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Tuttoscuola n.43

da TUTTOSCUOLA Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola. La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per insegnanti, genitori e studenti. ht...

18/03/2002
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da TUTTOSCUOLA
Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola.
La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per
insegnanti, genitori e studenti.

https://www.tuttoscuola.com

N. 43, 18 marzo 2002

SOMMARIO

1. Il concorso per dirigenti nell'uovo di Pasqua?
2. Riforma Moratti: verso un confronto serrato
3. Il nodo della "pari dignita'" della formazione professionale
4. Un ostacolo costituzionale sul cammino della riforma
5. Iscrizioni anticipate: sara' possibile confermarle prima delle
vacanze estive?
6. Gli istituti comprensivi, questi incompresi
7. L'ex Commissione De Mauro si autoconvoca
8. Riforma Moratti: quante parole per cambiare la scuola?
9. Consulta nazionale degli studenti. Incerta la presenza del Ministro

1. Il concorso per dirigenti nell'uovo di Pasqua?

Il ministero dell'Istruzione si e' impegnato a emanare i bandi di
concorso per dirigenti scolastici entro la fine del mese, decreti
della presidenza del Consiglio permettendo.
Ne ha dato notizia l'Associazione nazionale presidi, riferendo
dell'incontro del 15 marzo proprio tra ministero e sindacati di
categoria, riportando sul proprio sito ( www.anp.it ) ampi dettagli
delle intese raggiunte su diversi elementi dei bandi.
L'ANP ha valutato positivamente il complesso delle comunicazioni del
ministero, anche se ha formulato alcuni rilievi di livello secondario.
Non ci sono (per il momento) valutazioni od osservazioni da parte
degli altri sindacati presenti all'incontro, tanto che si puo' pensare
all'effettiva emanazione dei bandi entro fine mese.
Tra le altre notizie fornite dall'ANP viene precisato, sulla base di
informativa ministeriale, che i posti che verranno messi a
disposizione del concorso ordinario e di quello riservato ai presidi
incaricati triennalisti saranno - come avevamo gia' anticipato
(TuttoscuolaNEWS n. 41 dell11 marzo) - circa 3.500. Riportiamo la
tabella gia' pubblicata con la ripartizione per regione e per settori
interessati ( https://www.tuttoscuola.com/ts_news_41-1.doc ).

2. Riforma Moratti: verso un confronto serrato

Le prime reazioni al disegno di legge di riforma approvato in via
definitiva dal Consiglio dei ministri dello scorso 14 marzo (vedi il
numero speciale 42 di TuttoscuolaNEWS in www.tuttoscuola.com ) hanno
confermato gli orientamenti e gli schieramenti gia' emersi dopo la
pubblicazione del testo approvato in via preliminare il 1° febbraio:
il centro-sinistra ha ribadito tutte le sue critiche, con particolare
insistenza sulla questione dello sdoppiamento del ciclo secondario tra
licei e percorsi di istruzione e formazione professionale, e sul fatto
che gli studenti dovranno scegliere durante la terza media, cioe'
prima di aver compiuto i 14 anni. La maggioranza di governo ritiene al
contrario di aver migliorato il disegno di legge soprattutto per
quanto riguarda il rapporto con le Regioni, il cui consenso dovra'
essere obbligatoriamente acquisito in sede di emanazione dei decreti
legislativi relativi alla struttura dei percorsi di istruzione
formazione professionale. Se sul versante dei rapporti istituzionali
si e' fatta maggiore chiarezza - probabilmente anche in vista
dell'ulteriore revisione dell'art. 117 in senso piu' accentuatamente
federalista - restano invece molti dubbi, condivisi anche da settori
della maggioranza, sull'effettiva "pari dignita'" dei due canali.

