Test d’ingresso all’università, tre studenti su 4 pronti a fare ricorso
In un sondaggio di Skuola.net, si dicono pronti ad adire alle vie legali, appigliandosi anche al minimo cavillo, pur di non perdere l’occasione di entrare nella facoltà dei sogni. I più agguerriti sono gli aspiranti medici. Il 3% opta per l’università all’estero
Valentina Santarpia
Se il test d’ingresso all’università sbarra la strada, esiste sempre la via del ricorso. Quel che conta è passare e, pur di raggiungere lo scopo, la stragrande maggioranza degli studenti è pronto a ricorrere al tribunale. Basta una qualsiasi eventuale irregolarità, seppur minima, riscontrata durante il giorno delle prove. I più agguerriti? I candidati al test di Medicina. A meno di una settimana esatta al via alle prove di ammissione alle facoltà ad accesso programmato, Skuola.net ha realizzato un sondaggio online su circa 1000 aspiranti universitari, e ha scoperto che il 47% degli aspiranti universitari, se non dovesse superare il test a causa di qualche grave irregolarità, farà ricorso. Più sfacciato un altro 1 su 4, che invece afferma che gli basterà una piccola infrazione al regolamento. Ragazzi esasperati dalle prove di ammissione? Forse, visto che spesso sono proprio queste a tenerli fermi per anni. Se circa il 22% dichiara di non essere fresco di diploma, tra questi il 46% racconta di essere già al secondo tentativo, il 12% è al terzo.
Record di iscritti
Il boom degli studenti pronti a mettersi in gioco pur di conquistare un posto all’università è testimoniato anche dalle prime prove di questi giorni. Si sono iscritti in tremila per i cento posti per iscriversi alla Facoltà di Medicina dell’Università del San Raffaele di Milano per la prova che si è svolta martedì alla Fiera di Milano. Alta richiesta di iscrizioni a medicina che riguarda anche per gli altri Atenei milanesi: Statale e Bicocca. Le domande sono il 6% in più rispetto all’anno scorso per quanto riguarda Milano Bicocca, il 4% in più per la Statale. Per quanto riguarda i test per l’ammissione agli Atenei statali, la selezione comincerà il 6 settembre. Sono 62.695 iscritti al test di medicina 2016, cioè di più rispetto all’anno scorso, quando erano «solo» 60.639. La concorrenza quest’anno sarà più alta, quindi, visto che i posti disponibili nel 2016 sono 9.224, cioè meno rispetto ai 9.530 del 2015. Per Odontoiatria, invece, quest’anno i posti sono di più: 904 rispetto ai 792 del 2015. Aumenta anche il numero degli iscritti al test di veterinaria 2016, che toccano quota 7.987 rispetto ai 7.818 del test precedente. I posti a disposizione quest’anno sono 655 (nel 2015 erano 717). Diverso invece il discorso per il test d’ingresso di architettura: quest’anno il numero degli iscritti è sceso a 10.161, contro i 10.994 dello scorso anno. Anche i posti disponibili, però, sono calati, passando dai 7.802 del 2015 ai 6.991 del 2016.
L’alternativa: le facoltà di «ripiego»
La parola d’ordine è, comunque, non mollare: qualora il test vada male - ricorso a parte -la maggioranza (neodiplomati e non) ci vuole riprovare, seppure con modalità differenti: il 37% s’immatricolerà in un corso simile e sosterrà gli esami che gli sarebbero riconosciuti se, l’anno successivo, riuscisse a superare la prova. Un altro 18% invece ripiegherà su una seconda scelta per ritentare la sorte nel 2017. Uno su 7, poi, dedicherà l’anno esclusivamente a prepararsi per la prossima prova. Solo il 3% è disposto a giocare la carta dell’università straniera per aggirare il numero chiuso. Del resto, lasciarsi più porte aperte è pur sempre una strada da percorrere per provare a non rimanere fuori dal mondo universitario. Lo pensa quel 25% degli iscritti pronto a sostenere due test d’ingresso, lo ribadisce oltre il 47% che farà lo stesso con ben tre prove di ammissione. Sono soprattutto gli aspiranti medici a scegliere di provare più test, evidentemente perché a conoscenza del numero di ragazzi che ogni anno non supera il test di Medicina.
Ore sui libri e spese fino ai 300 euro per prepararsi
E pur di accedere alla facoltà dei sogni non si bada a spese: se il 59% del campione racconta di non aver speso più di 100 euro per prepararsi alle prove di ammissione, oltre 1 su 5 afferma invece di aver destinato a questo scopo un budget che va dai 100 ai 300 euro. Non manca pure un 12% che ha addirittura speso sopra i 500 euro pur di essere preparato in maniera adeguata, tra cui una buona percentuale di aspiranti medici. Il fai-da-te vince nel 78% dei casi: 2 ragazzi su 5 raccontano infatti di essersi preparati svolgendo simulazioni online, un altro 36% studiando in solitudine sui libri. Da uno a tre mesi è il tempo medio che la maggior parte dei candidati ha passato a studiare. Non manca tuttavia un 11% che racconta di aver passato un anno sui libri pur di sentirsi davvero pronto al test. La passione è comunque il motore che il 56% delle volte muove il popolo del test d’ingresso verso la scelta del corso di laurea. Anche in questo caso sono per lo più i ragazzi iscritti al test di Medicina ad aver il fuoco sacro per la professione. Non manca un consistente 27% che invece è mosso più dal desiderio di trovare un lavoro e che per questo sceglie un corso che offre un buon numero di sbocchi occupazionali. Tra questi, c’è una percentuale superiore alla media di iscritti al test di Professioni sanitarie.