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Tirreno-La Moratti? In castigo dietro la lavagna

La Moratti? In castigo dietro la lavagna Tutti i guai della riforma: meno insegnanti e strutture bloccate La bella biblioteca alle Lambruschini rimasta senza personale DON...

28/09/2004
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Il Tirreno

La Moratti? In castigo dietro la lavagna
Tutti i guai della riforma: meno insegnanti e strutture bloccate
La bella biblioteca alle Lambruschini rimasta senza personale
DONATELLA FRANCESCONI


LIVORNO. C'era una volta una scuola che aveva una bella biblioteca, con le poltroncine per i suoi piccoli ospiti, tanti libri per crescere e divertirsi, una maestra che la curava. Poi, come ogni favola vuole, l'incanto si è spezzato, l'insegnante distaccata è stata riportata dietro la cattedra dalle disposizioni sui nuovi organici come da riforma Moratti, e la biblioteca delle "Lambruschini" non ospita più i piccoli utenti. Che avevano imparato, grazie al progetto messo in piedi dalla loro scuola, ad apprezzare le storie di carta.
A raccontare, con passione e rabbia, cosa è successo alle Lambruschini (90 insegnanti divisi tra due scuole materne e tre plessi di elementari) è Roberta Bani: "La biblioteca c'è - spiega - ma manca chi la faccia funzionare. E pensare che in mezzo ai libri i bambini avevano imparato a trascorrere anche l'intervallo". Presi dalla lettura, calmati dal fruscio delle pagine invece che agitati dai bip-bip dei giochini elttronici. E, a proposito di suoni, quello della biblioteca non è l'unico progetto venuto meno alle Lambruschini: "Avevamo da tempo - racconta ancora l'insegnante - un insegnante competente distaccato per il laboratorio di musica. Che si svolgeva a rotazione, ogni anno su una fascia di classi. In quinta, tutti erano coinvolti nel progetto al quale i ragazzi erano molto affezionati. Ora il progetto non c'è più perché il collega non ha avuto rinnovato il distacco".
Classi da 30 alunni. Quello raccontato da Roberta Bani è un progressivo scivolamento verso il ridimensionamento dei progetti dell'autonomia scolastica: un pezzo qui e uno là, anche le scuole livornesi vedono rosicchiato il lavoro faticosamente messo in piedi. Mentre le classi scoppiano e ottengono uno "sconto di pena" solo se sui banchi siedono studenti disabili. Così, mentre al liceo scientifico Fermi di Cecina la divisione degli alunni nelle classi è stata fatta contando fino a 32, al pedagogico Niccolini di Livorno si è scesi fino a 26-27 - spiega un'insegnante - proprio in virtù della presenza di portatori di handicap.
Nonostante la "riduzione" dell'affollamento in classe rimanga aperta - segnalano i professori - la questione della frequenza di numerosi alunni immigrati, molti dei quali arrivano ora dal proprio paese d'origine. Magari con un corso di studi adeguato alle spalle, ma senza sapere una parola di italiano. Del loro sostegno si sono fatti carico i corsi organizzati dalle associazioni di volontariato a titolo gratuito.
Edilizia scolastica. Tra gli allarmi lanciati dal corpo docente delle scuole della provincia - che ieri hanno partecipato numerosi all'incontro organizzato alla "Bottega del caffè" nell'ambito del "Settembre pedagogico" - anche quello, al primo posto nelle preoccupazioni, sullo stato dell'edilizia scolastica. Emblematico è il caso proprio del Fermi di Cecina, i cui studenti sono stati divisi in due sedi dopo la demolizione della sede originaria dichiarata inagibile. Questo accadeva un anno e mezzo fa. Oggi i ragazzi frequentano le lezioni per metà nella succursale, dove sono stati aboliti i laboratori per far posto alle classi, e per l'altra metà in una palazzina adibita a uffici. Con il risultato che, in questi giorni di autunno caldo, le uniche finestre apribili sono abbaini. In questa condizione - spiega un'insegnante - la scuola starà almeno per un altro anno. Se va bene.
La musica è finita. Sul piede di guerra sono anche gli insegnanti di musica della provincia, appoggiati dai genitori di quelle scuole dove le note entravano in aula dalla porta principale, al pari delle altre materie. È il caso delle medie inferiori Borsi che da anni si propongono un gradino più su nel panorama dei saggi di fine anno scolastico. Per ora i corsi continueranno, ma per il prossimo anno non c'è certezza. "Quello che è sicuro, invece - spiega la professoressa delle Bartolena, Gabriella Brizzi - è che ci batteremo, come insegnanti di musica, affinché questa materia riacquisti pieno diritto di esistere nelle nostre scuole".
Con loro, forse, anche gli insegnanti di lingua straniera costretti a occuparsi - in alcune scuole cittadine - anche di 9-10 classi per ciascun professore.
Appello alla politica. L'incontro di ieri - conclude Massimo De Santi, coordinatore livornese del Comitato genitori democratici - ha visto una buona partecipazione di componenti del mondo della scuola. Altrettanto non si può dire dei politici e questo ci preoccupa. Anche alla luce di quanto dichiarato nel corso dell'assemblea dal giurista Corrado Mauceri che ha definito la riforma Moratti "inemendabile" e portatrice di una componente "eversiva" rispetto ai dettami costituzionali".


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