Tecnica della scuola: Sondaggio ministeriale sulle iscrizioni: quasi inutile
E' quanto ha detto - in sostanza - il ministro Elio Vito alla Camera in risposta ad una interrogazione dei deputati dell'Udc. Le richieste delle famiglie saranno soddisfatte grazie ai risparmi derivanti dalle classi a 24 ore.
I dati sulle iscrizioni forniti dal Ministero dell’Istruzione sono poco attendibili e quindi è meglio aspettare quelli definitivi.
Lo ha detto nell’aula della Camera il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito che ha risposto ad una interrogazione dell’Udc che ha posto una domanda che in questi giorni si stanno ponendo moltissime famiglie e altrettanti insegnanti e dirigenti scolastici: come sarà possibile rispondere alle richieste delle famiglie che hanno iscritto i proprifigli alla scuola primaria se gli organici saranno calcolati su 27 ore settimanali di funzionamento?
Per la verità la risposta del Ministro Vito è apparsa piuttosto debole e non è piaciuta affatto all’Udc.
In sostanza Elio Vito ha sottolineato che i dati forniti dal Ministero dell’Istruzione secondo i quali il modello a 30 ore sarebbe stato richiesto dal 34% delle famiglie sono molto parziali dal momento che si riferiscono ad un campione particolarmente ristretto di 900 scuole. “Questi dati - ha detto Vito -
non possono essere indicativi e presi come validi per l'intero territorio nazionale”.
Entrando un po’ nel merito della questione Elio Vito ha comunque ricordato che l’introduzione di classi a 24 ore dovrebbe consentire risparmi
“che serviranno ad ampliare il servizio e le proposte educative nella scuola, proprio laddove, invece, è necessario rafforzare il modello delle 30 ore alle classi prime e con l'orario mensa alle classi che adottano i rientri pomeridiani”.
Nella loro interrogazione i deputati dell’Udc chiedevano però anche di sapere se – per sopperire alle carenze di organico – i Comuni dovranno dare impegnare le proprie risorse per garantire i livelli attuali del servizio. Ma su questo punto Elio Vito non ha dato nessuna risposta limitandosi ad invitare tutti
“ad attendere i dati definitivi sulla scelta dei modelli da parte delle famiglie”.
Invito più che condivisibile, ma allora c’è da chiedersi a cosa sia servito il sondaggio del Ministero dell’Istruzione sulle iscrizioni
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