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Tuttoscuola news n.52

************************************************************ N. 52, 20 maggio 2002 SOMMARIO 1. "Per la scuola di tutti ", in marcia contro la Moratti ma critiche anche a Berlinguer 2. ...

20/05/2002
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N. 52, 20 maggio 2002

SOMMARIO

1. "Per la scuola di tutti ", in marcia contro la Moratti ma critiche
anche a Berlinguer
2. Anche gli istituti professionali potranno diventare licei
3. Secondo canale: dal modello tedesco a quello francese?
4. Senato: no agli anticipi
5. Senato: si'... agli anticipi
6. Scadenzario degli anticipi di iscrizione
7. In alto mare organici e trasferimenti ATA
8. Il nuovo Consiglio dell'INDIRE
9. Incostituzionali i concorsi statali interni. E quelli dei dirigenti
scolastici?
10. Insegnanti di sostegno: convegno a Brescia il 25 maggio

1. "Per la scuola di tutti ", in marcia contro la Moratti ma critiche
anche a Berlinguer

Ci si aspettava piu' gente alla marcia per il futuro della scuola, "di
tutti e di ciascuno", da Vicchio a Barbiana, la sperduta canonica del
Mugello dove Don Lorenzo Milani faceva lezione ai figli dei contadini
24 ore al giorno per tutto l'anno: secondo gli organizzatori, sono
stati in dieci mila a rispondere all'appello lanciato dagli ex scolari
del Priore, cinque mila secondo la questura, chi c'e' stato riferisce
di non piu' di tre mila persone. E' stata una manifestazione dai toni
discreti, piu' partecipata che urlata, volutamente senza bandiere ne'
sigle di partito o sindacato, nel nome della grande (e irripetibile)
esperienza educativa dell'autore di "Lettere ad una professoressa".
La manifestazione era esplicitamente contro la riforma dell'attuale
governo "che porterebbe alla deriva la scuola pubblica" introducendo
"nuova discriminazione e selezione", curricoli etnico regionali e
separazione precoce tra percorsi liceali e professionali.
Ma va detto anche che buona parte dei partecipanti criticava con lo
stesso tono anche la riforma dell'Ulivo, dell'ex ministro Berlinguer,
il quale per altro marciava confuso tra la folla, accanto a chi
raccoglieva firme contro la parita' scolastica, e a chi portava al
collo cartelloni contro le cosiddette 'onde anomale' che il governo
dell'Ulivo non aveva saputo evitare.
Alla fine della manifestazione gli ex allievi di Don Milani hanno
letto alcuni brani delle lettere e del libro-denuncia del loro
maestro, "in modo integrale - hanno spiegato dal palco - per
respingere le strumentalizzazioni che al Ministero sono state fatte
del suo pensiero di educatore": il riferimento ad alcuni passaggi del
documento Bertagna (vedi TuttoscuolaNEWS n. 24 del 30 novembre 2001)
che ha anticipato il ddl della Moratti non poteva essere piu' chiaro.

2. Anche gli istituti professionali potranno diventare licei

Le dichiarazioni del ministro Moratti del 15 maggio in Senato hanno
offerto qualche indicazione in piu' sull'orientamento che il governo
intende assumere in merito allo spinoso problema del destino degli
istituti professionali di Stato e dei non pochi istituti tecnici ad
indirizzo specialistico che insieme ai professionali dovrebbero essere
trasferiti alla competenza delle Regioni. Il ministro ha voluto
rassicurare le famiglie e i docenti di queste scuole, anche per
bloccare i fenomeni di "fuga" da questi istituti, denunciati da varie
fonti: non e' detto che questi istituti passeranno in blocco alle
Regioni. Anzi, ha detto il ministro, essi potrebbero diventare
"licei", rinunciando pero' ad ogni pretesa di conservare al diploma di
maturita' una valenza professionalizzante: chi frequenta un liceo deve
sapere che in ogni caso dovra' frequentare almeno altri tre anni di
universita' (o due di formazione tecnica superiore) per poter
acquisire una qualifica.
Invece i percorsi professionali rilasceranno qualifiche e titoli a
partire dal terzo anno di studi, incrementabili annualmente con altre
qualifiche, e a conclusione di un ciclo di studi almeno quadriennale
gli allievi potranno conseguire un diploma se dimostreranno di aver
raggiunto i "livelli essenziali di prestazione" stabiliti dallo Stato,
come prescritto dall'art. 117 della Costituzione, modificato dalla
legge costituzionale n. 3/2001. Se vorranno iscriversi
all'universita', gli allievi dei corsi professionali dovranno
frequentare un quinto anno a cio' finalizzato. Altrimenti potranno
frequentare uno, due o tre anni di formazione tecnica superiore.

