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Tecnica della scuola: Al via il toto-corso: iscrizioni entro il 28 febbraio

GLa decisione, notoriamente sofferta, quest’anno è stata resa ulteriormente complessa dalle novità introdotte dal Miur che ha messo mano all’impianto di tutti i livelli scolastici. Ma alle superiori si aspetterà il 2010

08/01/2009
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La Tecnica della Scuola

di A.G

Un rientro in classe con più di qualche dubbio: è quello che hanno vissuto al ritorno delle vacanze di Natale e di fine anno gli alunni e gli studenti che con le rispettive famiglie sono da qualche tempo alle prese con una scelta già di per sé difficile. L'iscrizione ad un nuovo corso scolastico in vista del prossimo anno.

La decisione, notoriamente sofferta, soprattuttto quando si va in ‘alto’, verso un corso di studi medi o superiori, quest’anno è stata resa ulteriormente complessa dalle novità introdotte dal Ministero dell’Istruzione che ha messo mano all’impianto di tutti i livelli scolastici. Proprio per questo motivo, per dare modo ai discenti ed alle rispettive famiglie di prendere possesso e conoscenza delle modifiche sulla nuova organizzazione scolastica, il Miur ha anche eccezionalmente concesso la possibilità di decidere su quale scuola puntare entro il 28 febbraio 2009. Abbandonando la tradizione che per diversi anni aveva collocato questa scadenza non oltre la fine di gennaio.

La decisione, presa alla vigilia dell’approvazione del regolamento del prossimo anno scolastico, sembra in parte stridere con lo slittamento di un anno della riforma delle superiori. Mentre nella scuola d’infanzia, alla primaria ed alle medie le nuove regole entreranno in vigore già dal prossimo settembre.

Ecco le più importanti.

Nella scuola dell’infanzia gli anticipi di iscrizione potranno essere accettati solo se il bimbo compirà tre anni entro il 30 aprile 2010 e sempre se in classe via sia posto. La precedenza, infatti, spetta a bambini che compiono i tre anni entro l’ultimo giorno di dicembre.

Alle elementari, dove si assisterà al quasi totale abbandono dell’insegnamento in copresenza, per la prima volta le famiglie potranno scegliere per i loro figli un modello orario settimanale a 24 ore o a 27 ore (solo in determinati casi quello a 30 ore). Confermato, invece, l’attuale modello di tempo pieno fino a 40 ore.

Anche alle medie inferiori viene confermata l’offerta settimanale di 30 ore, incrementabili per consentire attività e insegnamenti facoltativi e opzionali, sempre in base alle richieste delle famiglie, fino a 33 ore. I genitori che quest’anno iscrivono i propri figli alla prima classe dovranno inoltre decidere se optare per la seconda lingua comunitaria oppure se chiedere di far avvalere i propri figli dell’insegnamento potenziato dell’inglese (realizzato con l’utilizzo delle due ore settimanali dedicate alla seconda lingua comunitaria che si andranno così ad aggiungere alle tre ore canoniche). Gli studenti che opteranno per questa seconda possibilità potranno così ricevere un insegnamento dell’inglese di ben cinque ore settimanali. L’unico vincolo è che non vi siano nella scuola prescelta docenti di ruolo che insegnino la seconda lingua comunitaria: in tal caso l’opzione cadrebbe. Le famiglie potranno inoltre optare per il tempo prolungato (da 36 ore fino a 40 settimanali) solo qualora vi siano adeguate condizioni logistiche e di servizio.

Alle superiori, dove la riforma entrerà in vigore solo a partire dal settembre 2010, si prevede la riduzione a 32 ore settimanali di offerta formativa anche per tecnici e professionali e l’accorpamento di diversi insegnamenti. Molti aspetti dei corsi superiori devono tuttavia ancora essere sottoposti al vaglio dei sindacati e delle parti sociali. Oltre che delle regioni, le quali hanno già peraltro espresso la loro contrarietà al dimensionamento (con la chiusura o l’accorpamento dei plessi più piccoli) prospettato dal Governo. Per una riforma radicale dei corsi superiori peserà poi non poco l’esito del progetto di legge sulla revisione del Titolo V della Costituzione: dal futuro delle regioni, dai quanto i poteri locali saranno allargati e sottratti alla centralità dello Stato, dipenderà in particolare il futuro degli istituti professionali


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