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Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola. La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per insegnanti, genitori e studenti. https://www.tuttoscuola.com...
Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola.
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insegnanti, genitori e studenti.
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N. 78, 25 novembre 2002
SOMMARIO
1. Devolution/1: a chi la scuola?
2. Devolution/2: che impatti sull'autonomia degli istituti?
3. Duello Tremonti-Moratti: chi perde e' la scuola
4. Riforma della scuola: possibili sbocchi
5. Nuovi programmi, parte il dibattito
6. Alternanza scuola-lavoro: un oggetto desiderato, ma misterioso
7. Convenzione MIUR-Regione Lombardia: la CGIL ricorre al TAR. Mentre
l'Emilia.
8. E-mail per tutti i docenti italiani. Ecco come
9. Agli inglesi non serve studiare le lingue straniere?
10. Il vento federalista investe la Francia
11. Turismo scolastico: ecco l'Annuario 2003 per scegliere la gita
1. Devolution/1: a chi la scuola?
"La devolution e' nel nostro programma, se servira' porremo la
fiducia". Queste parole pronunciate dal Presidente del Consiglio hanno
infuocato il weekend politico. L'obiettivo dichiarato e' superare i
limiti della riforma del titolo V, parte seconda della Costituzione,
approvata dall'Ulivo nella passata legislatura e poi confermata dal
referendum dell'ottobre 2001.
Le reazioni sono state violente su molti fronti. L'Ulivo si prepara a
contrastare in Parlamento e fuori la devoluzione bossiana, vista come
un attentato all'unita' del Paese. Pareri contrari sono stati
manifestati dalla Confindustria, dall'ANCI e dal presidente della
Corte Costituzionale Ruperto. "Mal di pancia" sono evidenti anche
all'interno della maggioranza, soprattutto tra i centristi. In questo
quadro, la dichiarazione del premier e' da valutare seriamente se
corrisponde effettivamente alle sue intenzioni, preoccuperebbe se
fosse stata utilizzata strumentalmente per distogliere l'attenzione
dell'opinione pubblica dalla manifestazione dell'Ulivo di sabato
contro la finanziaria.
Ma che s'intende per "devolution", e quali impatti puo' avere sul
sistema di istruzione?
La devoluzione ha una forte portata innovativa perche' definisce la
potesta' legislativa delle Regioni come esclusiva, mentre la riforma
del titolo V, parte seconda, della Costituzione riconosce questa o
solo allo Stato o allo Stato e alle Regioni in via concorrente.
Vediamo che implicazioni puo' avere, con particolare riferimento alla
scuola.
2. Devolution/2: che impatti sull'autonomia degli istituti?
L'iniziativa del Governo vorrebbe ampliare le competenze legislative
regionali in materia di sicurezza, sanita' ed istruzione. In
particolare per quanto riguarda l'istruzione prevede che le Regioni
attivino la competenza legislativa esclusiva senza alcun intervento
dello Stato per "l'organizzazione scolastica, la gestione degli
istituti scolastici e di formazione e per la definizione della parte
dei programmi scolastici e formativi di interesse specifico della
Regione".
La riforma Bossi farebbe intervenire quindi le Regioni sulla gestione
degli istituti e sulla materia dei programmi. Con quali conseguenze?
Probabilmente - secondo chi la critica - una compressione
dell'autonomia dei singoli istituti (peraltro tutelata dalla nuova
Costituzione) e della liberta' di insegnamento, intesa quest'ultima
come strumento per il sistema d'istruzione di raggiungere i propri
fini formativi e culturali.
La devoluzione non garantirebbe l'unitarieta' del sistema scolastico e
potrebbe indebolire nelle giovani generazioni il senso di appartenenza
alla comunita' nazionale.
Altre perplessita' sarebbero legate soprattutto all'aspetto
economico-finanziario, stante la perdurante situazione di grave
disomogeneita' che si registra nel paese e la mancata indicazione di
risorse aggiuntive per la realizzazione dell'ulteriore processo
federalista. Insomma, ce n'e' abbastanza per capire che si tratta di
una questione centrale che riguarda proprio tutti.
3. Duello Tremonti-Moratti: chi perde e' la scuola
Dopo gli aspri scontri in Consiglio dei ministri tra il ministro
dell'Istruzione Moratti e quello dell'Economia Tremonti (v.
