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Tuttoscuola-Secondo ciclo/2. Quel silenzio sospetto del Governo

2. Secondo ciclo/2. Quel silenzio sospetto del Governo Non mancano elementi concreti che fanno ritenere quanto meno azzardata la previsione di dare avvio anche parziale alla riforma del secon...

06/06/2005
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Tuttoscuola

2. Secondo ciclo/2. Quel silenzio sospetto del Governo

Non mancano elementi concreti che fanno ritenere quanto meno azzardata
la previsione di dare avvio anche parziale alla riforma del secondo
ciclo a partire dall'anno scolastico 2006/2007.
Quasi nessuno ha rilevato infatti che il testo del decreto, almeno
quello ad oggi noto (non essendo stato ufficializzato dopo
l'approvazione in prima lettura da parte del Consiglio dei ministri lo
scorso 27 maggio), accoglie fino in fondo la riforma del Titolo V,
parte seconda della Costituzione. Con quali conseguenze? Che esso
interviene soltanto sugli aspetti ordinamentali della materia
istruzione (percorsi liceali e livelli essenziali delle prestazioni
per l'istruzione e la formazione professionale), lasciando
impregiudicati tutti gli aspetti organizzativi e gestionali che, non
rientranti nella delega di cui alla legge n. 53 del 2003, competono
alle Regioni. Una rivoluzione che si sta facendo, purtroppo, al buio e
senza un'adeguata verifica delle condizioni di fattibilita'.
In questo quadro desta preoccupazione il silenzio del Governo sul
mancato esercizio nel settore scolastico della delega contenuta nella
legge 5 giugno 2003, n. 131 (legge La Loggia) per l'attuazione della
riforma del titolo V, varata dal governo di centrosinistra, e sul non
ancora definito passaggio alle Regioni delle competenze indicate nel
decreto legislativo n. 112/1999, attuativo della legge Bassanini
concernente il decentramento amministrativo.
Non sono, dunque, infondate le polemiche relative al "cosa
succedera'". Sarebbe interessante che il Governo incominciasse a dire
quale azioni intende promuovere per concorrere a costituire le
pre-condizioni nelle quali collocare il ridisegno del sistema
scolastico operato con il decreto in corso di perfezionamento.
Una cosa e' sicura: una scelta non e' equivalente all'altra sul piano
dei risultati.


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