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Tuttoscuola-Incamminati verso la lingua italiana. In ordine sparso

Incamminati verso la lingua italiana. In ordine sparso C'erano anche Norberto Bobbio, Franco Modigliani e Cesare Garboli, scomparsi in quest'ultimo anno, tra i proponenti del "Manifesto agli ital...

12/05/2004
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Tuttoscuola

Incamminati verso la lingua italiana. In ordine sparso

C'erano anche Norberto Bobbio, Franco Modigliani e Cesare Garboli, scomparsi in quest'ultimo anno, tra i proponenti del "Manifesto agli italiani per l'italiano" lanciato nel maggio 2003 dalla Accademia degli Incamminati, e riproposto solennemente alla Camera lo scorso 26 marzo, come già segnalato dalla newsletter di Tuttoscuola.
L'elenco completo dei molti, illustri proponenti, tra i quali spicca il nome di Giulio Andreotti, si trova ora in una piccola pubblicazione, curata dall'Accademia, contenente gli atti del convegno di Ravenna, che lanciò il Manifesto un anno fa (notizie in merito possono essere reperite nel sito degli Incamminati www.incamminati.org).
Nel frattempo non sono mancate le polemiche, anche all'interno della stessa maggioranza, intorno al ruolo e allo spazio che il decreto legislativo sul primo ciclo riserva all'insegnamento e all'apprendimento dell'italiano. AN ha rivendicato il merito di aver virtualmente aggiunto una quarta "i" alla triade berlusconiana, ritenuta troppo sbilanciata in senso tecnologico e internazionale, ma lo ha fatto soprattutto chiedendo (ed ottenendo) l'inserimento nelle "Indicazioni Nazionali" di riferimenti alla struttura formale della lingua: grammatica, sintassi, analisi logica, lessico, metrica ecc.
E' vero che le "conoscenze", tra le quali quelle citate, e le corrispondenti "abilità", elencate nelle "Indicazioni Nazionali" allegate al Decreto legislativo sul primo ciclo, devono essere trasformate dal docente in "obiettivi formativi" e in "Piani di studio personalizzati", e che soltanto il docente è responsabile della valutazione didattica dell'apprendimento realizzato da ciascun allievo, ma che cosa succederà se un genitore chiederà conto al docente dello spazio che avrà riservato al complemento oggetto o alle radici latine dell'italiano? A quante accuse di "omissione" (d'atti d'ufficio?) si presterà il carattere "prescrittivo", cioè obbligatorio per le scuole, delle "Indicazioni Nazionali"? Può la mediazione didattica e pedagogica del docente far venir meno la "prescrittività", per esempio, delle "Basi della metrica (divisione in versi, ripresa di gruppi di suoni, rima, assonanza, consonanza, allitterazione, ecc.)"? Il dibattito è aperto.



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