3. Secondo canale: dal modello tedesco a quello francese?

Sulla struttura del "secondo canale" - o del "percorso professionale",
come viene chiamato nel disegno di legge Moratti - nei mesi scorsi si
era delineata un'ipotesi alternativa, fondata sul trasferimento alle
Regioni della totalita' degli istituti professionali e di una parte
consistente degli istituti tecnici, realizzata in modo tale da
assicurare una certa continuita' con gli attuali istituti statali
(anche in termini di utilizzazione del personale), e da interessare
una quota della popolazione scolastica corrispondente ad almeno la
meta' nella fascia 15-18 anni. Qualcuno parlava di "modello tedesco"
non tanto con riferimento al "sistema duale" (fondato
sull'apprendistato) quanto alla consistenza del canale professionale,
pari se non superiore a quella del canale liceale.
La prospettiva che ora sembra delinearsi sembra invece accostarsi ad
altri modelli, e in particolare a quello francese, che ha introdotto
da tempo i "licei professionali". Il ddl Moratti potrebbe offrire
questa opportunita' perche' stabilisce che il liceo tecnologico,
economico e artistico si "articolano in indirizzi", e non fissa alcun
limite all'articolazione: si va dunque verso il liceo tecnologico
tessile (come ha chiesto Innocenzo Cipolletta, presidente della
Marzotto), o il liceo economico alberghiero, seguiti da altri due-tre
anni di studio?
Se le cose evolvessero in questa direzione, pero', il "secondo canale"
a gestione regionale rischierebbe di nascere assai gracile, malgrado
il grande vantaggio competitivo di essere il solo legittimato a
rilasciare qualifiche e diplomi professionali ai vari livelli (dopo
3,4,5,6,7 anni di formazione): un aspetto quest'ultimo sul quale
finora non e' stata fatta ancora sufficiente chiarezza.

4. Senato: no agli anticipi

Si e' conclusa al Senato la prima fase di dibattito sul disegno di
legge delega per la riforma del sistema scolastico e formativo. Entro
il 29 maggio dovranno essere presentati eventuali emendamenti al testo
che poi passera' all'esame dell'aula. Sara' interessante da quel
momento rilevare quali intese e modifiche saranno state possibili,
dopo le aperture al dialogo che il ministro ha annunciato agli stessi
senatori.
Sul problema dell'anticipo di iscrizioni a materna ed elementare vi e'
stata nuovamente la presa di posizione contraria (v. TuttoscuolaNEWS
n. 51 del 13 maggio) del presidente della commissione Asciutti (Forza
Italia), il quale si e' detto concorde con l'idea di lasciare immutato
il ciclo della scuola dell'infanzia per non interferire in un processo
pedagogico che oggi rispetta in pieno l'eta' evolutiva del bambino e
che ha mostrato di essere un impianto assai valido.
Anche per l'anticipo di iscrizione all'elementare Asciutti e' stato
esplicito, affermando che ".il cambiamento e l'evoluzione
costituiscono sempre processi fisiologici, purche' non comportino,
specie nel settore dell'istruzione, stravolgimenti e traumi. Occorre
peraltro - ha aggiunto - tenere in considerazione un orientamento che
non solo e' maggioritario in sede di Commissione, ma risulta dominante
anche fra le varie associazioni rappresentative del comparto audite
dall'Ufficio di Presidenza. Del resto, la scuola materna, cosi' come
la scuola elementare che nel progetto in esame vede mantenuti i suoi 5
anni di durata, sono elementi portanti del sistema di istruzione
italiano".
Insomma, materna ed elementare vanno bene cosi'. Perche' cambiare?

