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Tecnica della scuola: Pensioni 2009: si potrà fare domanda fino al 26 gennaio

La scadenza riguarda dirigenti scolastici, docenti e Ata che potranno lasciare il servizio dall’1 settembre 2009; anche quelli che chiedono contestualmente collocamento a riposo e part time. I dirigenti scolastici avranno facoltà di avanzare domanda anche oltre il 26 gennaio, ma per rimanere in servizio oltre il 65° anno di età dovranno chiederlo entro il 31 dicembre 2008. A giorni il decreto ministeriale e la circolare applicativa.

24/12/2008
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La Tecnica della Scuola

di Alessandro Giuliani

La scadenza riguarda dirigenti scolastici, docenti e Ata che potranno lasciare il servizio dall’1 settembre 2009; anche quelli che chiedono contestualmente collocamento a riposo e part time. I dirigenti scolastici avranno facoltà di avanzare domanda anche oltre il 26 gennaio, ma per rimanere in servizio oltre il 65° anno di età dovranno chiederlo entro il 31 dicembre 2008. A giorni il decreto ministeriale e la circolare applicativa.

Si sposta a fine gennaio il termine per fare domanda volontaria di pensionamento da parte del personale scolastico: lo hanno confermato i sindacati al termine dell’incontro avuto con i dirigenti ministeriali presso la Direzione generale del personale della scuola. La scadenza per la cosiddetta "collocazione a riposo" è stata spostata al 26 gennaio 2009 (lo scorso anno fu fissata al 21 gennaio e gli anni precedenti collocata attorno al 10) e riguarda tutti i lavoratori - dirigenti scolastici, docenti e Ata - che potranno così lasciare il servizio dall’1 settembre 2009: "l’Amministrazione – ha spiegato la Flc-Cgil - ha informato che sono in via di emanazione il decreto ministeriale e la circolare applicativa in merito al collocamento a riposo del personale della scuola".

Ma chi potrà chiedere di lasciare il lavoro prima della fatidica soglia di 60 anni per le donne (con il Ministro Brunetta che vorrebbe equiparare all’altro sesso) e 65 gli uomini? In base alla normativa in corso, avrà facoltà di fare domanda di anzianità il personale della scuola statale con 35 anni di contributi congiunti ad almeno 58 anni di età anagrafica (per l'intero anno e non solo per il primo semestre). In ogni caso, come per tutti i settori lavorativi, potrà lasciare l’attività lavorativa anche chiunque abbia raggiunto i 40 anni di contributi.

L’amministrazione ha poi annunciato alle organizzazioni sindacale che la scadenza del 26 gennaio è prevista anche per il collocamento a riposo con la contestuale trasformazione del rapporto di lavoro a part time. I dirigenti scolastici avranno invece facoltà di avanzare domanda anche oltre il 26 gennaio, mentre per il loro trattenimento in servizio oltre il 65° anno di età dovranno sempre rispettare la scadenza canonica del 31 dicembre 2008.

Non sono stati però altri dettagli sui requisiti per rimanere in servizio. "Per quanto riguarda i criteri che saranno adottati per il trattenimento in servizio oltre il 65° anno di età o dopo il compimento del 40° anno di servizio – hanno detto sempre dalla Flc-Cgil - , alla luce della legge 133/2008 art 72 e della Circolare del ministero della Funzione Pubblica n. 10 del 20 ottobre 2008, sarà a breve emanata una direttiva specifica da parte del Miur in modo da garantire criteri uniformi ed evitare discrezionalità nell'applicazione della norma".

I sindacati hanno sottolineato che i dipendenti a scuola su questo 'terreno' necessitano di particolari indicazioni: per la Cisl Scuola "sono rilevanti le specificità del 'settore scuola' rispetto alle altre pubbliche amministrazioni, sia per quanto riguarda la diversa 'tempistica' per il collocamento a riposo (da raccordare con le procedure di avvio dell'anno scolastico), sia per la complessità che comporta l'accertamento dell'avvenuta maturazione del requisito contributivo di 40 anni".

Ma in quanti lasceranno? Impossibile fare previsioni, soprattutto alla luce di quanto accaduto negli ultimi due anni. Nel 2007 si raggiunse infatti la cifra record, tra richieste e domande per raggiunti limiti di età, di 54.663 unità: di queste oltre il 70% (quasi 40.000) erano frutto di domanda volontaria. Lo scorso anno, invece, la quota totale si dimezzò attestandosi appena sopra i 27.000 pensionati (con due terzi sempre su base volontaria) .

Comunque vada, la sostanza non cambierà molto: a differenza del passato il destino dei precari in attesa di subentrare sembra infatti segnato. Anche qualora il numero di lavoratori fosse vicino al boom di abbandoni registrato due anni fa (quindi attorno ai 50.000) i posti verranno ampiamente sopperiti dai corposi tagli previsti nelle ultime finanziarie (Prodi e Berlusconi): se il numero di studenti rimarrà invariato e se il Governo riuscirà nell’intento di applicare razionalizzazioni e dimensionamenti promessi nell’anno scolastico 2009/2010 (come sembra intenzionato a fare), si prevedono infatti oltre 42.000 posti in meno da insegnante e 15.000 da Ata. Con questi numeri, sempre che vengano portati in porto, non sarebbe necessario annunciare nessun blocco del turn over. In definitiva, per il prossimo anno, quello interessato ai ‘rimpiazzi’ dei pensionati, si prospetta un abbattimento di cattedre e di posti a supporto di segreteria e didattica che il Governo si può già da oggi ritenere al riparo da qualsiasi grande fuga. Altro discorso, invece, per gli anni a venire: entro il 2014 lascerà un docente in servizio su tre. Riforma delle pensioni permettendo.


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