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TuttoscuolaFOCUS N. 2/98 SOMMARIO Tremonti si è tenuto un po' di soldi destinati ai docenti Quanti aumenti ci vogliono per gli stipendi europei Attuazione della riforma: è partito il conto...

07/04/2003
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TuttoscuolaFOCUS N. 2/98
SOMMARIO

Tremonti si è tenuto un po' di soldi destinati ai docenti
Quanti aumenti ci vogliono per gli stipendi europei
Attuazione della riforma: è partito il conto alla rovescia
Brocca, l'anti-Bertagna
Bertagna e Bastico a confronto. Scintille?
La riforma secondo AN: un po' di Gentile e un po' di Bottai
La scuola in Irak/1: come funziona
La scuola in Irak/2: ma gli USA vogliono cambiarla
Fuga di prof dalle scuole medie
Esclusi nuovamente i docenti elementari dagli incarichi di presidenza
TuttoscuolaMEMORANDUM n. 2/98

Ai lettori di TuttoscuolaNEWS

Siamo lieti di inviare in omaggio questo numero di TuttoscuolaFOCUS, la nuova newsletter di approfondimento.
Il numero 98 di TuttoscuolaNEWS è incluso in questa newsletter, che contiene inoltre notizie e rubriche aggiuntive. Buona lettura.

1. Tremonti si è tenuto un po' di soldi destinati ai docenti

Dopo oltre tre mesi di verifiche e controlli incrociati tra ministero dell'Istruzione e quello dell'Economia sulla reale consistenza dei risparmi da riversare sul contratto della scuola, Tremonti nel Consiglio dei Ministri di venerdì ha dato l'ok e ha sbloccato alcune centinaia di milioni di euro per il rinnovo contrattuale, decurtando però dalla somma quantificata dal MIUR più di 60 milioni di euro (circa 120 miliardi di vecchie lire) che, in base ai suoi conti, non risultavano acquisiti ai risparmi del MIUR da destinare alla scuola.
La trattativa, sospesa da mesi con l'intermezzo dello sciopero del 24 marzo, può ora riprendere sulla base di una nuova direttiva del MIUR che tenga conto dei tagli di Tremonti e andare forse a rapida conclusione. Stime ufficiose fanno prevedere aumenti lordi per docente di circa 150 euro al mese, corrispondenti a circa 105 euro netti in busta paga (per un investimento complessivo di poco inferiore ai 2 miliardi di euro all'anno).
Questa vi cenda tormentata dei risparmi per il contratto che prima di Natale il ministro Moratti aveva annunciato già pronti e che il ministro Tremonti aveva invece congelato, in attesa di accertarne l'effettiva consistenza, merita qualche riflessione.
Primo. Ormai da diversi anni per il contratto della scuola di risorse "fresche" ce ne sono sempre meno; per finanziare i contratti si ricorre sempre più ai risparmi di sistema, un termine che in gergo significa tagliare spese per la scuola (soprattutto con tagli di organico) per ricavare soldi per gli aumenti. Finché resterà così, la prospettiva è quella di un certo numero di anni di risparmi.
Secondo. I sindacati hanno mille ragioni per protestare contro i tagli di organico che penalizzano le prospettive di occupazione, ma sanno benissimo che, senza questa forma di "autocannibalismo", porterebbero a casa pochi spiccioli di aumento per i docenti.
Terzo: in passato capitava che i risparmi di sistema, previsti d a varie norme, non sempr e venivano concretamente attuati, ma consentivano ugualmente di finanziare i contratti (e il bilancio andava in rosso). Tremonti, pressato dalla necessità di rispettare gli accordi comunitari, usa ora il pugno di ferro perché quei risparmi siano reali. Se no, no.