TuttoscuolaNEWS n. 77 del 18 novembre 2002), le polemiche, un po' piu'
sopite, sono continuate all'esterno.
Il ministro Tremonti, in una trasmissione televisiva di qualche giorno
fa, ha respinto le accuse e ha cercato di buttare acqua sul fuoco: la
Finanziaria 2003, ha detto, contiene modesti tagli all'istruzione. Il
servizio scolastico non e' a rischio di compromissione.
La "verita'" del ministro puo' sembrare a prima vista plausibile:
rispetto alle ipotesi di drammatici tagli per la scuola circolate
(forse fatte sapientemente circolare) alla vigilia del varo della
Finanziaria, i tagli inseriti nella manovra sono stati fortemente
ridotti, quasi contenuti - ha detto Tremonti - ad un intervento
fisiologico.
Ma il ministro Tremonti forse fa finta di non ricordare le promesse
elettorali della Casa delle liberta', e neanche (e qui la sua memoria
si fa veramente corta) il piano di investimenti per l'istruzione da
8-10 miliardi di euro preannunciato dal ministro Moratti, ribadito dal
presidente Berlusconi e di nuovo sollecitato recentemente al Senato in
un ordine del giorno della maggioranza (v. TuttoscuolaNEWS n. 77).
Se confrontiamo gli investimenti annunciati con quanto previsto per la
scuola da una Finanziaria che non e' stata nemmeno capace di rinnovare
i fondi per l'autoaggiornamento dei docenti, ne' di stanziare una
cospicua somma per un piano straordinario per l'edilizia scolastica,
la delusione non puo' che essere forte. Insomma, pochi tagli ma
pochissimi investimenti. E la riforma Moratti va in alto mare.
4. Riforma della scuola: possibili sbocchi
Maggioranza e opposizione troveranno un accordo per la riforma della
scuola?
Se si guarda ai numeri della votazione finale al Senato e,
soprattutto, ai pochi emendamenti approvati (11) rispetto alle
centinaia presentati (quasi 600), viene da pensare che il muro contro
muro continuera' anche alla Camera, in un dialogo tra sordi e nelle
pregiudiziali incrociate. Ma si puo' ancora sperare in qualcosa di
diverso.
L'intervento finale in sede di approvazione conclusiva al Senato, a
nome dell'Ulivo, e' stato fatto dal senatore Giuliano Amato -
autorevole politico e uomo di cultura ma, per quanto riguarda la
scuola, non "addetto ai lavori". Il suo intervento e' stato di ampio
respiro, duro ma non ostile, a dimostrazione dell'interesse che il
Parlamento, nei momenti cruciali, ha sulle questioni scolastiche; se
si pone attenzione al fatto che la minoranza ha impegnato al Senato
alcuni dei suoi uomini piu' rappresentativi, Amato e Mancino, emerge
un chiaro orientamento a considerare la scuola un patrimonio di tutti,
che non puo' essere appannaggio di una sola parte politica. Lo si puo'
considerare forse un segno della volonta' di trovare alcuni punti di
convergenza durante l'esame del testo alla Camera, anche se cio'
avrebbe l'effetto di prolungare i tempi di approvazione della riforma.
Una possibile conseguenza potrebbe essere lo slittamento dell'avvio
della riforma. In tal caso a settembre 2003 si potrebbe pensare,
valutati i risultati, di generalizzare la sperimentazione avviata
quest'anno.
Ma quale sarebbe l'atteggiamento del ministro Moratti davanti ad una
simile ipotesi?
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5. Nuovi programmi, parte il dibattito
Si parla molto di questi tempi di ingegneria istituzionale, di cicli e
passerelle, ma e' opinione di molti di coloro che nella scuola vivono
e lavorano, che la vera riforma, quella che puo' cambiare davvero il
modo di fare scuola, sia quella dei nuovi programmi. Dopo le
anticipazioni di TuttoscuolaNEWS (v. n. 75 e 76) sulla bozza dei nuovi
programmi della scuola media, che vanno a completare il quadro dei
primi tre segmenti del sistema di istruzione, se ne comincia
timidamente a discutere. Nei prossimi numeri del mensile Tuttoscuola
il tema verra' approfondito con degli speciali che illustreranno i
nuovi contenuti e la nuova impostazione, confrontandoli con quelli
oggi vigenti, e con delle analisi da parte dei maggiori esperti: il
passaggio e' troppo importante, merita un dibattito approfondito e
diffuso. Gia' il numero di novembre attualmente in edicola dedica la
copertina alle nuove prospettive dell'educazione musicale (
https://www.tuttoscuola.com ).
