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Tuttoscuola-La Moratti: dialogo sulla Riforma. I Genitori Democratici: lo attui

La Moratti: dialogo sulla Riforma. I Genitori Democratici: lo attui "Dialogo, dialogo, ancora dialogo. E disponibilità a modificare ciò che non funziona. Lo ripeto: la riforma è flessibile, pa...

06/03/2004
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Tuttoscuola

La Moratti: dialogo sulla Riforma. I Genitori Democratici: lo attui

"Dialogo, dialogo, ancora dialogo. E disponibilità a modificare ciò che non funziona. Lo ripeto: la riforma è flessibile, parte come sperimentazione, nel giro di 18 mesi vedremo le cose che funzionano e quelle che non funzionano. E nel frattempo continuerò a confrontarmi e ad ascoltare tutti". Cosi' il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti, in una intervista apparsa questa mattina sul Corriere della Sera, risponde alle proteste e alle manifestazioni contro la riforma della scuola.

Le proteste? "Credo ci siano resistenze culturali, in fondo è la prima riforma complessiva dai tempi di Gentile" dice il ministro, che si dice pronto ad andare "oltre le resistenze culturali, basate su una concezione di scuola che detta regole e standard uguali per tutti, non premia le attitudini e le capacità dei singoli e non va incontro alla libertà di scelta delle famiglie".

Cambia il sistema dei finanziamenti alle università: "Vogliamo che siano valutate e sostenute in base ai risultati. Finora - spiega il ministro - i soldi venivano distribuiti in base al numero di iscritti ma non funzionava, non si incentivavano gli atenei a migliorare. Abbiamo un tempo medio di laurea superiore ai 7 anni e il 65 per cento dei ragazzi abbandona gli studi, in gran parte al primo anno. Ora c'è una bozza di provvedimento che abbiamo inviato alla conferenza dei rettori... Certo, bisognerà dare tempo, fare sperimentazione, studiarla insieme agli atenei. Ma in sostanza cambia tutto. Ci saranno quattro parametri e giudicherà il comitato nazionale di valutazione del sistema universitario. Per il 30 per cento i finanziamenti saranno dati ancora in base al numero di iscritti, ma con una differenza fondamentale: non saranno calcolate le matricole e i fuori corso. Così le università dovranno attrezzarsi per un servizio di tutor che eviti gli abbandoni, e se non riusciranno a laureare i ragazzi se li terranno in carico. Un altro 30 per cento dei fondi sarà calcolato sui risultati dei ragazzi: quanti sono in corso, quanti trovano lavoro entro un certo periodo di tempo... Un altro 30 per cento dipenderà dai risultati della ricerca dei singoli atenei. E il 10 che resta sarà riservato a incentivi, valutando caso per caso...".

Dall'università alla scuola pubblica: "All'inizio - ricorda Letizia Moratti - ho trovato un valzer di supplenze: i ragazzi arrivavano a settembre e fino a gennaio, talvolta a marzo, non trovavano un maestro o un insegnante fisso. In uno dei primi decreti abbiamo fissato le graduatorie al 31 luglio, in agosto si sono assunti 62 mila insegnanti, il primo settembre per la prima volta i docenti erano in classe e pagati. Abbiamo lavorato per una scuola piu' libera e autonoma, meno centralista, capace di educare e trasmettere valori..."

"Le polemiche sul tempo pieno, che in parte dipendono da disinformazione e in parte sono dovute a una concezione culturale diversa - sostiene il ministro dell'Istruzione - Altrimenti non si spiegherebbe, visto che le ore restano le stesse: 40. La differenza è che noi diamo libertà di scelta alle famiglie perchè possano personalizzare il percorso di studi e orientare il ragazzo verso materie dove deve recuperare o al contrario è assai dotato. Dall'altra parte la concezione è: la scuola deve decidere per le famiglie".

Le repliche non si sono fatte attendere. Il ministro Moratti vuole davvero dialogare con tutti? "Allora non continui soltanto a dirlo, lo faccia". Angela Nava, coordinatrice del Movimento dei Genitori Democratici, apprezza la volontà espressa oggi dal ministro Moratti, ma sottolinea che "il dialogo presuppone l'ascolto e la presa di coscienza che a dialogare si è in due. Genitori, insegnanti e studenti in piazza ponevano proprio il problema di essere ascoltati. Finora invece, nonostante le dichiarate e reiterate disponibilità, la Moratti è stata di fatto sorda e si è confrontata solo con associazioni e movimenti di suo gradimento. Noi non vogliamo essere presenzialisti, ma il ministro - conclude Nava - non può selezionare le voci. Se dialogo ha da essere, deve essere a tutto campo e con tutti".


tuttoscuola.com sabato 6 marzo 2004


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