Tribuna di Treviso-Sperimentazione privata docenti statali: non c'è tempo

SCUOLA
Sperimentazione privata docenti statali: non c'è tempo

m.s.

La sperimentazione della riforma Moratti bocciata dalla scuola pubblica, passa alle scuole paritarie. Dopo il voto negativo espresso dai collegi docenti di Riese Pio X e dell'istituto comprensivo di Preganziol, designati dalla direzione didattica regionale, il testimone della riforma della scuola materna ed elementare, va agli istituti paritari della provincia. Si dichiarano aperti ad accogliere la sfida il collegio Astori di Mogliano, gli istituti Filippin di Paderno del Grappa e il collegio Dante di Vittorio Veneto. "Avevamo dato disponibilità già nei mesi scorsi - spiega la direzione del collegio Astori (che accoglie 850 alunni tra elementari, medie e superiori)- ma non era stata accolta dalla direzione regionale, ora che il Ministero ha aumentato il numero delle private". Agli istituti Filippin (500 alunnni, di cui 34 alle materne e 74 alle elementari), molti aspetti della riforma sono già applicati nell'organizzazione e nella didattica. "Per noi non sarebbe un cambiamento radicale - dichiara il direttore Carlo Contri - già da tempo informatica ed inglese sono affrontate fin dai primi anni di scuola, in modo graduale". E' a favore anche Massimo Magagnin, direttore del collegio Dante e presidente della Federazione delle attività educative: "Sarà possibile inserire i bambini di cinque anni e mezzo solo il prossimo anno - dice - gli altri aspetti della sperimentazione sono tutti stimoli positivi e importanti". Si mostra cauto invece Lino Armellin, presidente delle scuole materne paritarie (Fism): "E' molto difficile anticipare l'inserimento scolastico di bambini molto piccoli - dice- la materna rischia di trasformarsi in struttura assistenziale sociale". Resta la perplessità dovuta ai tempi ristretti, la stessa che ha motivato il no degli insegnanti negli istituti statali: "La proposta è respinta - si legge nei verbali del collegio di Riese - per il tempo di preparazione insufficiente, e l'imprecisa definizione del ruolo dell'insegnante tutor".