2. Quanti aumenti ci vogliono per gli stipendi europei

Dovrebbe essere dunque di circa 150 euro l'aumento mensile lordo garantito agli insegnanti dal rinnovo contrattuale. Ma, per arrivare al livello della media europea degli stipendi, mancano almeno altri 260 euro al mese.
Rispetto alla media degli stipendi europei registrata nel 2000 (e ammesso che non sia salita per aumenti contrattuali dei diversi Paesi), la differenza mensile di stipendio tra i docenti degli altri Paesi e quelli italiani è infatti di circa 411 euro pro capite, che si ridurrebbero appunto a 260 con gli imminenti aumenti per i docenti italiani. Quei 260 euro mancanti al traguardo europeo comporterebbero un costo annuo, per compensare gli 820 mila docenti italiani (di ruolo e non), di oltre 3,5 miliardi di euro, compresi gli oneri a carico dello Stato.
Dov'è il gap più pesante a livello di grado di scuola? Attualmente le posizioni a confronto fanno registrare, all'inizio della carriera, la dis tanza maggiore per i doc enti delle superiori, che partono con uno svantaggio di circa 151 euro al mese rispetto ai colleghi europei, mentre i docenti di scuola media hanno uno svantaggio contenuto a soli 45 euro mensili.
Ma la forbice si allarga nel procedere della carriera, tanto che a 15 anni il gap diventa per i docenti di scuola media italiani di 411 euro al mese (404 per i docenti delle superiori e 322 per quelli di elementare e materna).
Nel confronto tra il massimo di stipendio che si può raggiungere in carriera, sono i docenti delle superiori a far registrare la maggior distanza dai colleghi europei con quasi 529 euro in meno al mese (più di un milione di vecchie lire), che diventa di 436 euro in meno per i docenti di elementare e di 364 per quelli della media.

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3. Attuazione della riforma: è partito il conto alla rovescia

La riforma è legge dello Stato. Porta il n. 53 del 28 marzo 2003. Dal 17 aprile prossimo entrerà in vigore a tutti gli effetti, dopo i canonici 15 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e da quella data comincerà il conteggio dei 24 mesi per emanare tutti i decreti delegati di attuazione e i 90 giorni di tempo per predisporre il piano programmatico finanziario per il sostegno dei costi della riforma (15 miliardi di euro in un quinquennio?).
Dal 17 aprile comincerà anche la corsa contro il tempo per varare il decreto delegato che dovrebbe consentire di avviare la riforma dal prossimo settembre nelle prime e seconde classi di elementare.
Lo schema di decreto, predisposto dal ministro Moratti, dovrà essere approvato dal Consiglio dei Ministri (primo rischio di stop da parte di qualche esponente della maggioranza che potrebbe chiedere modifiche che recuperino i mancati emendamenti al testo di riforma). Complice il periodo pasquale e delle festività succes sive (e delle campagna e lettorale) potrebbe essere pronto per la fine di aprile, mese in cui i giorni utili sono veramente pochi.
Lo schema sarà poi inviato alla Conferenza unificata Stato-Regioni e alle Commissioni parlamentari, le quali avranno 60 giorni di tempo per esprimere il proprio parere (non vincolante, ma decisivo). E il passaggio nelle Commissioni presenta nuovamente e più concretamente il rischio di richieste di modifica da parte della maggioranza e dell'opposizione.
Esaurita la fase consultiva, il Miur predisporrà lo schema finale del decreto delegato e lo sottoporrà all'approvazione definitiva del Consiglio dei Ministri. Se non verranno bruciati i tempi, sarà già pieno mese di luglio o forse più. Potrà partire la riforma nelle prime classi elementari? Qualche dubbio c'è, anche se l'ordine impartito dal Ministro è di fare presto. L'alternativa non potrebbe che essere quella di una sperimentazione generalizzata nella scuola elementare secondo le norme stabilite dalla procedura vigente. Sa rebbe una beffa, dopo la blindatura del testo di riforma imposta dal Governo alla Camera.

