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Tuttoscuola news n.61

https://www.tuttoscuola.com ************************************************************ N. 61, 22 luglio 2002 SOMMARIO 1. Nessuna assunzione 2. Le cause del braccio...

22/07/2002
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N. 61, 22 luglio 2002

SOMMARIO

1. Nessuna assunzione
2. Le cause del braccio di ferro tra Istruzione e Tesoro
3. Assunzioni e concorsi rinviati, prove tecniche di riduzione del
personale?
4. Supplenze: cominciano le grandi manovre per le nomine annue
5. Elementari: a rischio le prime a tempo pieno
6. Le Intese con le Regioni: una via d'uscita per la legge che non va
avanti
7. Spoils system in arrivo: prove di autodifesa
8. L'ispettore Mario Fierli va in pensione. Forse
9. L'orto di viale Trastevere

1. Nessuna assunzione

Eravamo stati facili profeti (v. TuttoscuolaNEWS n. 60 del 15 luglio)
a prevedere, prima della comunicazione ufficiale del ministero e delle
scontate reazioni sindacali, che non ci sarebbero state le nomine in
ruolo entro il 31 luglio.
Non c'erano piu' i tempi tecnici, avevamo detto, ma soprattutto non
c'era (e non c'e') una chiara volonta' politica di dare soluzione al
problema: la questione delle nomine supera gli aspetti tecnici e
procedurali del provvedimento, solamente la "voce del padrone"
Tremonti potrebbe risolvere il problema.
Il ministero dell'Istruzione sembra aver subito pesantemente i
condizionamenti posti dal ministero dell'Economia, al punto che
diversi annunci dei sottosegretari di turno che davano garanzie
sull'esito positivo della vicenda sono stati puntualmente smentiti.
Perche'?
Oggi nel tradizionale braccio di ferro tra dicasteri dell'Istruzione e
dell'Economia, a perdere e' sempre il primo. Prevale forse una visione
"ragioneristica", attenta solo al bilancio? L'istruzione vista come
spesa e non come investimento strategico? A questo punto o si tratta
di miopia politica dell'uno o di una non adeguata capacita' di
prospettare l'esigenza di miglioramento del servizio delle scuole da
parte dell'altro. Insomma un problema di credibilita' sul piano
politico. Vediamo di approfondirne le possibili ragioni.

2. Le cause del braccio di ferro tra Istruzione e Tesoro

In questo rapporto di forze sbilanciato pesano certamente origini
lontane. Le Finanziarie degli anni scorsi prevedevano tagli
complessivi del 4% di organico, ma nei fatti alla fine i docenti
aumentavano di numero pur in presenza di una quantita' di alunni
sostanzialmente stabile.
Ma non hanno certamente contribuito a rafforzare il peso negoziale
dell'amministrazione scolastica certi balletti di cifre, come ad
esempio sugli insegnanti di sostegno, che sarebbero oggi ben 75 mila,
cioe' 18 mila in piu' rispetto al target di 57 mila previsto per il
2001-02 e confermato dal decreto interministeriale del 19 febbraio
scorso sugli organici 2002-03 (sembra infatti che rispetto ai 68 mila
censiti nei quadri ministeriali, ne siano saltati fuori altri 7 mila);
ne' ha aiutato nei rapporti gia' tesi con il team di Tremonti la
mancanza di cifre puntuali riguardo all'attuazione dell'art. 3 del
decreto legge n. 255/2001, che avrebbe comportato un incremento di
circa 10 mila docenti, del quale sembra che il Miur si sia accorto
solo dopo che il Tesoro aveva fatto notare che stava liquidando un
numero di stipendi maggiore rispetto alle tabelle di organico di
diritto definite dall'Istruzione.
Insomma, la domanda che si pone oggi piu' di ieri, a questo punto e'
un'altra e va ben oltre la questione delle mancate assunzioni: saranno
possibili le grandi riforme e i grandi impegni per rilanciare la
scuola se a decidere, anziche' il ministro dell'Istruzione, e' il
ministro dell'Economia?

