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Tre anni in meno per diventare medici

Via alla riforma: specializzazioni più brevi e niente esame di Stato. Ma serve l´ok dell´Europa

29/07/2011
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la Repubblica

Gelmini e Fazio: l´obiettivo è arrivare in corsia prima di essere trentenni
CORRADO ZUNINO

ROMA - La prima riforma universitaria nel dettaglio, Facoltà di Medicina, trova ampi consensi dopo una lunga stagione di contestazione nei confronti del ministro dell´Istruzione Mariastella Gelmini. Ieri mattina, accompagnata a Palazzo Chigi dal responsabile della Salute, Ferruccio Fazio, la Gelmini ha presentato un progetto netto che chiede ai futuri medici due cose: costate meno come studenti ed entrate nella professione prima, «oggi ve ne offriamo la possibilità». Punto centrale del nuovo percorso di formazione medica è la specializzazione, la fase che segue la laurea: dai 4-6 anni precedenti passa ora a 3-5 anni (a seconda della branca, sono 58 in tutto). Si taglia una stagione di studi, per alcune specialità anche due, portando l´intero percorso universitario a 9-11 anni contro i 10-13 precedenti.
Nella visione Gelmini-Fazio, ci si potrà specializzare entro i trent´anni e si potrà entrare in corsia tre anni prima «facendo pratica negli ospedali con regolari contratti». A tempo determinato, s´intende. Nel taglio delle specializzazioni entrano branche regine: Chirurgia generale e Neurochirurgia passano dai sei ai cinque anni. Medicina dello sport, Scienze dell´alimentazione e Fisioterapia scendono da cinque anni a tre. Cambieranno natura i percorsi: i primi due anni saranno a forte valenza teorica e i restanti due-tre tutti dedicati all´attività. «Gli specializzandi al terzo anno inizieranno a fare i medici, cosa oggi impossibile», ha assicurato Fazio, «si crea la figura del medico resident che vediamo nelle serie televisive». Nel solco dei tagli, continua la chiusura di scuole di specializzazione: si è passati dalle 1.800 sedi del 2008 alle attuali 1.100.
Restano immutati i sei anni di laurea, ma la seconda novità di Medicina arriva sui tre mesi del tirocinio valutativo: con la riforma, che su questo punto chiede un´approvazione europea e una legge nazionale ad hoc, i novanta giorni devono rientrare nei sei anni (oggi sono successivi) e consentiranno di conseguire una "laurea abilitante" e non far perdere undici mesi per l´ingresso nelle scuole di specializzazione a chi si è appena laureato e ha perso il carro dell´Esame di Stato (che la riforma di fatto elimina). Infine, durante l´ultimo anno di specializzazione sarà consentito svolgere contemporaneamente il dottorato.
Per l´accesso alle facoltà di Medicina resta il numero chiuso. «Abbiamo quattro medici ogni mille abitanti a fronte di una media Ocse di 3,3», ha detto Fazio. «Con le nuove regole scenderemo a 3,5, non abbiamo bisogno di nuovi dottori». In realtà, nei prossimi dieci anni andranno in pensione più medici di quanti giovani si saranno specializzati: la metà degli ospedalieri lascerà tra il 2012 e il 2021. La Cgil non contesta, ma segnala il rischio di sfruttare diecimila medici specializzandi-precari, «chiamati a svolgere turni di guardia e di ambulatorio da soli».

 

 

 
 


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