Tuttoscuola-Il primo decreto per la riforma in Consiglio dei ministri
All'ordine del giorno non c'è invece il ddl sui precari Il primo decreto per la riforma in Consiglio dei ministri Primi passi per l'attuazione della riforma della scuola varata nel marzo scors...
All'ordine del giorno non c'è invece il ddl sui precari
Il primo decreto per la riforma in Consiglio dei ministri
Primi passi per l'attuazione della riforma della scuola varata nel marzo scorso. Venerdì infatti il consiglio dei Ministri, convocato alle 9,30, discute il primo decreto legislativo relativo alla scuola dell'infanzia e al primo ciclo. All'ordine del giorno anche il regolamento per la riforma delle scuole e degli istituti a carattere atipico, mentre non si parla dell'esame del disegno di legge sui precari. Quella che si discutera' è la bozza di decreto legislativo riguardante il primo ciclo di istruzione che il ministro Moratti aveva già presentato, invano, nella primavera scorsa.
La bozza di decreto, approntata dal MIUR subito dopo l'entrata in vigore della legge 53/2003 per la riforma del sistema scolastico, era stata presentata al Consiglio il 9 maggio scorso, ma era stata rinviata alle sedute successive per dirimere alcune questioni sollevate da altri ministri.
Di rinvio in rinvio la bozza ha atteso un mese e più nella prospettiva dell'emanazione del decreto in tempo utile per l'avvio della riforma da settembre 2003.
Tempi tecnici e politici ne hanno infine impedito l'approvazione definitiva.
Ora la bozza torna all'esame del Consiglio.
A suo tempo sembrava che gli ostacoli sollevati fossero di due tipi: uno relativo ad una possibile ricaduta organizzativa sui moduli della scuola elementare per effetto della nuova funzione del tutor e del suo orario di presenza nella classe; l'altro di natura finanziaria connessa alla mancanza di un quadro di riferimento normativo garante dei costi della riforma.
La ripresentazione della bozza fa pensare che siano state trovate le intese all'interno della maggioranza.
Potrebbe anche verificarsi il caso, invece, che tutto sia rimasto come prima e che l'avvio della procedura, che richiederà complessivamente circa tre mesi di tempo per concludersi, serva a pervenire all'emanazione del decreto subito dopo l'approvazione della finanziaria 2004.
Le correzioni potrebbero essere apportate in corso d'opera, ma la norma darebbe immediata visibilità al percorso di attuazione della riforma che sembra aver subito una interruzione.