3. Assunzioni e concorsi rinviati, prove tecniche di riduzione del
personale?

Concorso per dirigenti scolastici che non decolla, immissioni in ruolo
dei docenti nemmeno a parlarne: perche' l'Amministrazione scolastica,
contraddicendo diversi impegni formalmente assunti, ha fermato la
macchina del reclutamento nella scuola?
La ragione di questi che sembrano formalmente dei rinvii di operazioni
da farsi a tempi migliori sembra dettata da ragioni di bilancio e di
alleggerimento della spesa per l'istruzione almeno per il 2002. Ma noi
riteniamo che i costi per il personale a tempo determinato che dovra'
sostituire i mancati docenti di ruolo non determineranno sostanziali
risparmi nell'anno. Neanche l'utilizzo di presidi incaricati invece
dei dirigenti scolastici, aggiungiamo, produrra' sostanziali risparmi
rispetto al costo di dirigenti di ruolo, vista la nuova entita'
dell'indennita' per funzioni superiori e la nomina di supplenti al
posto degli incaricati.
Quindi? La ragione del mancato reclutamento potrebbe essere un'altra:
non vincolare l'amministrazione alla rigidita' di organici completi di
personale per avere le mani libere per possibili interventi di
riforma.
Ecco allora che le 10.500 istituzioni scolastiche attualmente
funzionanti potrebbero essere drasticamente ridotte di numero,
utilizzando i dirigenti scolastici attuali o poco piu'. Anche gli
organici dei docenti, viste le recenti censure della Corte dei Conti
per l'eccedenza dei costi del 2001 (6 miliardi di euro) e il disavanzo
di spesa in corso per il 2002 (1 miliardo di euro gia' accertato, e
non sono da escludere ulteriori sorprese), dovuti in entrambi i casi
soprattutto al peso del personale, potrebbero avere bisogno di
sfoltimento.
Meglio dunque contenere il numero del personale di ruolo e tenersi
flessibilita' e spazi di manovra utilizzando temporaneamente personale
con rapporto di lavoro provvisorio. Questo probabilmente il
ragionamento sotteso a certe scelte dilatorie.

4. Supplenze: cominciano le grandi manovre per le nomine annue

L'obiettivo del ministro Moratti per garantire la regolarita' di avvio
dell'anno scolastico fu duplice l'anno scorso: nominare i docenti in
ruolo entro il 31 agosto (non era successo da decenni) e subito dopo
nominare i supplenti annui.
La prima operazione riusci' quasi brillantemente, mentre la seconda
lascio' un po' a desiderare, soprattutto nelle grandi citta' dove si
concluse due o tre mesi dopo.
La grande abbuffata di nomine si ripetera' anche quest'anno con
l'anticipo di un mese, ma riguardera' solamente le supplenze annue.
Spettera' direttamente alle istituzioni scolastiche, dopo il 31
luglio, procedere alle nomine di supplenza annuale, avvalendosi
formalmente, a differenza dell'anno scorso, dell'organizzazione di
reti di scuole che faranno capo a una sola istituzione scolastica di
riferimento.
Il ministero ha gia' fornito indicazioni, supporti tecnici e
calendario degli adempimenti (circolare n. 82 del 19 luglio). Le
istituzioni scolastiche di riferimento inizieranno il 12 agosto a
convocare gli insegnanti secondo l'ordine di graduatoria, a patto,
ovviamente, che a quella data siano stati definitivamente individuati
i posti e le cattedre scoperte.
Il tempo (e la prima esperienza in assoluto maturata l'anno scorso)
sembra sufficiente per consentire di concludere le operazioni per i
primi di settembre; ma i supplenti saranno costretti a rinunciare alle
vacanze per un "posto al sole".