4. Brocca, l'anti-Bertagna

Beniamino Brocca, responsabile scuola dell'Udc, si sta sempre più caratterizzando per la sua ostilità al progetto del docente tutor nella scuola primaria, contenuto nelle "Indicazioni nazionali" predisposte sulla base delle elaborazioni tecniche elaborate dal prof. Bertagna e nella stessa sperimentazione in corso in 250 istituzioni scolastiche.
Brocca, già sottosegretario all'Istruzione e noto per i progetti sperimentali della secondaria, è stato, a suo tempo, un sostenitore della riforma di ordinamento della scuola elementare (legge 148/90), la riforma dei moduli. E, proprio in difesa del modulo didattico, che rappresenta l'unità organizzativa e didattica attuale dell'elementare, Brocca si sta impegnando in un attacco senza sconti contro l'idea del docente tutor-coordinatore, che rappresenta l'elemento di destrutturazione del modulo stesso.
L'ultima occasione si è registrata a Modena al convegno promosso dall'Ufficio Scuola dell'arcidiocesi, dove Brocca parlando d ella figura del tutor ne lla scuola elementare l'ha definita "una sciocchezza" che rischierebbe di "scassare la scuola".
Il totale silenzio della legge delega in merito (non si fa accenno alcuno a riforme organizzative e didattiche della scuola primaria) sembra indirettamente rafforzare la sua convinzione che non sia legittimo, oltre che opportuno, buttare a mare i moduli, mentre le "Indicazioni nazionali", centrando la ragione di fondo della riforma sulla personalizzazione dei piani di studio - che sembra aver incontrato il consenso delle scuole che sperimentano -, sostengono la tesi opposta di superamento del modulo della scuola elementare e di rottura della parità di funzioni dei docenti che lo componevano.
È logico attendersi nelle prossime settimane sviluppi, forse anche clamorosi, di questa profonda divergenza di vedute all'interno della maggioranza che sostiene il Governo e il ministro Moratti.

5. Bertagna e Bastico a confronto. Scintille?

Martedì 8 aprile, alle ore 16.30, l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana ospita un incontro-dibattito sul tema "La scuola dell'autonomia nel sistema nazionale dell'istruzione", in margine al documento preparato da ASTRID (l'Associazione per gli Studi e le ricerche sulla Riforma delle Istituzioni Democratiche) su "Istruzione e formazione dopo la riforma del titolo V della Costituzione".
Molti sono i partecipanti al dibattito, che il programma dell'iniziativa presenta in ordine alfabetico. Ma i primi due, Giuseppe Bertagna, ispiratore della riforma Moratti, e Mariangela Bastico, assessore dell'Emilia Romagna che ha promosso una legge regionale nel quadro del nuovo titolo V della Costituzione, sembrano quelli destinati a misurarsi su una delle questioni nodali della riforma: la linea di confine tra scuola e formazione, e quindi tra area liceale e area professionale, e quindi ancora tra obbligo scolastico (che la legge regionale vorrebbe di fatto innalzare a 16 a nni) e obbligo formativo
Tutti aspetti connessi alla questione del rapporto tra lo Stato e le Regioni nel settore dell'istruzione e formazione professionale, che il nuovo titolo V della Costituzione ha ridisegnato, creando peraltro non pochi rischi di conflitto di competenza tra i due livelli istituzionali, alimentati anche dal ritardo con il quale procede l'approvazione del disegno di legge La Loggia attuativo della riforma costituzionale.
Sul tema "Devolution ' Scuola" segnaliamo l'omonimo dossier su tuttoscuola.com .

6. La riforma secondo AN: un po' di Gentile e un po' di Bottai

Chissà se Letizia Moratti sarà contenta nell'apprendere che la sua riforma non è poi così originale, visto che per i suoi due aspetti più caratterizzanti '#8211; il rilancio della licealità e il varo del canale professionale '#8211; non avrebbe fatto che ispirarsi a Giovanni Gentile per il primo, e a Giuseppe Bottai per il secondo. E' questa, in sintesi, la lettura della riforma che propone sul "Secolo d'Italia" Fortunato Aloi, già sottosegretario di AN nel primo governo Berlusconi e tuttora esponente di primo piano di quel partito.
Secondo Aloi la riforma potrebbe però correre qualche rischio se si allontanasse troppo dai suoi modelli ideali, e lancia qualche dubbio: non saranno troppi i "licei", quando sarebbe bastato puntare sui due "fiori all'occhiello del nostro sistema scolastico", il liceo classico e quello scientifico? Il rapporto con il mondo produttivo si ispirerà alla concezione gentiliana dell'"umanesimo del lavoro", o si tradurrà "semp licemente" nella terza "I" (Impresa) della "scuola di berlusconiana memoria"? Va bene la centralità dell'allievo, ma le conoscenze, ancorché personalizzate, non bastano se la scuola come istituzione abdica al suo ruolo di formare non solo lo studente ma anche il cittadino di domani.
Si annuncia un confronto acceso, quando si entrerà nel merito dei nuovi percorsi liceali e professionali.

