Tuttoscuola-Autonomia delle scuole/1. Crescono le insidie
Autonomia delle scuole/1. Crescono le insidie Le Regioni. Il garante della privacy. Le Direzioni scolastiche regionali. La Corte dei Conti. Le associazioni dei consumatori. Per non parlare dei si...
Autonomia delle scuole/1. Crescono le insidie
Le Regioni. Il garante della privacy. Le Direzioni scolastiche regionali. La Corte dei Conti. Le associazioni dei consumatori. Per non parlare dei sindacati e di certe RSU. Tutti si affannano a dire che cosa le scuole devono o non devono fare. Sta forse volgendo al termine la breve stagione felice dell'autonomia delle scuole, culminata nel varo del DPR 275/1999 (Regolamento dell'autonomia scolastica)? Che significato acquistano, nel presente contesto, l'autonomia organizzativa e didattica, e quella di ricerca, sperimentazione e sviluppo?
Alcune Regioni (vedi la Toscana) hanno formalizzato in atti amministrativi come una volta faceva il fu Ministero della Pubblica Istruzione - il divieto alle scuole di sperimentare la riforma del secondo ciclo, mentre altre (vedi la Lombardia) privilegiano quelle che sperimentano il canale professionale. Il garante della privacy chiede, anzi pretende, che il portfolio delle competenze sia privato di buona parte dei suoi contenuti didatticamente più significativi. Alcuni Direttori generali regionali percepiscono i dirigenti scolastici come "loro" dipendenti, e ne condizionano l'attività. Le Corti dei Conti, sia quella centrale che quelle regionali, sembrano intenzionate ad effettuare verifiche sempre più minuziose sui bilanci delle singole scuole, entrando nel merito della qualità delle scelte effettuate. I consumatori protestano per i libri di testo. I sindacati e le RSU non favoriscono di solito la flessibilità dell'offerta formativa.
Insomma, l'impressione è che molti non si fidino affatto della capacità delle singole scuole di gestire le varie forme di autonomia ad esse assegnate almeno sulla carta dal DPR 275/1999, e che ci sia una certa rinascente nostalgia per i modelli centralizzati, con la complicazione (per le scuole) costituita dal fatto che al centralismo dello Stato, declinante ma ancora consistente, si possa sommare il neocentralismo rampante delle Regioni. A quando una seria riflessione sul tema?