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5. Elementari: a rischio le prime a tempo pieno

Uno stop molto grave ad un servizio in continua crescita che nel
2001-02 e' stato richiesto da una famiglia su quattro: le prime classi
di elementare che l'anno scorso funzionavano a tempo pieno sono state
confermate, ma per le nuove prime classi il taglio di organici non
consentira', in molti casi, il funzionamento con doppio organico.
Bisognera' quindi arrangiarsi. Lo stesso trattamento viene riservato
alle prime classi della scuola media a tempo prolungato.
Sono queste le conseguenze della direttiva contenuta nella circolare
n. 77 dell'8 luglio "Adeguamento dell'organico alla situazione di
fatto" per l'imminente nuovo anno scolastico.
Qualche situazione fortunata si salvera', ma in molti casi, mancando
gli insegnanti, si preferira' logicamente dar la precedenza
all'istituzione di una classe piuttosto che arricchire il servizio per
un'altra. I direttori regionali faranno fronte all'emergenza
"ricorrendo a forme di organizzazione flessibile del tempo scuola e
delle risorse, nonche' intervenendo con apporti economici aggiuntivi
(stanziamenti di cui alla legge n. 440/1997, ecc.)".
Se non vi saranno concreti interventi di segno opposto, il 2002/03
potrebbe segnare l'inizio di un processo di inversione di un servizio
che oggi, nell'elementare, e' richiesto (anche con domande in lista di
attesa) da quasi 600 mila famiglie su poco piu' di 2,5 milioni.
La richiesta e' molto alta in particolare nelle scuole del nord ovest
(43% degli alunni iscritti) con il Piemonte che ha quasi la meta'
degli alunni in classi a tempo pieno.

6. Le Intese con le Regioni: una via d'uscita per la legge che non va
avanti

Come Tuttoscuola ha piu' volte rilevato, e' verosimile che le
difficolta' di vario genere che ostacolano il cammino della riforma
generale stiano inducendo il ministro Moratti a battere, in parallelo
e per certi aspetti in alternativa, la strada della sperimentazione
attraverso lo strumento delle Intese con le Regioni disponibili, cioe'
quelle guidate dal centro-destra (piu' la provincia di Trento). Ecco
quindi gli accordi, alcuni gia' formalizzati altri in dirittura
d'arrivo, con Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia,
Lazio, Molise e Puglia (v. TuttoscuolaNEWS n. 60 del 15 luglio).
Il dibattito in Commissione al Senato sulla legge e' fermo
all'articolo 2 (se ne possono seguire gli sviluppi in
www.istruzione.it ), passera' in aula per il 30 luglio (come
anticipato da Tuttoscuola otto giorni fa) ed e' ormai certo che a
settembre non potra' vedersi alcuna novita' tra quelle preannunciate,
neppure l'anticipo dell'eta' di iscrizione alla scuola dell'infanzia e
a quella elementare.
Le Intese diventano cosi' una via d'uscita dall'immobilismo. Esse
avrebbero oltretutto il vantaggio di cominciare a sottoporre ad un
concreto collaudo il sistema di istruzione e formazione professionale
profilato nel ddl (il nodo politico piu' intricato), e se i tempi
parlamentari della riforma dovessero slittare, anche lo sviluppo delle
sperimentazioni avviate dal settembre 2002 potrebbe costituire un
utile punto di riferimento. Sempre che le Intese non finiscano per
mettere in campo soluzioni organizzative e curricolari troppo diverse,
cio' che potrebbe compromettere la coerenza generale della riforma
prefigurata nel ddl.
Un sintomo di possibili complicazioni si puo' gia' intravedere: in
cinque delle sei nuove Intese si rinvia la definizione degli accordi
operativi a commissioni miste regionali, formate da rappresentanti
delle Regioni, del MIUR e del Ministero del Lavoro. Invece nel caso
del Piemonte sembra che sara' la Regione a decidere. Unilateralmente?