VADEMECUM PER LA RIFORMA

E' in edicola il numero di aprile di Tuttoscuola, contenente uno speciale di 22 pagine sull'avvio della riforma, con interventi tra gli altri di:

Giuseppe Bertagna ("Programmi o indicazioni? Equivoci di letture incrociate")
Alfonso Rubinacci ("Attuare i nuovi cicli")
Sergio Govi ("Come sarà la nuova scuola primaria")
Orazio Niceforo ("Così cambierà il lavoro del docente")

E poi: "Perché studiare il latino", di Dario Antiseri; "La Sardegna è pronta", di Armando Pietrella.

E uno speciale sulla disciplina sui Permessi, con tutto quel che c'è da sapere.

Per maggiori informazioni: https://www.tuttoscuola.com

7. La scuola in Irak/1: come funziona

Le scuole irakene non sono tra gli obiettivi colpiti dalle bombe di precisione angloamericane, e sembra che abbiano parzialmente funzionato anche in questi giorni di guerra. Ma come è fatta la scuola di Saddam? Assomiglia alle "scuole coraniche"? Sembra proprio di no. Stando alle informazioni fornite dall'UNESCO il sistema scolastico irakeno è abbastanza simile a quelli europei: la scuola primaria dura 6 anni, la media 3 e la secondaria ad indirizzo generale altri 3.
Dopo la scuola media è possibile seguire corsi di formazione professionale. I primi 9 anni, e anche il decimo per chi sceglie la secondaria a indirizzo generale, hanno un curricolo unificato. Gli ultimi due anni invece si biforcano in un'area letteraria e un'altra a carattere scientifico. Solo il 20% dei giovani in età, però, frequenta la scuola secondaria, e un terzo delle femmine si ferma ancora prima.
La guerra del 1991 ha avuto conseguenze pesanti sulla scuola irakena, e in particolar e sull'educazione degli adulti: secondo il giornale inglese The Guardian la percentuale degli adulti analfabeti è risalita rapidamente negli ultimi 10 anni, e tocca ora quasi il 50% della popolazione.
Ma come e che cosa si studia nella scuola di Saddam? L'orario va da un minimo di 31 a un massimo di 36 lezioni settimanali, e comprende sempre l'"educazione islamica" (4 ore nella scuola primaria, 3 nei gradi successivi), la lingua araba e la matematica. Nella scuola primaria c'è anche un'ora di educazione sociale e morale (poi diventa "civica"), mentre nella secondaria superiore compaiono ore di "educazione nazionale" (una) e anche di addestramento militare e alla difesa civile (da una a due). Per il resto, si studia storia, geografia, le varie scienze, economia, sociologia, persino la lingua curda (2 ore al penultimo anno), e sempre molta matematica, fin dalla prima classe. Insomma, un piano di studi che, a parte le 4 o 3 lezioni di "educazione islamica'quo t; e le 1 o 2 ore di add estramento militare, non è troppo diverso da quelli di molti Paesi europei.

8. La scuola in Irak/2: ma gli USA vogliono cambiarla

Americanizzare la scuola irachena, dopo la fine della guerra, o rispettarne, almeno in parte, l'identità e la tradizione, magari sotto l'egida dell'ONU? Echi del dibattito in corso negli USA tra i "falchi" (Rumsfeld, Condoleezza Rice) e le "colombe" della Casa Bianca capitanate dal segretario di Stato Colin Powell (e da Tony Blair, al di qua dell'Atlantico), si avvertono anche nel settore delle politiche educative che l'alleanza occidentale intenderebbe realizzare nell'Iraq del dopo Saddam.
I "falchi" vorrebbero cambiare radicalmente il sistema educativo iracheno, imponendo programmi e metodologie ispirati al modello americano e fondati sulla centralità dell'allievo, la flessibilità dei curricoli, la formazione di atteggiamenti e valori di tipo critico, l'apertura alla ricerca. In tal senso si sta già muovendo la governativa US Agency of International Development, che offre contratti ad esperti e docenti disposti a trasferirsi in Irak per ricostruire su ques te nuove basi il sistema educativo irakeno. Così, sostiene l'agenzia, verrebbero tagliate le radici del dogmatismo e dell'integralismo, che sono il brodo di coltura dei regimi assolutisti come quello di Saddam. In questa prospettiva, si stanno già facendo progetti ad hoc, e apprestando materiali didattici.
Le "colombe", e non pochi accademici, tra i quali spicca John Dower, professore di storia al MIT (Massachusetts Institute of Technology) sostengono invece che occorre premere per una scuola liberata dall'ideologia e dalle materie imposte dal regime (un po' come si fece in Italia dopo la liberazione), senza però alterare radicalmente l'impianto del sistema educativo: un'impresa giudicata irrealizzabile, e dai costi insostenibili.

