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Tuttoscuola: Privatisti. Quando l’Invalsi dava i numeri

Quei dati sui privatisti, utili per dar conto all’opinione pubblica e ai responsabili scolastici di quanto avviene nell’esame di Stato che impegna annualmente mezzo milione di studenti, ora non appaiono più

14/04/2006
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Tuttoscuola

"Il secondo ciclo di istruzione ... si conclude con un esame di Stato, con commissioni a prevalente composizione esterna". Parola di programma (dell’Unione).
Comunque vadano a finire queste elezioni politiche, il nuovo ministro dell’istruzione dovrà mettere mano al vulnus delle commissioni esaminatrici tutte interne volute per risparmiare qualche euro in più ma diventate causa prima del risorgere dei diplomifici negli istituti privati.
I candidati esterni alla maturità che si erano ridotti a poche centinaia dopo la riforma degli esami di Stato, sono vertiginosamente aumentati negli istituti privati, quando l’esame di Stato è diventato un fatto tutto interno, privato, appunto.
Fino al 2004 quei dati sui privatisti, anche se ufficiosi, si potevano leggere sul sito dell’Invalsi (www.invalsi.it), l’istituto nazionale di valutazione presso il quale da anni funziona l’apposito osservatorio sugli esami di Stato. Quei dati sui privatisti, utili per dar conto all’opinione pubblica e ai responsabili scolastici di quanto avviene nell’esame di Stato che impegna annualmente mezzo milione di studenti, ora non appaiono più, assorbiti e non identificabili nei dati generali.
Anzi, sono stati tolti completamente anche i dati dei precedenti anni, che pur li comprendevano e grazie ai quali anche Tuttoscuola aveva dato conto del fenomeno crescente dei privatisti negli istituti non statali (soprattutto non religiosi).
Perché questa "epurazione" su un problema così importante che, oltre ad incrementare le ispezioni ministeriali, ha fatto scendere in campo la magistratura e ha provocato anche ricorrenti ricorsi di istituti privati contro le disposizioni amministrative e legislative (il Tar del Lazio ha recentemente sollevato dubbi di incostituzionalità sulle ultime misure introdotte) che cercano di contenere il proliferare del fenomeno (anziché estirpare alla radice l’errore delle commissioni)?


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