenzialmente il decreto sul primo ciclo), e in quello del 17 con il sottosegretario Aprea, è emerso con chiarezza che per ora il Governo non ha ancora organizzato una proposta, neppure di massima. Troppe, evidentemente, sono le incognite in campo: politiche (gli equilibri all'interno della maggioranza), istituzionali (i rapporti tra lo Stato e le Regioni, e i confini delle rispettive competenze) e costituzionali (la sorte della "devolution").
Il Governo ha così deciso di dare la precedenza ad altri tre decreti, due dei quali già definiti e illustrati ai sindacati nell'incontro del 17, quello sull'alternanza e quello sulla valutazione, e uno in preparazione, quello sul diritto/dovere all'istruzione (i testi dei primi due sono reperibili nel sito della UIL scuola (www.uil.it/uilscuola). Ma è evidente che la mancanza delle norme generali sulla struttura e l'articolazione del secondo ciclo rende approssimativo e astratto ogni ragionamento sulle modalità di esercizio del diritto/dovere, che si ridurrebbe alla legittimazione dei corsi sperimentali triennali (ex formazione professionale regionale) ai fini del suo assolvimento, mentre l'alternanza scuola-lavoro, che fa riferimento a "sistemi" (quello liceale e quello professionale) per ora inesistenti, finirebbe per applicarsi alle scuole secondarie nella loro attuale configurazione, che al massimo consente qualche esperienza di stage. Qualcosa di ben diverso dall'ambizioso disegno contenuto nell'art. 4 della legge 53 ("realizzare i corsi del secondo ciclo in alternanza scuola-lavoro"; "svolgere l'intera formazione dai 15 ai 18 anni attraverso l'alternanza di periodi di studio e di lavoro").