3. Il nodo della "pari dignita'" della formazione professionale

Rispetto alle dichiarazioni programmatiche rese da Letizia Moratti in
Parlamento nel luglio 2001 (il ministro aveva parlato di un percorso
di formazione professionale "graduale e continuo, parallelo a quello
scolastico, dai 14 ai 21", e di pari dignita'), e rispetto allo stesso
modello originario Bertagna, che allineava su quattro anni entrambi i
percorsi, disegnando un canale liceale coerente e uno professionale
forte e competitivo, il disegno di legge ha introdotto elementi che
hanno finito per squilibrare il rapporto: i licei, ripristinata la
durata quinquennale, con relativo esame di maturita', sembrano
destinati a riassorbire buona parte dell'istruzione tecnica, visto che
il liceo tecnologico e quello economico possono "articolarsi in
indirizzi" (quanti accetteranno di "passare" al secondo canale?),
mentre per il canale professionale si prevede una durata tri o
quadriennale, e un eventuale quinto anno, differenziato in funzione
della scelta successiva. Una prospettiva che, unita all'incertezza del
futuro assetto istituzionale, spaventa l'utenza e gli insegnanti degli
attuali istituti tecnici, e anche di quelli professionali, come
mostrano - secondo alcune indiscrezioni - le molte domande di
trasferimento (verso i licei) presentate dai docenti, e anche i primi
dati relativi alle preiscrizioni per il prossimo anno scolastico, dai
quali sembra emergere, secondo alcuni sondaggi informali,
un'inversione rispetto alla tendenza degli ultimi anni che vedeva una
forte crescita nelle iscrizioni agli istituti professionali (v.
TuttoscuolaNEWS n. 32).

4. Un ostacolo costituzionale sul cammino della riforma

Sul cammino della riforma del sistema di istruzione c'e' una mina
vagante, costituita dal nuovo articolo 117 della Costituzione (
https://www.tuttoscuola.com/ts_news_42-2.doc ), il quale affida alle
Regioni la potesta' legislativa, cioe' il diritto-dovere di emanare
leggi, sulle materie di legislazione cosiddetta concorrente.
E l'istruzione rientra proprio nelle materie di legislazione
concorrente, mentre in materia di norme generali sull'istruzione la
competenza e' in esclusiva dello Stato.
Cosa potra' accadere, dunque? Nell'immediato, probabilmente nulla: per
il disegno di legge di riforma problemi non dovrebbero essercene - se
non di natura politica - trattandosi di una norma quadro che contiene
appunto principi di carattere generale, di competenza esclusiva,
quindi, dello Stato: sara' il Parlamento, infatti, ad approvare la
legge.
Quando invece si mettera' mano ai decreti legislativi di attuazione
previsti dalla legge delega nei 24 mesi successivi all'approvazione
della legge, sorgera' un problema piu' complesso.
Cerchiamo di metterlo a fuoco: se i contenuti di quei decreti di
attuazione non venissero considerati come norma di carattere generale
per l'istruzione (rientrando quindi nella competenza concorrente di
Stato e Regioni), vi sarebbe la necessita', per questi due soggetti,
non solo di concordare i contenuti, ma anche di passare la mano alle
Regioni perche' legiferino in materia (ciascuna in modo proprio).
Ed ecco la prima conseguenza: governo e ministero dell'Istruzione
verrebbero esclusi dalla potesta' legislativa delegata dalla norma
quadro e avrebbero solamente un ruolo concorrente nel definirne i
contenuti. Possibile che questo accada? Alla fine dell'iter di
approvazione della legge, chi avra' effettivamente potesta'
legislativa sull'istruzione? Lo Stato o le Regioni?
Si tratta di un nodo costituzionale non da poco, che prima di essere
eventualmente sciolto, procurera' certamente problemi interpretativi,
istituzionali e politici di notevole portata. E il cammino di
attuazione della nuova riforma scolastica potrebbe diventare lungo e
tormentato.

