Tecnica della Scuola: Bidelli e prof “abusivi” in graduatoria: l’indignazione dei sindacati
I sindacati hanno condannato le vicende e chiesto un incontro al Ministero per ripristinare legalità e certezza del diritto.
di A.G.
Prima il caso “bidellopoli” a Torino, poi quello dell’Ufficio scolastico di Napoli: sono coinvolti almeno duecento supplenti e non si tratterebbe solo di collaboratori scolastici ma anche di docenti. I sindacati hanno condannato le vicende e chiesto un incontro al Ministero per ripristinare legalità e certezza del diritto.
Le graduatorie della scuola sotto la lente della magistratura: a far scoppiare il caso sono stati i sindacati allertati da lavoratori (docenti e Ata), prima di Torino e poi di Napoli, che si sono visti scavalcati in graduatoria da diversi colleghi sconosciuti e probabilmente privi dei requisiti richiesti dalla legge.
La vicenda pochi giorni fa sembrava fosse limitata ad alcune decine di nuovi collaboratori scolastici operanti nel capoluogo piemontese: i bidelli precari storici erano infatti venuti a conoscenza dell’inserimento nella cosiddetta ’24 mesi’ di oltre 50 nuovi nominativi curiosamente in larga parte provenienti dalle province di Salerno, Avellino e Caserta.
A questa vicenda, ribattezzata “bidellopoli”, presto rientrata grazie alla prontezza del dirigente responsabile dell’Usp torinese, che dopo attente verifiche aveva depennato gli “abusivi”, si è aggiunta quella recente dell’Ufficio scolastico di Napoli. Qui però le cose sembrerebbero più complicate: il caso è infatti più vasto, poiché sono coinvolti almeno duecento supplenti sospetti e non si tratterebbe solo di collaboratori scolastici ma anche docenti. Tanto che stavolta la soluzione è allo studio della Magistratura.
Il sospetto è che sia stata forzata la lista dei nominativi inserendo abusivamente nuovi aspiranti. Che avrebbero acquisito delle supplenze, e forse anche delle immissioni in ruolo, al posto del personale precario che ne aveva pieno diritto.
Le graduatorie su cui ci sono forti sospetti di “infiltrati” sarebbero almeno tre: quella dei bidelli, dei docenti che hanno frequentato i corsi abilitanti e che sono stati inseriti nelle graduatorie permanenti in attesa del ruolo. Ciò che sta emergendo è che non solo non si sarebbe rispettata la tempistica delle riapertura delle graduatorie, ma anche che ai docenti e collaboratori scolastici "abusivi" sarebbero stati attribuiti punteggi in base a falsi titoli di studio e certificati di servizio mai svolti: certificati, come noto, per legge indispensabili per accedere alle liste di attesa riservate a chi ha svolto almeno 360 giorni di supplenze.
I sindacati di categoria hanno immediatamente condannato le vicende esprimendo tutta la loro indignazione, qualora i fatti fossero accertati, e chiedendo un’immediata convocazione al Ministero della pubblica istruzione: “è urgente – si legge in un comunicato Flc-Cgil nazionale del 12 maggio - perché le procedure di assunzione a tempo indeterminato e determinato nella scuola statale non possono neanche lontanamente essere inquinate da interventi delinquenziali, che compromettono legalità e certezza del diritto, così come il conferimento delle supplenze deve rispettare le regole definite”.
La denuncia del caso di Napoli era però stata innescata dal segretario regionale della Cisl Scuola Campania, Vincenzo Brancaccio, che attraverso una lettera al suo segretario nazionale, Francesco Scrima, sollecitava "un intervento urgente presso la Signora Ministro della Pubblica Istruzione per ripristinare legalità e certezza del diritto nella scuola campana. Il personale precario – scrive sempre Brancaccio al suo leader Scrima -, già così provato e forse impossibilitato a lavorare e a sopravvivere nel futuro immediato, non sa oggi se chi ha lavorato, lavora o lavorerà, è un avente titolo o un usurpatore di diritti altrui. I precari della Campania non sanno oggi se chi è stato immesso in ruolo dal 2000 in poi aveva un'abilitazione all'insegnamento o i requisiti previsti per il personale Ata legittimamente posseduti".
Anche la Flc-Cgil campana è voluta intervenire sul caso sostenendo che "le procedure di assunzione a tempo indeterminato e determinato nella scuola statale non possono neanche lontanamente essere inquinate da interventi delinquenziali che compromettono legalità e certezza del diritto, con l’aggravante dovuta agli enormi problemi occupazionali della Campania. Se saranno confermate le nostre preoccupazioni – continua il comunicato Flc-Cgil della Campania - siamo di fronte ad un fenomeno di imbrogli e di falsi di vaste proporzioni che si annida sia nelle graduatorie docenti che Ata e che va estirpato senza alcun indugio perseguendo tutte le responsabilità. La Federazione Lavoratori della Conoscenza si augura che tutti gli Organi dello Stato preposti avviino e concludano in tempi brevi le indagini necessarie al fine di fare piena luce su tutte le procedure di assunzione".
12/05/2008