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Tirreno-Difendo l'istruzione pubblica senza pregiudizi ideologici di parte

Difendo l'istruzione pubblica senza pregiudizi ideologici di parte Diventa difficile ri...

14/09/2004
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Il Tirreno

Difendo l'istruzione pubblica senza pregiudizi ideologici di parte


Diventa difficile rispondere a chi per controbattere le idee altrui si scaglia con affermazioni generiche. Sugli asili nido e scuole materne cosa centra l'ideologia? Da dove ha ricavato, don Piergiorgio Baronti, che il sottoscritto "sottovaluta quello che fa chi non appartiene alla propria cultura e militanza politica"? Intervengo come segretario generale della funzione pubblica Cgil, a difesa della scuola pubblica e nel caso specifico di quella dell'infanzia.
Lo devo ammettere, sono uno strenuo difensore della scuola pubblica in barba alla politica e all'ideologia! Lo sono quando il ministro si chiama Giovanni Berlinguer o quando si chiama Letizia Moratti (il problema è che il ministro Moratti non sembra essere molto convinto della necessità di difendere e rilanciare la scuola pubblica). Ma vorrei che, prima di promuovere o di finanziare la "scuola privata", lo Stato facesse sino in fondo il suo dovere e desse risposta a tutte le domande di iscrizione. Se poi il genitore vuole scegliere la scuola privata deve essere libero di farlo, ci mancherebbe altro. Ma deve essere una libera scelta e non imposta dal fatto che la scuola pubblica non riesce a dare le risposte che dovrebbe. Quello che chiedo e sui cui combatto la mia battaglia come sindacalista e cittadino, lo dovrebbe chiedere per primo chi vuole tutelare la scuola privata.
Veda, Don Baronti, lei può considerare questa posizione "ideologica" ma prima di esprimere certi giudizi e valutazioni dovrebbe forse capire meglio il pensiero degli altri. In questo contesto rimango convinto che il controllo dell'istruzione debba rimanere nella mani dello Stato. Questo non vuol dire che non debbano o possano esistere "scuole private" né che in queste scuole non si rispetti la qualità necessaria. Ma sono convinto che il pubblico garantisca di più!
Partendo dal presupposto che lo Stato (enti locali) in primis debba proporre un'offerta sufficiente ad accogliere tutte le domande, abbiamo, come sindacato, concertato con molte amministrazioni locali l'ingresso del privato nei servizi della scuola dell'infanzia. Con due pregiudiziali: la qualità del servizio ed i diritti delle lavoratrici delle strutture private.
Sinceramente non capisco a cosa si riferisce quando afferma che "in certe scuole pubbliche non si può più parlare del Natale, della Pasqua...". Non crede che la nostra storia si comprenderà meglio studiando la storia ed il pensiero anche di altre civiltà e religioni, alcune precedenti al cristianesimo, che hanno lasciato un segno importante anche nella nostra civiltà cristiana. E poi quando parlo di scuola pubblica, parlo di tutta la scuola, "dagli asilo nido all'università". Da dove ha cavato l'idea che per me le lavoratrici ed i lavoratori delle scuole statali sono "sottospecie di lavoratori!"?
Andrea Brachi Segretario generale Cgil-Fp di Pistoia


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