5. Iscrizioni anticipate: sara' possibile confermarle prima delle
vacanze estive?

Gli anticipi di iscrizione alla scuola primaria e dell'infanzia sono
confermati, gia' a partire dal prossimo anno scolastico 2002-03. Ma
quando sara' possibile procedere alle iscrizioni? Bisognera' attendere
che la legge di riforma sia approvata dal Parlamento (a giugno? a
luglio?). Ma anche questo passaggio, per quanto decisivo (e anche
molto ravvicinato rispetto all'inizio delle lezioni), potrebbe non
dare ai genitori la certezza che l'iscrizione anticipata dei propri
figli abbia esito positivo. Come mai? E' uno scenario verosimile?
Facciamo il punto sul tema e cerchiamo di capire cosa potrebbe
accadere.
Innanzitutto, iscrivere bambini che non hanno ancora l'eta' prevista
dalle attuali disposizioni non e' un obbligo, ma una facolta' rimessa
ai genitori. Anticipo se si vuole, dunque; anticipo possibile pero' a
condizione che il Comune abbia i locali per accogliere nuovi alunni.
Potranno chiedere l'iscrizione alla scuola dell'infanzia le famiglie
che hanno figli che compiono tre anni entro il prossimo 28 febbraio
2003. Teoricamente potrebbero non esserci posti per tutti i
richiedenti, ma il rischio e' del tutto virtuale perche' all'ingresso
di bambini giovanissimi corrisponde l'uscita di altri bambini che
possono chiedere l'iscrizione anticipata in prima elementare.
Analoga possibilita' di iscrizione anticipata e' appunto prevista per
i bambini che compiono sei anni entro il 28 febbraio 2003, i quali
potranno chiedere di frequentare la prima elementare fin dal prossimo
settembre. E qui qualche difficolta' organizzativa (leggi "ondina
anomala") potrebbe sorgere.
Il ministero ha gia' previsto nella legge di riforma un apposito
finanziamento per assumere gli insegnanti da destinare alle prime
classi da istituire ex-novo per questo aumento di iscritti.
Potrebbe esserci pero' qualche problema per reperire nuove aule; in
tal caso i Comuni potrebbero dichiarare di non essere in grado di
approntare nuovi locali e l'iscrizione anticipata sfumerebbe. Ma dal
momento che per conoscere il numero di nuovi iscritti (e quindi di
aule necessarie) bisognera' attendere la chiusura delle iscrizioni,
sembra prospettarsi uno scenario di questo genere: a giugno-luglio si
(ri)apriranno le iscrizioni per gli "anticipazionisti", ma le famiglie
non potranno avere a quel momento la certezza che i figli possano
effettivamente iniziare la scuola (dell'infanzia o elementare, a
seconda dei casi) a settembre, in quanto i Comuni dovranno prima far
sapere se saranno in grado di organizzare il servizio. Le famiglie
partirebbero insomma per le vacanze con una notevole incertezza.
Per evitare uno scenario di questo tipo, dovranno essere studiate
delle soluzioni alternative. Una potrebbe essere che le direzioni
didattiche, avvalendosi degli spazi di manovra offerti dall'autonomia
organizzativa, aprano informalmente le preiscrizioni con riserva di
accettazione, in attesa dell'approvazione della legge, in modo da
valutare per tempo l'entita' del fenomeno e assumere, d'intesa con i
Comuni, le decisioni del caso.

6. Gli istituti comprensivi, questi incompresi

Il disegno di legge per la riforma dell'istruzione non li cita
affatto, eppure rappresentano circa il 40 per cento di tutte le
istituzioni scolastiche: parliamo degli istituti comprensivi della
scuola materna, elementare e media. Questo silenzio ha generato
qualche timore in chi ci lavora: non ci starebbero a finire in una
specie di dimenticatoio e sembra si stiano organizzando per chiedere
piu' visibilita' e ruolo all'interno della scuola riformata.
Ma come interpretare quest'assenza? Forse nel modo piu' ragionevole:
rispetto alla situazione esistente, non dovrebbe esserci alcuna
innovazione, con la conseguenza che tutto dovrebbe (potrebbe) essere
confermato cosi' com'e'.
La proposta per la quale, a differenza di quanto veniva previsto nella
legge 30/2000 sui cicli scolastici, non vi sara' la scuola di base
come settore unico e unitario, ma saranno confermati gli attuali
settori di elementare e scuola media, sembra infatti facilitare la
conferma della situazione esistente, visto che essa ha caratteristiche
prevalentemente di natura organizzativa anziche' ordinamentale.
In effetti scuola materna, scuola elementare e scuola media oggi, pur
inserite all'interno di un'unica istituzione scolastica che le
comprende (gli istituti comprensivi, appunto), mantengono ordinamenti
separati (orari di funzionamento, tipologia di docenti, orario di
servizio degli insegnanti, programmi, ecc.). Un elemento unitario che
lega i diversi settori e' rappresentato dal dirigente scolastico, che
puo' essere indifferentemente di provenienza scuola elementare
(direttori didattici) o scuola media (presidi di I grado).
Ma ecco una tabella ( https://www.tuttoscuola.com/ts_news_2-43.doc )
che presenta il quadro della situazione della diffusione sul
territorio degli istituti comprensivi, che rappresentano quasi il 40%
di tutte le istituzioni scolastiche dalla materna alla scuola media.
Il Molise e' la regione italiana ne ospita la maggior percentuale
(66,7%); la Lombardia e' quella che ne conta la maggior quantita'
(505).