5. Senato: si'... agli anticipi

Dopo l'intervento conclusivo del senatore Asciutti, presidente della
commissione Cultura, al Senato e' intervenuto personalmente il
ministro Moratti che ha replicato a tutti gli interventi che si sono
succeduti in questi primi due mesi di dibattito sulla proposta di
riforma.
A proposito della tanto discussa possibilita' di iscrizione anticipata
alla prima elementare e alla scuola dell'infanzia, la Moratti ha
ribadito la posizione del Governo, diversa da quella del presidente
Asciutti di Forza Italia, precisando che si tratta di una possibilita'
offerta alle famiglie, non di un obbligo, e assicurando che l'anticipo
delle iscrizioni non significhera' anticipazione degli apprendimenti.
La frequenza anticipata nelle due scuole, come ha precisato il
ministro, dovra' trovare le condizioni adeguate per realizzarsi, un
contesto rassicurante ed interventi educativi mirati; nella scuola
dell'infanzia occorrera', altresi', prevedere nuovi modelli
organizzativi e nuove figure professionali, capaci di realizzare
interventi specifici.
Sempre al Senato, dopo l'intervento in commissione, il ministro ha
annunciato la prossima apertura di preiscrizioni alla materna e alla
elementare per chi compie tre o sei anni entro il 28 febbraio 2003.
Una domanda tra le tante, sempre a proposito di anticipi nella
materna. Le scuole non statali (a gestione comunale o privata) cosa
faranno? Si adegueranno alla concorrenza oppure rinunceranno ad
aprirsi agli anticipi?

6. Scadenzario degli anticipi di iscrizione

Se dunque si riapriranno le iscrizioni alla prima elementare e alla
scuola dell'infanzia, dovranno seguire con urgenza una serie di
adempimenti amministrativi. Proviamo a immaginare cosa realisticamente
potrebbe accadere.
Innanzitutto, in assenza di una norma legislativa di riferimento le
iscrizioni dovranno essere effettuate con riserva (pre-iscrizioni) e
la loro accettazione sara' subordinata all'approvazione di una nuova
legge (quella di riforma o altra).
La disposizione ministeriale dovra' essere emanata subito per dar modo
alle scuole di informare le famiglie sull'opportunita' offerta e di
consentire a queste ultime di disporre del tempo necessario per
decidere comunque nelle prime settimane di giugno, prima delle
partenze per le vacanze.
Le scuole dovranno accertare, in base al numero di pre-iscritti,
l'eventuale costituzione di nuove classi e sezioni e il conseguente
possibile fabbisogno di locali e di nuovo personale da assumere.
Per i locali non immediatamente disponibili occorrera' accertare in
via preventiva l'impegno dei Comuni a provvedere (potrebbero
rifiutarsi, vanificando parzialmente l'operazione anticipi e
costringendo le scuole ad una difficile selezione delle richieste).
Al fabbisogno di docenti l'Amministrazione scolastica dovra' comunque
sopperire con nuove assunzioni da effettuarsi entro il 31 luglio, come
prevedono le nuove norme di legge.
A quel punto, se la legge di riforma fosse ancora in alto mare, la
situazione di pre-iscrizioni determinatasi potrebbe legittimare un
provvedimento di urgenza e di necessita' che, in altra condizione, non
avrebbe giustificazione alcuna. Un decreto legge estivo consentirebbe
insomma al ministro di aggirare le resistenze sugli anticipi
all'interno della stessa maggioranza parlamentare.
Non sarebbe difficile immaginare le polemiche che un tale piano
potrebbe scatenare. Gia' oggi ci sono delle avvisaglie precise. La
senatrice Ds Maria Grazia Pagano, intervistata da "Tuttoscuola" (che
nel numero di giugno pubblica un'intervista anche al senatore
Valditara, responsabile scuola di AN), denuncia che "il Ministero ha
richiesto solo in questi giorni - alle scuole, neanche agli enti
locali - di fare un monitoraggio di quanti bambini prevedono possano
usufruire dell'anticipo. Questo - accusa la Pagano - e' dilettantismo,
pressapochismo che fa spavento". Fuoco alle polveri.