9. Fuga di prof dalle scuole medie
Lasciano a settembre la scuola per la pensione 14.500 docenti delle scuole statali, di cui due su tre per dimissioni anticipate dal servizio. Si tratta nell'insieme di una quantità modesta che non raggiunge il 2% della forza complessiva in servizio e che è certamente molto lontana dalle cifre di esodo di massa, quando, a cavallo degli anni '80 e '90 le prime restrizioni misero in fuga le numerose 'baby' presenti nel settore.
I limiti attuali di anzianità di servizio (35 anni di contributi) e di età (57 anni), richiesti per lasciare anzitempo la scuola, frenano le dimissioni che, comunque, in alcuni settori scolastici e in alcune zone d'Italia sono abbastanza consistenti.
Sono i prof. della scuola media che più dei colleghi hanno voglia di raggiungere la pensione anzitempo: su 4.252 pensionati, 3.038, cioè il 71,4%, lascia il servizio per dimissioni ( https://www.tuttoscuola.com/ts_news_98-2.doc ).
Negli istituti superiori la percentuale di dimessi è del 66%, nell'elementare del 62,4% e tra i docenti di materna solamente del 49,7%.
Le ragioni dell'abbandono anticipato sono certamente diverse ma comprendono anche la prospettiva di altra occupazione, più a portata di mano dei docenti laureati della secondaria e, complessivamente, degli insegnanti del nord.
I docenti friulani sono quelli che, in termini percentuali (81,6%), hanno la quota più alta di pensionati per dimissione, mentre i colleghi lucani hanno la quota più bassa (51,2% di dimissionari sul totale pensionati).

10. Esclusi nuovamente i docenti elementari dagli incarichi di presidenza

In vista del prossimo anno scolastico, nel quale con tutta probabilità gli Uffici regionali scolastici dovranno replicare per l'ultima volta (?) gli incarichi di presidenza, il Miur ha disposto con circolare n. 34/2003 la conferma, pari pari, dell'ordinanza annuale dell'anno scorso per gli incarichi di presidenza.
In tal modo, come hanno protestato i sindacati, verrebbero esclusi nuovamente dall'incarico di presidenza i docenti laureati della scuola elementare e materna che, oltre ad aver titolo a partecipare ai concorsi per l'assunzione a dirigente scolastico, recenti sentenze di Tar hanno riconosciuto come legittimati a chiedere l'incarico di presidenza.
Ma il Ministero insiste, provocando una reazione sindacale e il rischio di un nuovo contenzioso.
C'è da dire che questa illegittimità viene da lontano, quando, forzando la norma (art. 477 del Testo u nico che prevede l'istituto dell'incarico nella sola scuola secondaria), fu prevista con circolare l'estensione dell'incarico anche alle scuole elementari (direzioni didattiche), dove da sempre funzionava la reggenza da parte di un direttore didattico di altra sede.
Ma la stessa norma violata fu utilizzata per comprendere solamente i docenti della secondaria tra i possibili incaricati, escludendo appunto i docenti appartenenti al settore dell'incarico (elementare).
Gli incarichi sono stati negli anni confermati, al punto da consentire a presidi incaricati provenienti dalla secondaria di maturare nell'elementare (settore per molti di loro sconosciuto) l'anzianità richiesta per partecipare al concorso riservato attualmente in corso.