Del resto e' importante che si eviti il ripetersi di quanto registrato
durante la discussione al Senato del disegno di legge delega, avvenuta
in assenza di un reale dibattito e di un pieno coinvolgimento della
scuola attiva. E' quindi auspicabile che la nostra iniziativa possa
essere affiancata da un'ampia discussione generale sia sugli
ordinamenti che sui programmi, che ovviamente non puo' che essere
promossa dal ministero dell'istruzione.
E oltre ai programmi, e' opportuno discutere il modello organizzativo
funzionale al nuovo progetto, intorno al quale non si e' sentita
finora una parola. Sembra che questo elemento sia quasi irrilevante
per la realizzazione di questo processo di riforma - che si puo'
condividere o non - ma del quale non si puo' disconoscere la
complessita'.
6. Alternanza scuola-lavoro: un oggetto desiderato, ma misterioso
Neanche il grande meeting di Job'Orienta (dodicesimo della serie),
svoltosi a Verona nei giorni 21-23 novembre u.s., e dedicato al tema
"Persona, sapere, impresa" e' riuscito a fare chiarezza
sull'interpretazione che in Italia si intende dare all'art. 4 del
disegno di legge di riforma del sistema di istruzione e formazione,
dedicato all'alternanza scuola-lavoro, alla quale era dedicata
un'apposita sessione di approfondimento. La relazione sul tema svolta
da Pasquale Capo, capo del Dipartimento Istruzione del MIUR, ha messo
in luce gli aspetti problematici della questione. Essa si inserisce da
una parte nella prospettiva della riforma Moratti, che prevede la
costruzione di un canale di istruzione e formazione professionale che
affianchi quello liceale con "pari dignita'" (ma l'alternanza acquista
maggiore spessore e agibilita' per i percorsi professionali), mentre
dall'altra va ancora decifrata l'incognita costituita dal nuovo
rapporto Stato-Regioni-Scuole autonome alla luce del nuovo titolo V
della Costituzione e della possibile devoluzione di Bossi: la norma
sull'alternanza e' nazionale, di sistema, ma le modalita' applicative
(contenuti, durata, estensione), saranno tipicamente legate a
dinamiche locali, al territorio, al contesto economico e sociale.
Quanto al modello di alternanza da privilegiare, pochi lumi sono
venuti dagli ospiti provenienti dagli altri Paesi europei (Francia,
Danimarca, Spagna), che ne hanno presentato tre versioni assai
diverse: la Francia punta su percorsi postscolastici, la Danimarca sul
sistema duale alla tedesca, nel quale l'alternanza riguarda
sostanzialmente solo il canale dell'apprendistato, la Spagna su
soluzioni intermedie, che prevedono forme di alternanza anche nei
percorsi scolastici, ma di consistenza rilevante (400-500 ore) solo in
quelli di tipo professionale. Insomma, ciascun Paese interpreta e
realizza l'alternanza a suo modo. E anche l'Italia dovra' trovare una
soluzione originale, adatta al suo contesto sociale, economico e
istituzionale. Una ricerca che si prospetta nient'affatto semplice.
7. Convenzione MIUR-Regione Lombardia: la CGIL ricorre al TAR. Mentre
l'Emilia.
Ancora un ricorso al TAR, questa volta da parte della Cgilscuola
lombarda che chiede l'annullamento di una convenzione stipulata da un
istituto scolastico con un centro di formazione professionale in
attuazione del protocollo di intesa tra il MIUR e la Regione
Lombardia. Tema centrale dell'intesa tra il ministero e la Lombardia
e' la sperimentazione dell'assolvimento dell'obbligo scolastico per
gli allievi quattordicenni anche nel sistema della formazione
professionale: un anticipo per via sperimentale della riforma, che la
CGIL scuola ritiene illegittimo (la notizia del ricorso e' in
www.cgilscuola.it ).