7. In alto mare organici e trasferimenti ATA

I docenti di materna, elementare e secondaria superiore hanno tutti la
loro sede di servizio; quelli di scuola media, con i trasferimenti
previsti per il 30 maggio prossimo, saranno anch'essi stabilizzati.
Tutto pronto per il nuovo anno scolastico che arriva? Tutt'altro.
La situazione degli organici del personale ATA (amministrativi e
bidelli) e' in alto mare e il MIUR si e' riservato all'inizio di
maggio di fissare una data di definizione che pero' ancora non arriva,
anche per la regolarizzazione di tanti casi anomali dovuti al
passaggio del personale comunale allo Stato. E, senza organico
definito, non saranno possibili nemmeno i trasferimenti.
La legge n. 333/2001 prevede che le nomine in ruolo del personale
scolastico siano effettuate entro il 31 luglio. Per nominare occorre
disporre di posti vacanti, identificati in esatta quantita' e
localita'.
Mentre per i docenti sembra tutto pronto perche' i trasferimenti sono
ormai stati tutti effettuali, per gli Ata invece stanno subentrando
difficolta' non indifferenti.
Potrebbe pero' esserci la coda per assumere docenti di materna ed
elementare, se le preiscrizioni annunciate dal ministro determinassero
- cosa molto probabile - esigenza di nuove assunzioni.
Quella normalizzazione dell'inizio dell'anno scolastico tenacemente
voluta dalla Moratti e, per quanto riguarda le nomine in ruolo,
raggiunta lo scorso anno potrebbe trovare un ostacolo imprevisto e
complicare le successive nomine dei supplenti annui da parte dei
dirigenti scolastici (un'esperienza decisamente da migliorare rispetto
allo scorso anno).

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8. Il nuovo Consiglio dell'INDIRE

E' imminente la nomina del nuovo consiglio di amministrazione
dell'INDIRE, Istituto nazionale di documentazione per l'innovazione e
la ricerca educativa, (ex-BDP) che subentrera' a quello gia'
presieduto dal prof. Lucio Guasti e dimessosi il 22 marzo scorso su
richiesta del ministero dell'istruzione.
Il Consiglio dei ministri ha formulato il 9 maggio scorso la proposta
che attualmente e' all'esame delle Commissioni Parlamentari. Dopo l'ok
delle Camere, vi sara' il conferimento ufficiale dell'incarico.
Presidente dell'INDIRE, come gia' anticipato (v. TuttoscuolaNEWS n. 48
del 22 aprile), sara' la prof. Stefania Fuscagni, prorettore
dell'universita' di Firenze.
Sono stati proposti componenti del CdA la prof. Luisa Ribolzi, docente
di sociologia presso l'universita' di Genova; il prof. Paolo
Guidicini, docente di scienze politiche presso l'universita' di
Bologna; il prof. Onorato Grassi, docente di filosofia medievale a
Roma; il prof. Aristide Savignano, docente presso l'Universita' di
Firenze.
Poiche' sembra vi possa essere la defezione di un consigliere, corre
anche il nome del prof. Ferdinando Montuschi, gia' componente del
gruppo di lavoro per la riforma coordinato dal prof. Bertagna.
L'insediamento del nuovo consiglio e' atteso non prima della fine di
giugno.

