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Tante biblioteche, ma fuori uso la cultura negata nelle università

In Italia sono 1200 le biblioteche universitarie in attività. Raccolgono milioni di libri ma spesso hanno orari limitati, difficoltà di accesso, personale ridotto all'osso e supporti informatici praticamente inesistenti. La spending review degli ultimi anni ha peggiorato l'organizzazione delle strutture tanto che a Napoli gli studenti hanno deciso di passare all'autogestione

02/08/2014
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la Repubblica

Un censimento per fotografare la realtà
di MARIA ELENA SCANDALIATO
ROMA - "Dobbiamo bruciarli Montag, fino all'ultimo", diceva il capo dei pompieri incendiari al protagonista di Farenheit 451, film di François Truffaut tratto dall'omonimo romanzo di Ray Bradbury. Oggetto dell'ipotetico rogo i libri, che nel cupo futuro immaginato dallo scrittore sarebbero dovuti sparire, per essere sostituiti dalla televisione. Oggi nessuno brucerebbe dei libri, soprattutto se antichi e preziosi. Tuttavia, dove non arriva il fuoco arrivano l'incuria e la mancanza di fondi, e può capitare che una biblioteca universitaria, ricca di volumi indispensabili a chi studia o fa ricerca, rimanga aperta solo qualche ora al giorno; o che, addirittura, resti abbandonata per anni, in preda alla polvere e all'umidità. L'Italia vanta una tradizione accademica da record (basti pensare all'ateneo di Bologna che, fondato nel 1088, è il più antico del mondo occidentale); eppure, per quanto incredibile possa sembrare, la condizione delle biblioteche accademiche italiane è pessima. Sia per la qualità del servizio offerto (mancanza di prestito, erronea catalogazione, scarsità di personale), sia per l'accessibilità sempre più difficoltosa (orari di apertura ridotti all'osso e strutture inadeguate al numero di studenti).

Secondo l'Aib (Associazione italiana biblioteche) in Italia si stimano 1200 biblioteche accademiche, per 81 atenei. I posti di lettura, in base al censimento Gim 2011 (Gruppo Interuniversitario di monitoraggio delle biblioteche di ateneo) sono circa 82mila, mentre le postazioni informatiche sono quasi 8mila. Cifre, queste, che confermano la scarsità di spazi e strutture denunciata dagli studenti: se nel 2011, infatti, la popolazione universitaria era di 1 milione 800mila iscritti, ogni posto di lettura avrebbe dovuto ospitare ben 22 utenti. Una  situazione drammatica, che oggi potrebbe risultare persino peggiorata, visto che i fondi destinati alle biblioteche, in alcuni atenei, sono stati tagliati anche del 50%.

Orari d'apertura molto diversi. Per quanto riguarda gli orari di apertura, i numeri sono ancora più sconfortanti. In media, i 66 atenei che hanno fornito i dati al Gim tengono aperte le loro biblioteche 46 ore a settimana (circa 7 ore e mezza al giorno, sabati compresi); tuttavia, se si scende nel particolare si scopre che l'università di Trento offre un servizio di ben 103 ore a settimana, mentre la "Mediterranea" di Reggio Calabria si accontenta di sole 21 ore. Con il risultato che la preparazione degli esami sarà molto più onerosa (anche economicamente) per uno studente calabrese che per il suo collega trentino.

https://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2014/08/01/news/biblioteche_riaperte_dagli_studenti-87558817/?ref=HREC1-18


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