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Tuttoscuola-Non c'è solo il tempo pieno. I settori che rischiano tagli di organico

Non c'è solo il tempo pieno. I settori che rischiano tagli di organico A forza di difendere questo o quel settore scolastico, qualcun altro pagherà. La scuola italiana non è infatti sol...

27/01/2004
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Tuttoscuola

Non c'è solo il tempo pieno. I settori che rischiano tagli di organico

A forza di difendere questo o quel settore scolastico, qualcun altro pagherà.
La scuola italiana non è infatti solo tempo pieno e tempo prolungato (che interessano circa un quarto delle classi di primaria e secondaria di I grado).
Per effetto della Finanziaria 2001, anche per l'anno prossimo vi saranno tagli di organici degli insegnanti, come è avvenuto negli ultimi due anni scolastici.
Ma i tagli, secondo il decreto legislativo appena varato dal Governo, non potranno interessare gli organici del tempo pieno e del tempo prolungato (confermati nella stessa quantità dall'art. 15), e non colpiranno nemmeno le prime classi di scuola secondaria di I grado che vanno a riforma che, per effetto dell'art. 14 comma 3, mantengono l'assetto di organico attuale.
Chi dovrà dunque "pagare" per i tagli della Finanziaria, visto che vi sono questi settori esentati, compresa anche la scuola dell'infanzia?
Non ha tutele di alcun tipo il 77% delle classi della scuola primaria, attualmente non organizzate a tempo pieno; probabilmente, come già avvenuto in passato, pagherà per le classi a tempo pieno.
Non ha tutele di alcun tipo nemmeno il 72% delle future classi seconde e terze dell'ex-scuola media. Non ha alcuna difesa tutta la secondaria superiore su cui nell'ultimo anno sono ricaduti tagli di organico non indifferenti.
La coperta è corta e mette in chiara evidenza il contrasto tra esigenze della riforma ed esigenze del bilancio dello Stato. Il decreto, insomma, scarica i primi costi della riforma all'interno del sistema, anche nella speranza che il rapporto domanda-offerta resti immutato e arrivino tempi migliori. Ma, se la domanda delle famiglie dovesse farsi più consistente, occorrerà metter mano al decreto e a nuovi interventi di risorse finanziarie.


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