Tuttoscuola: Ritorna lo stato giuridico e… si svuota il contratto?
Il vento dello stato giuridico soffia sempre più forte…
C’era una volta lo stato giuridico degli insegnanti con il quale, per legge, venivano definiti i principali contenuti del rapporto di lavoro, poi quindici anni fa è arrivata la privatizzazione del rapporto di lavoro anche per i pubblici dipendenti e, da quel momento, è stata la contrattazione a farla da padrona nel definire regole e contenuti del rapporto. E il contratto poteva anche disapplicare norme di legge invasive della competenza contrattuale, come è capitato nel 2006 con la disapplicazione della norma sul tutor e sul blocco biennale della mobilità degli insegnanti.
Mandato in archivio quasi tutto lo stato giuridico, relativamente a buona parte del rapporto di lavoro, il CCNL è diventata così la fonte principale di regolazione della vita del lavoratore nella scuola (permessi, assenze, carriera, formazione, ecc.).
Ma il vento sta cambiando. La legge delega n. 15/2009 e, soprattutto, il decreto legislativo di attuazione n. 150, voluti dal ministro Brunetta, hanno introdotto modifiche a quello che era diventato il nuovo testo unico dei dipendenti pubblici in regime di privatizzazione (d.lvo 165/2001), riducendo in qualche modo il peso contrattuale, a cominciare dall’azzeramento del potere di disapplicazione da parte del sindacato.
D’ora in poi, infatti, le leggi che riguardano i rapporti di lavoro potranno essere disapplicate soltanto se la legge stessa lo prevede. Cioè, praticamente, mai.
I tratti più significativi del nuovo sistema professionale dei docenti e della dirigenza sono costituiti dalla parziale delegificazione del rapporto di lavoro pubblico, con la riconduzione nell’ambito legislativo di materie prima contrattualizzate, dalla valutazione sistematica delle prestazioni alla gestione delle performance, del merito e della premialità, dalla riforma dei poteri e della responsabilità al nuovo sistema di procedure disciplinari.
La stessa legge sul lavoro, rinviata dal Capo dello Stato alle Camere, prevede che la materia delle assenze e dei permessi (non oggetto del rilievo del Presidente della Repubblica) sarà definita con disposizioni legislative regolate dall’Esecutivo, annullando in tal modo una prerogativa tipicamente contrattuale.
Il vento dello stato giuridico soffia sempre più forte…