Tirreno-Verso il maxi sciopero
Pagina 11 - Toscana Verso il maxi sciopero Sarà il 26, stavolta in piazza anche la scuola In Italia. Ovunque agitazioni, in molti casi proseguiranno per tutto il mese ...
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Verso il maxi sciopero
Sarà il 26, stavolta in piazza anche la scuola
In Italia. Ovunque agitazioni, in molti casi proseguiranno per tutto il mese L'Ulivo con i docenti
ROMA. Una cordata di protesta ha unito ieri le università italiane e le salderà ancora il prossimo 26 marzo per uno sciopero generale al quale potrebbero unirsi anche le scuole.
La proclamazione ufficiale ancora non è arrivata, ma la data ormai sembra essere quella. Bersaglio della mobilitazione è il disegno di legge delega per il riordino dello stato giuridico della docenza presentato dal ministro Moratti. Un provvedimento di cui, da più parti, si chiede il ritiro. Sotto accusa la precarizzazione del lavoro universitario, la messa a esaurimento del ruolo dei ricercatori, il blocco delle assunzioni, la scarsità dei finanziamenti.
Parecchi i rettori che hanno aderito alla protesta e tanti pure gli studenti che hanno solidarizzato con i propri professori. Occupazioni dei rettorati e assemblee di ateneo hanno avuto inevitabili ripercussioni sulla didattica. Alcune università proseguiranno la mobilitazione anche nei prossimi giorni in attesa dell'appuntamento nazionale del 26. "Questa riforma spezza il collegamento tra università e ricerca, facendo diventare gli atenei dei semplici superlicei per la preparazione di massa degli studenti, ma senza eccellenza", ha spiegato il prorettore della Sapienza dove alcuni esami sono stati verbalizzati in piazza.
Nell'ateneo romano di Tor Vergata anche per oggi è previsto il blocco delle lezioni. A Venezia la protesta è stata simboleggiata ieri da un singolare gioco dell'oca, distribuito in forma di volantino, in cui vengono evidenziate tutte le difficoltà per raggiungere e poi, eventualmente, seguire la carriera di docente. Il Politecnico di Torino ha votato un documento fortemente critico sul ddl Moratti mentre il rettore dell'università degli studi della città, Rinaldo Bertolino ha partecipato all'assemblea assieme a centinaia di docenti. L'università di Bari ha annunciato il blocco delle lezioni per tutta la prossima settimana e gli studenti dell'Università della Calabria, dove da circa una settimana è in atto l'autogestione, non escludono di proseguire anche nei prossimi giorni. Riforma bocciata anche negli atenei sardi: a Cagliari il rettore Pasquale Mistretta ha portato la sua solidarietà ai manifestanti e lo stesso ha fatto a Sassari il suo collega Alessandro Maida. Nel coro delle proteste c'è anche la voce di docenti e ricercatori degli atenei abruzzesi. Affollatissima l'assemblea nell'università di Trieste: "Sono accanto a voi" ha affermato il rettore Domenico Romeo aprendo il dibattito. Aule gremite anche a Firenze e Pisa (ne parliamo a parte), ma anche a Napoli, Benevento, Salerno, Macerata, Trento e Genova. Solidali con i manifestanti gli studenti dell'Unione degli universitari e gli esponenti dell'opposizione.
Anche i politici scendono in campo. "Chiediamo al governo e alla Moratti - ha dichiarato il segretario dei Ds Piero Fassino - un ripensamento complessivo di questa riforma e nello stesso tempo continuiamo a lavorare insieme con i docenti e i ricercatori per elaborare proposte che ci permettano di costruire l'università migliore per tutto il Paese". Enzo Carra della Margherita ha invitato il ministro a partecipare a qualche assemblea di ateneo invece di andare in tv mentre secondo Rifondazione comunista il prossimo passo non può che essere una unificazione della lotta di scuola e università.
A difendere la Moratti e la riforma sono Antonio Martusciello e Mario Mauro di Forza Italia. "Sa tanto di ideologia - afferma Mauro - la levata di scudi contro la bozza di riforma dell'università proposta dal governo". "E invece il provvedimento - assicura Martusciello - allinea la nostra università al sistema universitario Usa e a quello più avanzato d'Europa".