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Tribuna di Treviso-La scuola si dibatte nell'incertezza

La scuola si dibatte nell'incertezza E chi paga sono ragazzi e famiglie Maria Luisa Campagner Consigliere regionale La Margherita Insieme per il Veneto E'argomento di questi giorni: prima, il m...

09/08/2002
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La scuola si dibatte nell'incertezza
E chi paga sono ragazzi e famiglie

Maria Luisa Campagner Consigliere regionale La Margherita Insieme per il Veneto

E'argomento di questi giorni: prima, il ministro dell'Economia Tremonti limita severamente la tanto discussa riforma della scuola del ministro Moratti. La prevista crescita economica nazionale, infatti, non è ancora arrivata: le entrate sono ferme, il deficit è in crescita, urge tagliare e risparmiare. Insomma, pare che la riforma Moratti non si faccia più. Poi, invece, Berlusconi rilancia la sperimentazione - considerata priorità dal Governo - su 200 scuole (ma quali? E quali nel Veneto? E con quali soldi?). Non si capisce in che termini: sono solo sparate estive? E intanto tutto stagna, famiglie e insegnanti vivono nell'incertezza, il nuovo anno scolastico è quasi alle porte (come partirà?). E sono state accantonate le precedenti riforme dell'Ulivo, faticosamente realizzate attraverso Commissioni di studio e scelte meditate, data la complessità di un mondo - quello della scuola e dell'educazione - che richiede programmazione e lungimiranza. Nel momento in cui la Gran Bretagna ha deciso di investire fino al 6 per cento del proprio Pil nella scuola pubblica, considerata settore strategico, e la Svezia impegna più dell'8 per cento del Pil, in Italia ci si assesta su un misero 4,6 per cento: insomma, di scuola non si parla. E, nonostante le strombazzate premesse elettorali di Berlusconi e Moratti, tutto il settore versa in uno stato di immobilismo e grave incertezza. Un anno perso: se a livello nazionale è ora tutto bloccato, di sicuro non va meglio sul fronte regionale. Un gran battage per quanto riguarda il buono scuola voluto dalla Giunta Galan, attuato molto in fretta e, a onor del vero, con estrema diligenza da parte degli uffici competenti; ma, nel merito di altre proposte, di un progetto di base, non vola una mosca. Anche in Regione, insomma, è tutto fermo. Disegni di legge sulla scuola, presentati da noi come da altri colleghi, giacciono da ormai due anni in qualche cassetto. Il confronto e la dialettica democratica sul tema sono rinviati, così ci hanno detto in Commissione, perché manca la copertura finanziaria. Ma se i mezzi sono limitati, occorre allora stilare un elenco delle priorità. E la scuola lo è. E' chiaro che, invece, le scelte della Giunta vanno in altre direzioni. Ma questo è un settore fondamentale sul quale investire! Riguarda il presente e il futuro dei nostri giovani. Di proposte ce ne sarebbero. Non basta un buono scuola, peraltro discusso e discutibile per i criteri di assegnazione adottati dalla Giunta, per dare nuova linfa al sistema dell'istruzione in Veneto. Manca, e ce n'è bisogno, una progettualità di fondo, una visione d'insieme sul mondo della scuola e della formazione, che contempli obiettivi chiari, tempi certi, risorse, collegamento tra la scuola, le famiglie, i diversi ordini di scuola, e tra questi e il mondo aziendale e imprenditoriale, che chiede risposte alle sue istanze. E' necessario investire sulla prevenzione dell'abbandono scolastico, tutelare il diritto allo studio per tutti, indipendentemente dal reddito e dalla provenienza sociale, garantendo le medesime opportunità di qualità del servizio scolastico e di successo formativo. Ma è indispensabile investire anche sulla formazione permanente, rivolta non soltanto agli studenti, che vanno aiutati nel loro percorso di inserimento nel mondo lavorativo, ma anche alle donne che desiderano riqualificarsi e reinserirsi nel lavoro, e agli adulti che pensano di riprendere l'iter scolastico interrotto, agli stranieri che vogliono e devono imparare i fondamenti di un nuovo mestiere, di una lingua, di una cultura nella quale sono inseriti, ma anche ai loro ragazzi, per promuovere -anche attraverso l'apporto di appositi mediatori culturali- un'integrazione sociale e culturale sana e positiva nel nostro territorio: a tutti loro restituiamo dignità umana e professionale. E anche chi ha difficoltà di qualsiasi tipo, siano esse fisiche o economiche, ha diritto a studiare, a costruirsi una propria strada sociale e professionale: ecco il motivo della nostre assidue richieste alla Giunta veneta di istituire non solo il "prestito d'onore" per gli studenti meritevoli e capaci, ma sprovvisti di mezzi, ma anche di provvedere alla fornitura di libri di testo gratuiti, servizi mensa e trasporto o facilitazioni di viaggio, servizi residenziali e sussidi individualizzati per i disabili. Sono solo sogni? A mio parere è una base minima per poter ragionare seriamente di scuola in questa nostra ricca e avanzata regione quale è oggi il Veneto, ed attuare interventi idonei. La Giunta Galan ristagna nella palude dell'indifferenza e dell'immobilismo... e intanto sono le famiglie, i ragazzi, ma anche il corpo insegnante, a farne le spese.


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