La magistratura italiana insomma, sembra destinata ad aumentare
ulteriormente la sua influenza sul sistema di istruzione per la massa
di questioni che le vengono sottoposte. Parliamo in questo caso della
magistratura amministrativa, ma il problema e' piu' ampio. Segno che
le dinamiche del confronto e della conflittualita' sociale trovano
sempre meno uno sbocco di tipo negoziale, e si vanno inasprendo tanto
da indurre anche soggetti, come i sindacati, a naturale vocazione
contrattuale, a spostare la loro azione su un terreno diverso, quello
giurisdizionale, nel quale la decisione viene pero' affidata ad un
altro potere, ad un soggetto estraneo al circuito politico-sociale. Un
segno di debolezza? Oppure una battaglia politica condotta con altri
mezzi? Non sappiamo. Certamente non un buon segno.
Intanto sulla stessa questione (le modalita' di assolvimento
dell'obbligo di istruzione e formazione dopo la terza media) la
Regione Emilia-Romagna sta sviluppando una sua linea alternativa a
quella indicata nel disegno di legge Moratti (ne abbiamo dato notizia
in TuttoscuolaNEWS n. 73 del 28 ottobre). L'idea e' quella di
consolidare il modello previsto dalla legge n. 9/1999, che ha elevato
l'obbligo scolastico a 15 anni, estendendo in prospettiva il modello
integrato (ma con baricentro nella scuola) fino ai 16 anni. Cgilscuola
lombarda e Regione Emilia-Romagna: due modi diversi per combattere la
stessa battaglia?
8. E-mail per tutti i docenti italiani. Ecco come
Una casella gratuita di posta elettronica personale per ogni
insegnante.
Lo ha annunciato il ministro Letizia Moratti, intervenuta in
videoconferenza all'apertura di "Job ' Orienta", il salone
dell'istruzione e la formazione professionale di Verona. Si tratta di
un servizio gia' attivo. Sono 25 mila i docenti italiani che ne hanno
gia' usufruito. Gli altri 750 mila circa, se vorranno, potranno avere
subito la propria e-mail "lavorativa".
Come? Il servizio e' attivo su
www.istruzione.it/posta_docenti/default.htm ed e' aperto ai docenti e
ai dirigenti scolastici statali in servizio, compresi i supplenti.
Basta inviare codice fiscale e codice meccanografico della scuola di
servizio.
Una volta dotati di propria e-mail, gli insegnanti e i dirigenti
potranno utilizzare la posta personale da qualsiasi postazione di
computer connessa a internet, a scuola o a casa. Secondo il ministro,
la casella personale di posta elettronica servira' anche per
instaurare un rapporto diretto con le famiglie e gli studenti, che
potranno dialogare direttamente con gli insegnanti e chiedere
informazioni sui corsi scolastici.
Sul fatto che questo possa avvenire in tempi brevi e in forma
generalizzata, ci permettiamo di nutrire qualche riserva. Ma
indubbiamente si tratta di un'iniziativa opportuna e di un segno di
attenzione verso i docenti. Un'attenzione che viceversa e' mancata
riguardo al rinnovo per il 2003 del rimborso per le spese di
autoaggiornamento, che anche dopo il passaggio alla Camera non e'
incluso nel testo della legge finanziaria, ora tornato al Senato. I
docenti si aspettano coerenza.
Chi volesse ricevere TuttoscuolaNEWS nella nuova e-mail "ufficiale"
(che sara' del tipo nome.cognome@istruzione.it) potra' farlo
semplicemente iscrivendosi su www.tuttoscuola.com e indicando il nuovo
indirizzo.
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Gite scolastiche ok
Finalmente on-line il servizio per le scuole che desiderano
una consulenza gratuita per organizzare le gite: crescono
gli accessi al sito www.gitescolastiche.com , che si rivela
uno strumento indispensabile per le scuole.
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9. Agli inglesi non serve studiare le lingue straniere?
Il panorama della scuola inglese e' sempre piu' inquieto. Dopo le
polemiche sulla caduta del livello qualitativo della preparazione
registratasi negli esami di maturita' (A level) di quest'anno (e'
stato chiesto il riesame di 20.000 votazioni), che ha concorso a
spingere il ministro Estelle Morris a dimettersi, e dopo le
controversie tra fautori e avversari della "zero tolerance" nei
confronti degli studenti violenti, si e' appreso nei giorni scorsi che
un'indagine sull'insegnamento delle lingue straniere nelle scuole
secondarie ha dato il seguente esito: il 29% delle scuole ha gia'
deciso di rendere opzionale tale insegnamento nella fascia 14-16 anni
malgrado esso faccia parte del curricolo nazionale, e sia quindi
obbligatorio (ma evidentemente solo sulla carta).
