FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3904605
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Test assurdi, tasse record fare Medicina è una lotteria

Test assurdi, tasse record fare Medicina è una lotteria

Sedicimila candidati in più del 2012. E l’esame può costare anche cento euro

25/08/2013
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

Salvo Intravaia

È BOOM di aspiranti camici bianchi, quest’anno. Ma tra la stangata sulla tassa per i test e le prove d’ingresso sempre più difficili, l’accesso alla facoltà di Medicina è una lotteria. Tra due settimane riparte la tornata del quizzone, ma quest’anno per farcela occorrerà affidarsi alla buona sorte. Il 9 settembre, più di 84 mila aspiranti matricole si presenteranno negli atenei per affrontare lo scoglio più duro.PRECEDUTO — il 3 e il 4 settembre — da quelli per Veterinaria e per le Professioni sanitarie e seguito il 10 settembre dal quizzone per diventare architetto. Per chi sogna una carriera da medico, le probabilità di farcela sono in calo rispetto a un anno fa. Le tante novità introdotte sul finire dello scorso anno scolastico dall’ex ministro dell’Istruzione Francesco Profumo — e poi riprese dalla collega Maria Chiara Carrozza — , oltre a scombussolare i piani di coloro che contavano di affrontare l’appuntamento come negli anni precedenti, hanno affidato al
destino gran parte del risultato finale. Si parte da un numero di concorrenti di quasi un quarto superiore a quello dell’anno scorso: 84 mila, rispetto ai 68 mila del 2012, con un incremento del 23 per cento. Mentre i posti disponibili saranno sempre gli stessi: poco più di 10 mila. Numeri che fanno calare vistosamente le possibilità dei singoli pretendenti: un anno fa era disponibile un posto ogni sei candidati, ora saranno in otto a doversi contendere ogni posto. Ci sono poi le incognite sulla diversa composizione del test, sul voto che cambia, sulla graduatoria nazionale e, soprattutto, sul bonus maturità che rischia di mandare alle ortiche ogni previsione basata sulle competenze dei candidati. E cambia anche il numero delle domande e il tempo per fornire le risposte. A settembre, il test di Medicina darà meno peso alle domande di cultura generale — soltanto 5 su 60, mentre l’anno scorso furono 20 su 80 domande — e premierà maggiormente chi darà le risposte corrette: un punto e
mezzo per ognuna anziché uno. E al contempo penalizzerà più pesantemente anche di sbaglia a dare la risposta: 0,4 punti in meno quest’anno contro un quarto di punto in meno dell’anno scorso.
C’è poi l’incognita della graduatoria nazionale, che esordisce proprio quest’anno. È una novità positiva, perché per la prima volta non ci saranno più classifiche regionali o pluriregionali
e sarà premiata la meritocrazia, ma quanti punti occorrerà racimolare adesso per essere ammessi — magari nella propria regione — con una graduatoria di 84 mila candidati? L’incognita più grossa è però quella del bonus-maturità — da uno a 10 punti — legato al voto di diploma. Un punteggio che si andrà a sommare al voto del test e varierà, anche con lo stesso voto di maturità
— purché superiore a 80 centesimi — da commissione a commissione. In sostanza, lo stesso voto darà diritto a un bonus più consistente se nella commissione che lo ha dato i voti alti sono stati pochi e ad un bonus più basso se nella commissione sono fioccati voti molto alti. Un punteggio che sconvolgerà la graduatoria del test d’ingresso.
Intanto, gli atenei sono alle
prese con il calo delle immatricolazioni e delle entrate. Così, per raccogliere fondi, muovono la leva del contributo per sostenere il test. A Genova, quest’anno, si passa da 30 a 50 euro e a Messina addirittura da 45 a 90. Secondo i dati raccolti dall’Unione degli universitari, negli ultimi tre anni il rincaro del balzello è stato mediamente del 25 per cento: passando da una media di 44 euro nel 2010 a 56 euro nel 2013. Un contributo a perdere che, precisano i bandi, «non sarà in nessun caso rimborsabile». Il record, con 100 euro per sedersi a tentare la sorte, è della Federico II di Napoli e dell’università Orientale del Piemonte. «I dati — spiega Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’Udu — confermano quello che denunciamo da tempo: i test d’ingresso per gli atenei sono diventati dei veri e propri pozzi dove attingere euro, e a farne le spese sono le matricole e le loro famiglie, obbligate e pagare fino a oltre 100 euro solo per tentare la fortuna dei test».


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL