Tutti a scuola a tempo ridotto «Tagli agli orari fino al 20%»
Il rapporto del comitato per il rientro a settembre «Elementari, garantite 4 ore di lezione su 5 giorni Nelle classi serviranno 100 mila insegnanti in più»
T ornare a scuola, tornare tutti. Ma per farlo potrebbe essere necessario andarci per meno ore, per meno giorni. Nell’anno scolastico 2020/2021 si potrebbe perdere fino al 20 per cento dell’orario: saltando un’ora al giorno, andando a scuola solo per quattro giorni alla settimana, o programmando periodi di «vacanza» forzata. È lo scenario indicato nel rapporto — quasi sessanta pagine — che il comitato guidato da Patrizio Bianchi ha consegnato alla ministra Lucia Azzolina. Non sono solo consigli tecnici, anche se si propone per esempio di reintrodurre il medico scolastico. Nel rapporto ci sono accenni di vera e propria riforma della scuola, anche se le proposte devono valere solo per il prossimo anno. Si consiglia tra l’altro di non buttare tutta l’esperienza del digitale di questi mesi anche perché «potrebbe accadere che ci sia necessità di farvi ancora ricorso».
Ma le «leve» su cui dovrà poter contare la scuola del Coronavirus per poter ricominciare prevedono: «La riduzione dell’orario annuale obbligatorio fino ad un massimo del 20 per cento»; «la riduzione dell’unità oraria fino a un minimo di 40 minuti»; l’incremento dell’organico dei docenti solo per il prossimo anno fino al 10-15 per cento, che significherebbe circa 100 mila insegnanti in più; e addirittura la rivisitazione «dei nuclei essenziali delle discipline», cioè dei programmi, che potrebbero essere ridotti a vantaggio di altre attività .
Ecco nel dettaglio che cosa prevede il rapporto a seconda del grado scolastico. Per le scuole materne l’attività si deve svolgere in piccoli gruppi sempre uguali e con gli stessi insegnanti. Alle elementari si richiede alle scuole di «garantire almeno 20 ore settimanali, per esempio 4 per cinque giorni». Per mantenere gli attuali tempi scuola, cioè per le restanti 20 ore del tempo pieno, i bambini potranno fare attività extrascolastiche affidate anche a personale di associazioni di volontariato.
La didattica digitale
«Esperienza da non archiviare: potrebbe essere necessario utilizzarla ancora»
Per quanto riguarda le scuole medie e superiori la proposta del comitato è di dividere il tempo scuola in una parte «formale», cioè «fatta di lezioni e attività dei docenti secondo le forme note e usuali» e una parte «informale» con «attività e percorsi che nascano da patti educativi di comunità» in contesti oltre la scuola. Che cosa vuol dire lo spiega lo stesso rapporto: si prevede «la riduzione del monte ore annuale delle discipline», il taglio della durata delle lezioni con l’accortezza di «aggregare far loro più ore della medesima disciplina». Il comitato specifica che rivisitare il curriculum tradizionale non sarà necessariamente una perdita in termini di competenze, perché andranno previste attività «di arricchimento e approfondimento» fuori dall’aula. Saranno comunque i presidi a decidere come organizzarsi, sempre che la ministra Azzolina accolga le proposte nelle linee guida.
Difficile per esempio che si possa aumentare l’orario in classe dei professori, come accenna il comitato: si tratterebbe di un’ipotesi transitoria da concordare con i sindacati. Sindacati che hanno già proclamato lo sciopero l’8 giugno chiedendo più risorse e regole certe per la ripresa dell’anno scolastico. Nella maggioranza Elena Boschi e Gabriele Toccafondi di Italia Viva protestano contro le misure sanitarie pubblicate dal Cts: «Con le regole prescritte non sarà possibile riprendere fisicamente le lezioni a settembre».