11. TuttoscuolaMEMORANDUM n. 2/98

Dentro le scadenze della scuola

N. 2/98, 7 aprile 2003

INDICE

8 aprile - TRASFERIMENTI DOCENTI DI ELEMENTARE '#8211; Pubblicazione movimento
10 aprile - ASSEGNAZIONI A.S. 2003/04 per l'attuazione dell'autonomia scolastica
14 aprile - PENSIONI: trasmissione dati per il pagamento
19 aprile - MOBILITÀ: c'è ancora tempo per ripensarci (ma non per tutti)
21 aprile - domande per INCARICHI DI PRESIDENZA
22 aprile - COLLOCAMENTO FUORI RUOLO per scuole italiane all'estero
28 aprile - PROGRAMMA 2003: trasmissione dati
30 aprile - INTERRUZIONE DI SUPPLENZA per nuova supplenza fino al termine dell'anno
30 aprile - approvazione CONTO CONSUNTIVO 2002
1 maggio - ARION: visite di studio in Europa
7 maggio - MODELLI 730/2003: Consegna dal 24 marzo

8 aprile '#8211; TRASFERIMENTI DOCENTI DI ELEMENTARE '#8211; Pubblicazione movimento
La pubblicazione dei trasferimenti del personale docente di scuola elementare per l'anno scolastico 2003-2004 prevista dall'Ordinanza ministeriale n. 5/2003 per l'8 aprile, con tutta probabilità sarà rinviata a fine giugno.
Il differimento della data si potrebbe rendere necessario a seguito della riapertura del termine per l'iscrizione anticipata degli alunni della scuola materna ed elementare. In tal modo l'incremento dei posti di organico determinato dall'aumento degli alunni inciderebbe favorevolmente sull'organico di diritto, con effetti positivi sulla mobilità di ciascun docente.

10 aprile - ASSEGNAZIONI A.S. 2003/04 per l'attuazione dell'autonomia scolastica
La circolare ministeriale n.25 del 25 febbraio disciplina le assegnazioni al MIUR o agli Uffici Scolastici Regionali di docenti e dirigenti scolastici per lo svolgimento di compiti connessi c on l'attuazione dell'aut onomia scolastica ( https://www.tuttoscuola.com/ts_news_97-6.doc ).
Gli interessati potranno prendere visione dei bandi con l'indicazione delle procedure di selezione entro il 10 aprile 2003.
La domanda di assegnazione, da inviare ad un unico ufficio, centrale o periferico, entro e non oltre il 10 maggio 2003, dovrà contenere le seguenti indicazioni:

cognome, nome, luogo e data di nascita

qualifica

sede di titolarità e di servizio (se diverse)

data di immissione in ruolo

dichiarazione di non aver presentato analoga domanda ad altro ufficio

dichiarazione di superamento del periodo di prova

È importante sottolineare che il personale che sarà assegnato agli uffici centrali o periferici sarà automaticamente collocato fuori ruolo per tutta la durata dell'incarico. Per ulteriori informazioni, si possono consultare le news di febbraio del sito www.istruzione.it

14 aprile '#8211; PENSIONI: trasmissione dati per il pagamento
I CSA provinciali, entro un calendario di scadenze compreso tra il 24 marzo e il 30 maggio, debbono trasmettere i dati necessari alla liquidazione ed al pagamento delle pensioni per il personale scolastico dei diversi ordini di scuola che cessa dal servizio dal prossimo settembre.
Lo prevede l'informativa dell'INPDAP n. 17 del 19/3 u.s., che ha fornito indicazioni per assicurare un trattamento pensionistico aggiornato e tempestivo al personale del comparto scuola che cesserà dal servizio dall'1/9/2003.
I C.S.A. provvederanno ad inviare alle Sedi dell'Inpdap il prospetto dati inserito nell'apposito supporto magnetico secondo le scadenze di seguito riportate:

- 14 aprile 2003 '#8211; Personale docente delle scuole materne;

- 30 aprile 2003 '#8211; Personale docente degli istituti medi di II grado;

- 12 maggio 2003 '#8211; Dirigenti Scolastici;

- 19 maggio 2003 '#8211; Personale docente delle scuole medie di I grado;

30 maggio 2003 '#8211; Personale A.T.A. ed educativo;

Per i docenti di scuola elementare i dati sono già stati trasmessi entro il 24 marzo u.s.