9. Incostituzionali i concorsi statali interni. E quelli dei dirigenti
scolastici?

Desta qualche preoccupazione anche a Viale Trastevere una sentenza
della Corte costituzionale (n. 194) che ha bocciato corsi-concorsi al
ministero delle Finanze per il passaggio a qualifica superiore. Contro
la sentenza che azzera la promozione di 18 mila dipendenti, i
sindacati di categoria hanno proclamato sciopero.
La Consulta, ribadendo una propria sentenza analoga (n. 1 del 1999),
ha ritenuto illegittimi alcuni commi di una specifica legge di
settore, in quanto il passaggio ad un livello superiore comporta
"l'accesso ad un nuovo posto di lavoro corrispondente a funzioni piu'
elevate, ed e' pertanto soggetto, quale figura di reclutamento, alla
regola del pubblico concorso".
Se si tratta di pubblico concorso va bene riservare posti per i
dipendenti di comparto, ma non vi puo' essere totalita' di riserva,
altrimenti il concorso riservato diventa concorso interno "non
pubblico".
Ci si chiede ora se vi possono essere rischi di applicazione della
sentenza anche per la scuola, visto che al concorso per dirigenti sono
ammessi solamente dipendenti appartenenti al comparto.
La preoccupazione non e' del tutto infondata, perche' su questo
aspetto del reclutamento dei dirigenti si e' soffermata anche la Corte
dei Conti in sede di registrazione del primo contratto della dirigenza
scolastica, adombrando perplessita' sul fatto che tutti i posti siano
riservati ai docenti del comparto.
Sui corsi-concorso per dirigenti scolastici intanto si registra la
manifestazione di protesta sindacale per la mancata pubblicazione dei
bandi (con contestuale divisione tra gli organizzatori).
C'era l'intenzione di una manifestazione unitaria, ma la proposta di
una specifica azione comune avanzata dall'Associazione nazionale
presidi ha trovato disponibilita' solamente in casa confederale,
mentre lo Snals avrebbe voluto una protesta su tutte le questioni
aperte nel comparto.
Non se ne e' fatto quindi nulla, e ogni sindacato e' andato per la
propria strada.
L'ANP, il sindacato maggioritario del settore, ha proclamato una
manifestazione nazionale di protesta a Roma per il 3 giugno.
Immediatamente dopo tale decisione, i sindacati scuola confederali
hanno deciso di anticipare al 30 maggio la loro manifestazione.

10. Insegnanti di sostegno: convegno a Brescia il 25 maggio

Il CIIS (Coordinamento italiano degli insegnanti di sostegno)
organizza a Brescia un convegno nazionale sul tema: "La
professionalita' dell'insegnante specializzato - una risorsa per
l'integrazione scolastica e sociale". Il CIIS e' un'associazione
costituita da insegnanti di sostegno che hanno conseguito il Diploma
per le attivita' di sostegno nelle classi con alunni in situazione di
handicap al termine dei Corsi Biennali promossi dalle Universita' su
richiesta del Ministero (D.I. N. 460/98). Questi insegnanti, per
quanto specializzati, incontrano difficolta' nel poter continuare ad
operare nella scuola a pieno titolo perche' molti di essi non sono in
possesso di abilitazione e/o idoneita' all'insegnamento: un requisito
peraltro che non era stato richiesto a suo tempo per l'accesso alla
frequenza dei Corsi Biennali.
Il Convegno si svolgera' nei locali della Fo.B.A.P. ANFFAS in Via
Michelangeo n. 405, quartiere S. Polo. Interverranno l'avv. Salvatore
Nocera, vicepresidente nazionale della F.I.S.H., il prof. Dario Ianes,
del Centro Studi Erickson di Trento, il prof. Vito Piazza, Ispettore
Ministeriale, e l'avv. Cesare Trebeschi. Per informazioni e adesioni:
www.sostegno.org.

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