7. Spoils system in arrivo: prove di autodifesa

Chissa' perche' molti giornali italiani utilizzano l'espressione
gergale anglo-americana "spoils system" (sistema di distribuzione
delle "spoglie") al singolare, e scrivono "spoil" system, senza
rendersi conto di commettere un errore, visto che la parola si usa
solo al plurale, o di produrre un involontario effetto
comico-realistico: il verbo "to spoil" significa infatti "rovinare", e
l'espressione "spoil system" (che gli anglofoni comunque non usano)
finirebbe per significare qualcosa come "sistema della rovina" (di
qualcuno o per qualcuno). Cioe' esattamente cio' che molti
superburocrati e medioburocrati temono che possa loro accadere in
applicazione della ormai operativa legge Frattini, in virtu' della
quale entro 60-90 giorni - cioe' tra ottobre e novembre - verra'
deciso se confermarli nei loro incarichi, spostarli ad altro incarico
o addirittura parcheggiarli nel limbo dei "compiti di studio".
In attesa degli eventi, c'e' chi fa sapere di essersi politicamente
riposizionato, e c'e' anche chi, confermando la propria scelta
ulivista tenta un'autodifesa preventiva, forte dei buoni risultati
ottenuti e dell'alto indice di gradimento conquistato: e' il caso del
direttore generale dell'ufficio scolastico regionale della Liguria
Gaetano Cuozzo, per la cui conferma si sono mossi nei giorni scorsi il
sindaco di Genova Pericu e il piu' autorevole quotidiano locale, il
"Secolo XIX". Ma molta incertezza regna sul destino di altri alti
dirigenti, alcuni dei quali non provengono dall'Amministrazione
scolastica, a differenza di Cuozzo (che ne fa parte dal 1968).

8. L'ispettore Mario Fierli va in pensione. Forse

La storia dell'ispettore Mario Fierli, diventato in era berlingueriana
direttore generale del servizio per l'automazione informatica e
l'innovazione tecnologica, e' quanto meno singolare. L'ispettore,
assai noto per la sua competenza specifica in campo informatico (e'
stato per molto tempo il primo e unico ispettore italiano
specializzato nel settore), e regista di tutte le piu' importanti
iniziative sul tema realizzate dal Ministero negli ultimi anni, aveva
deciso gia' da qualche mese di andare in pensione, ed aveva presentato
percio' le sue dimissioni. Forse anche - si dice - per prevenire una
sua probabile sostituzione: troppo stretto e noto era stato il suo
rapporto con Berlinguer e De Mauro, anche se altrettanto noto tra gli
addetti ai lavori era (ed e') il suo carattere orgoglioso, la sua
autonomia di pensiero.
Ma non ha ottenuto risposta formale. Cosi', per mesi, egli ha
continuato ad esercitare le funzioni di direttore del servizio, pur
vedendosi sempre piu' spesso scavalcato dal giovane e iperattivo
consigliere per l'innovazione tecnologica del ministro Moratti, l'ing.
Alessandro Musumeci. Questi ha finito per operare come una specie di
direttore-ombra, creando qualche imbarazzo sia all'interno che
all'esterno del Ministero, visto che formalmente egli non ricopriva
alcun incarico, salvo quello di consigliere. Fierli, qualche giorno
fa, ha reiterato le sue dimissioni dal servizio, ma ha specificato che
fino a quando esse non saranno state accettate, egli continuera' ad
esercitare le sue funzioni. A questo punto la vicenda dovrebbe
concludersi. Ma il condizionale e' d'obbligo, visto che si sarebbe
potuta concludere gia' da tempo.

9. L'orto di viale Trastevere

Una volta a Trastevere c'erano gli orti, e forse erano tanti, visto
che c'e' tuttora una strada che li ricorda, la "via degli orti di
Trastevere". Una via che adesso, pero', attraversa due file compatte
di palazzi, quasi tutti per uffici. Il quotidiano "Libero" e la TV
hanno pero' scoperto che almeno un orto e' sopravvissuto in
Trastevere, quello coltivato sul tetto del Ministero, e curato dai
custodi dell'edificio, che risiedono in esso da tempo immemorabile. A
noi pare, per la verita', che su questa questione sia stato montato un
"caso" del tutto sproporzionato, tanto da far supporre che dietro di
esso si nasconda l'intenzione di creare ulteriori problemi ad un
Ministro gia' in difficolta' su vari fronti (anche interni al
Governo), oppure quella di spingerlo verso una drastica azione di
ricambio del modello organizzativo e del personale che lavora nello
storico palazzo di viale Trastevere. Se fosse cosi', sarebbe
auspicabile che le vere intenzioni - anche quelle degli organi di
informazione - fossero enunciate in modo esplicito, senza nasconderle
dietro "scoop", come quello sul tetto del MIUR, alquanto ambigui e
anche un po' (troppo) velenosi.

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