7. L'ex Commissione De Mauro si autoconvoca

Circa cinquanta (su oltre trecento) componenti della Commissione di
esperti nominata dall'ex ministro De Mauro per la stesura dei
programmi previsti dalla legge n. 30/2000 sul riordino dei cicli (che
il ddl Moratti intende abrogare) hanno sottoscritto una proposta di
autoconvocazione della stessa Commissione a Roma per il giorno 12
aprile 2002, presso la sala riunioni della Camera situata a Palazzo
Marini, vicino a piazza San Silvestro, ore 14.30). Una lettera di
invito ad aderire all'appello e alla riunione e' stata inviata nei
giorni scorsi per posta elettronica agli altri membri della
Commissione. Tra i firmatari compaiono alcuni dei piu' noti esponenti
della "intellighenzia" pedagogica di sinistra (tra gli altri: Alberto
Asor Rosa, Franco Frabboni, Piero Lucisano, Giunio Luzzatto, Roberto
Maragliano, Nicola Tranfaglia, Mario Vegetti, Benedetto Vertecchi).
L'appello e' stato sottoscritto pero' anche da Cesarina Checcacci,
gia' presidente dell'UCIIM, e Luisa La Malfa, laica moderata,
presidente della FNISM. Altri membri della Commissione De Mauro non
aderiranno invece all'iniziativa, giudicata inopportuna e prematura,
visto che il Parlamento non ha neppure iniziato il dibattito sul
disegno di legge.

8. Riforma Moratti: quante parole per cambiare la scuola?

Potrebbero bastare solamente 3.600 parole per cambiare la scuola
italiana. Tante infatti ne sono servite per stilare il testo del
disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri il 14 marzo.
Tuttoscuola aveva gia' radiografato gli aspetti lessicali del
documento Bertagna ( https://www.tuttoscuola.com/ts_news_43-3.doc ) a
dicembre con esiti curiosi e inaspettati. Ripetiamo ora la medesima
rilevazione sul disegno di legge Moratti riscontrando la frequenza dei
termini utilizzati, le tendenze, i gradimenti e le esclusioni. E non
mancano le sorprese.
I valori predominanti della politica del ministro Moratti dovrebbero
essere famiglia, azienda e sistema privato. In proposito ecco cosa ci
ha detto la ricerca.
La "famiglia" e' citata una sola volta, i "genitori" due, i figli mai.
Non si fa uso mai del termine "azienda", ma si cita "impresa/e" 3
volte, "lavoro" 11 e "manager" (o derivati) mai.
Due sole volte si fa uso del termine "privato/a" e suoi derivati, mai
si nomina la scuola paritaria.
"Formazione" (50 volte) ha la stessa diffusione di istruzione (48) in
perfetta corrispondenza al sistema duale previsto dalla riforma.
Ancora una volta "educazione" (2 citazioni) e' ai margini, mentre si
affaccia timidamente il termine "valutazione" e suoi derivati (12
volte).
I luoghi della riforma hanno questo peso di citazioni: scuola
dell'infanzia e scuola primaria sono citate 8 volte ciascuna (anche
per effetto degli anticipi di iscrizione), la scuola secondaria di
primo grado 4, e i licei 11. Fanno il loro ingresso nel sistema le
Regioni (6 citazioni) e i Comuni (4).
I protagonisti scolastici della riforma hanno questo spazio: mai
citati i dirigenti scolastici, 13 volte i docenti/insegnanti, una sola
volta il personale Ata. Studenti (e sinonimi) sono citati 10 volte.
In una scuola che pone al centro del sistema lo studente e' giusto che
"apprendimento/i" (7 volte) sia piu' citato del termine
"insegnamento/i" (3). E l'autonomia scolastica (4 citazioni) e' salva
(quasi).

9. Consulta nazionale degli studenti. Incerta la presenza del Ministro

Si riunisce a Roma nei giorni 20 e 21 marzo, presso la sede dell'ex
MURST (EUR, piazzale Kennedy), la Conferenza nazionale dei Presidenti
delle Consulte provinciali degli studenti, un organismo a suo tempo
fortemente voluto dall'ex ministro Berlinguer, e - almeno in passato -
nettamente orientato a sinistra. Durante la Conferenza, il cui
programma e' stato pubblicato nel sito internet del MIUR (
www.istruzione.it ), sara' esaminato il disegno di legge di riforma
del sistema di istruzione e formazione recentemente approvato dal
Consiglio dei ministri. Gli studenti formeranno tre gruppi di lavoro
(un quarto sara' costituito dagli accompagnatori degli studenti
minorenni), che elaboreranno osservazioni e proposte sul disegno di
legge. Non si sa ancora se il ministro Moratti decidera' di incontrare
gli studenti. Per il momento e' prevista la partecipazione ai lavori
del sottosegretario Stefano Caldoro, che ha la delega per
l'orientamento e le problematiche giovanili.


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