Un altro 25% delle scuole si dichiara orientato a fare la stessa cosa
se il governo continuera' a non intervenire sulla questione. Intanto i
dipartimenti universitari di lingue straniere sono in crisi, e
qualcuno ha dovuto chiudere.
Sembra che si vada diffondendo l'idea che l'uso sempre piu' frequente
dell'inglese come lingua veicolare tolga interesse allo studio delle
altre lingue. Ma il fatto e' che anche sui livelli qualitativi di
apprendimento dell'inglese da parte degli inglesi esistono forti
preoccupazioni. Alcune recenti ricerche segnalano un notevole
peggioramento degli standard di apprendimento. Secondo alcuni esperti,
il problema e' globale, e riguarda l'insieme delle abilita'
comunicative.
10. Il vento federalista investe la Francia
Il numero di novembre di "Le Monde de l'Education" (
www.lemonde.fr/mde ) dedica ampio spazio ad un tema, quello del
decentramento in campo educativo, che in Italia ha avuto e continua ad
avere sviluppi importanti anche dal punto di vista costituzionale
(dall'autonomia delle scuole alle nuove competenze delle Regioni), ma
che nella patria del modello amministrativo centralizzato sta
suscitando dibattiti accesi e controversie che attraversano entrambi
gli schieramenti politici.
Il governo di centro-destra uscito dalle recenti elezioni ha tuttavia
deciso di premere l'acceleratore verso il superamento della storica
organizzazione centralizzata della scuola francese: al centro
resteranno soltanto la definizione dei contenuti, il rilascio dei
diplomi e il reclutamento degli insegnanti, mentre "tutto il resto",
dice la rivista, "sara' rinviato alla grande lotteria della
sperimentazione".
L'editoriale dell'autorevole mensile francese esprime il timore che in
tal modo la Francia si possa avviare verso la sostanziale
regionalizzazione dei sistemi educativi, che condurrebbe ad una scuola
diversificata, "a piu' velocita'", incapace di garantire il rispetto
del principio di eguaglianza. E cio' proprio mentre la Germania
federale, con la quali per altri versi la Francia di Chirac e Raffarin
ha ristabilito solidi rapporti economici e politici, sta prendendo in
considerazione l'ipotesi opposta, quella di ricentralizzare il proprio
decentrato sistema educativo, al quale si fa risalire la
responsabilita' dei mediocri risultati ottenuti dagli allievi tedeschi
nelle indagini comparative sui livelli di apprendimento promosse
dall'OCSE.
11. Turismo scolastico: ecco l'Annuario 2003 per scegliere la gita
Si e' conclusa sabato 23 novembre a Genova la sesta edizione del BTS,
la Borsa del turismo scolastico, principale appuntamento fieristico
del settore. Una delle novita' che ha suscitato maggiore interesse e'
stata la presentazione dell'"Annuario dei viaggi di istruzione 2003",
edito da Tuttoscuola.
Dove andare in gita quest'anno? Come coniugare cultura e divertimento?
A queste domande risponde il volume, che nasce dalla convinzione che
la scelta dell'itinerario e l'organizzazione sono passaggi decisivi
per valorizzare il viaggio di istruzione.
L'"Annuario" di Tuttoscuola, ormai alla quinta edizione, offre
quest'anno idee e spunti per nuovi percorsi: sulle tracce di Giulio
Verne in Francia, ad Oxford con Alice nel Paese delle meraviglie; con
Pinocchio nelle campagne toscane, e cosi' via.
Marcello d'Orta, Carla Fracci, Anjelica Huston, Pierce Brosnan, e
altri personaggi raccontano i ricordi legati alle loro gite,
suggerendo i percorsi a loro cari. Non manca una breve antologia di
letteratura di viaggio. Da Goethe a Severgnini.
E poi tutto cio' che bisogna sapere sull'organizzazione del viaggio
nella scuola dell'autonomia, dalla normativa alle Faq sul turismo
scolastico.
Per maggiori informazioni: https://www.tuttoscuola.com . Tel. 06
6830.7851.
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