19 aprile 2003 - MOBILITÀ: c'è ancora tempo per ripensarci (ma non per tutti)
Capita spesso, dopo aver presentato domanda di trasferimento, che il personale della scuola, docente ed ATA, sia colto da dubbi e ripensamenti in merito alle richieste formulate.
Escludendo i docenti di scuola elementare e dell'infanzia, per i quali sono già scaduti i termini di presentazione delle domande di revoca della richiesta di mobilità per il prossimo anno scolastico (a meno che non sopraggiungano nuove disposizioni del MIUR), i giochi non sono fatti e c'è ancora tempo per ripensarci, secondo il calendario previsto dall'O.M. n. 5 del 16.1.2003:

scuola secondaria II grado - 19 aprile 2003

scuola secondaria I grado - 3 maggio 2003

personale educativo - 3 maggio 2003

personale ATA - 8 maggio 2003

La domanda di revoca, che non ha bisogno di motivazioni giustificative, va presentata direttamente alla scuola di servizio.

21 aprile: domande per INCARICHI DI PRESIDENZA
I docenti di scuola secondaria di I e di II grado possono presentare domanda per l'inclusione nelle graduatorie provinciali relative al conferimento degli incarichi di presidenza in tutti gli ordini di scuola.
La circolare n. 34 del 3 aprile 2003 del MIUR ha confermato il contenuto dell'ordinanza dello scorso anno, fissando al 21 aprile il nuovo termine per l'inoltro delle domande al direttore generale dell'ufficio scolastico regionale.
Hanno titolo a presentare domanda di incarico i docenti di scuola secondaria con anzianità di servizio di almeno sette anni prestati con il possesso di laurea.
Non è invece previsto l'accesso agli incarichi di presidenza per i docenti di scuola elementare e materna, nonostante nei loro confronti vi siano pronunce favorevoli di TAR e il riconosciut o diritto a partecipare al concorso ordinario di reclutamento dei dirigenti scolastici.
I sindacati della scuola hanno protestato per questa nuova esclusione.

22 aprile '#8211; COLLOCAMENTO FUORI RUOLO per scuole italiane all'estero
L'art. 626 del Testo Unico sulle norme dell'istruzione prevede che il personale scolastico che chiede di svolgere attività dirigente e docente in scuole italiane all'estero sia collocato fuori ruolo.
Il ministero degli Affari Esteri, in data 17 marzo u.s., ha pubblicato sul proprio sito internet (www.esteri.it), alla voce "novità", le modalità per poter chiedere il collocamento fuori ruolo.
Può partecipare il personale docente con contratto a tempo indeterminato, che abbia superato l'anno di prova nel ruolo attuale, alla data del 1° settembre 2002.
La dichiarazione di disponibilità ad un eventuale collocamento fuori ruolo, unitamente ad ap posita scheda, dovrà per venire al Ministero Affari Esteri entro il 22 aprile 2003.
Farà fede il timbro postale. L'indirizzo a cui inviare è: Ministero Affari Esteri D.G.P.C.C. - Ufficio IV - Piazzale della Farnesina 1 - 00194 Roma. Non saranno prese in considerazione le domande sprovviste di curriculum.

28 aprile '#8211; PROGRAMMA 2003: trasmissione dati
Autonomia scolastica sì, ma controllata.
Nei mesi scorsi la maggior parte delle istituzioni scolastiche (l'80% per la prima volta) sono state oggetto di verifica da parte dei sindaci revisori. E' ora in vista un altro intervento di controllo a carattere più generale che impone alle istituzioni scolastiche la trasmissione telematica dei dati di gestione amministrativa per consentire agli uffici scolastici regionali di conoscere i flussi finanziari delle scuole.
La circolare n. 30 del 14 marzo scorso prevede infatti che ogni istituzione scolastica, a partire dal 28 aprile 2003, trasmetta i dati mediante un'applicazione w eb sulla intranet del MI UR.
Dopo la trasmissione dei dati relativi al programma 2003, dovrà seguire la trasmissione dei dati sull'attività gestionale del programma medesimo, le eventuali modifiche al programma e il conto consuntivo del precedente esercizio finanziario 2002.
Le trasmissioni dovranno essere effettuate secondo il seguente calendario:

dal 28 aprile 2003 il Programma annuale 2003;

dal 12 maggio 2003 i dati dell'Attività gestionale 2003 e le eventuali modifiche apportate al programma annuale alla data del 30 aprile 2003;

dal 30 giugno 2003 i dati del conto consuntivo 2002.

30 aprile '#8211; INTERRUZIONE DI SUPPLENZA per nuova supplenza fino al termine dell'anno
Se il docente supplente temporaneo abbandona la supplenza non ha più diritto a nuove nomine per il restante periodo dell'anno scolastico. Se però l'abbandono della supplenza è motivata da una nuova nomina fino al termine dell'anno scolastico, la rinuncia è consentita, purché avvenga entro un certo termine dell'anno scolastico per evidenti ragioni di tutela della continuità didattica.
Il termine utile per questa eventuale rinuncia di una supplenza in corso per accettarne un'altra fino alla fine dell'anno scolastico è fissato dall'articolo 8 del Regolamento per le supplenze dei docenti (decreto ministeriale 25 maggio 2000 https://www.tuttoscuola.com/ts_news_97-7.doc) al 30 aprile.
Questa possibilità di rinuncia alla supplenza in corso per accettarne una più favorevole non è per ò consentita per i docen ti supplenti che già sono in servizio per una supplenza di durata sino al termine delle lezioni.

30 aprile - approvazione CONTO CONSUNTIVO 2002
Scade il 30 aprile il termine, previsto dall'art. 18 del regolamento di contabilità delle istituzioni scolastiche (decreto interministeriale n. 44/2001), per l'approvazione del conto consuntivo da parte del Consiglio di istituto.
Si tratta della prima volta che l'adempimento avviene da quando funziona l'organo di controllo dei revisori dei conti.
Entro tale termine il conto consuntivo, sottoposto dal direttore dei servizi generali e amministrativi all'esame del Collegio dei revisori e accompagnato da una dettagliata relazione che illustra l'andamento della gestione e i risultati conseguiti, è sottoposto all'approvazione del Consiglio.
Il termine peraltro, con tutta probabilità, sarà protratto di due mesi, come sta per comunicare con apposita circolare il Miur, a seguito di richieste sindacali che hanno raccolto l e difficoltà delle scuol e nel compilare la modulistica predisposta. Dovrà quindi essere ridefinita anche la scadenza del 15 maggio per l'invio del consuntivo agli Uffici scolastici regionali.

1° maggio '#8211; ARION: visite di studio in Europa
Il programma comunitario Socrates, consente agli operatori del settore dell'istruzione e della formazione di effettuare visite di studio di cinque giorni nei Paesi europei. Con nota prot. 6257 del 1.4.2003, il MIUR ha precisato che dirigenti e personale docente utilizzato presso il MIUR e gli Uffici scolastici regionali, dirigenti scolastici e direttori amministrativi di scuole statali e paritarie, assessori e funzionari degli Enti locali possono presentare domanda per concorrere all'assegnazione di una delle 208 borse di studio Arion messe a disposizione dei candidati italiani, per un importo medio di 1.225 euro.
Ai fini della selezione saranno presi in considerazione il curriculum professionale, in cui dovranno essere esplicitati gli obiettivi che si intendono perseguire partecipando alla visita di lavoro, e la conoscenza di una o più lingue straniere.
Il modulo di candidatura, che può essere scaricato dal sito www.indire.it, dovrà essere compilato in triplice copia (una nella lingua di lavoro prescelta) dal candidato e vistato dal superiore gerarchico.
La domanda dovrà essere inviata per posta entro il 1° maggio 2003 all'Agenzia Nazionale Socrate '#8211; Via Nardo di Cione 22 '#8211; 50121 Firenze (fa fede, ovviamente, il timbro postale).

7 maggio - MODELLI 730/2003: Consegna dal 24 marzo
Scattate dal 24 marzo, secondo un preciso calendario riportato analiticamente sui cedolini dello stipendio, le operazioni per la consegna agli Uffici delle Direzioni Provinciali dei Servizi Vari dei modelli 730/2003 da parte del personale della scuola. Sia coloro che si erano già avvalsi nel 2002 di tale servizio, sia quelli che lo richiedono per la prima volta per il 200 3, possono presentare il modello, compilato e sottoscritto, all'ufficio di appartenenza entro e non oltre il 7 maggio 2003.
Il modello può essere inoltrato, mediante apposita delega, anche tramite le segreterie scolastiche che, comunque, non sono tenute a verificare l'esattezza dei dati riportati.
Attenzione: assieme al modello 730/2003 deve essere consegnata obbligatoriamente anche la busta contenente il modello 730/1 per la scelta della destinazione dell'otto per mille dell'IRPEF.

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