Tagli, tante scuole chiuse al pomeriggio
Costretti a chiudere tutte le attività extracurriculari, dai corsi di educazione alla cittadinanza a quelli di educazione stradale, dalle attività sportive pomeridiane ai corsi di teatro. Questa
Costretti a chiudere tutte le attività extracurriculari, dai corsi di educazione alla cittadinanza a quelli di educazione stradale, dalle attività sportive pomeridiane ai corsi di teatro. Questa la situazione di tanti enti locali che, tra mille difficoltà, hanno assicurato fino ad oggi l’apertura delle scuole il pomeriggio e l’organizzazione di forme di didattica alternative, attività non propriamente curricolari ma sicuramente altrettanto formative. La scure della spending review si é infatti abbattuta non direttamente sul bilancio del Miur ma sui trasferimenti che lo Stato aveva sinora assicurato agli enti locali per assicurare servizi come il trasporto pubblico, le politiche culturali, i servizi sociali ma anche le politiche educative. Era stato l’allora ministro Berlinguer a capire che, se la scuola voleva innovarsi e rendersi utile allo sviluppo del paese, doveva allargare il raggio della propria azione. La scuola aperta il pomeriggio, e con essa le attività extracurriculari, dovevano servire a contrastare l’abbandono e la dispersione scolastica e a costruire una vera e proprio comunità educante, aperta alle associazioni e alle esperienze sociali del territorio. Un'idea ripresa poi dai successivi ministri dell’Istruzione ma che ha avuto sempre difficoltà ad essere sostenuta economicamente dal ministero dell'Economia. A far fronte a queste mancanze hanno spesso supplito gli enti locali. Questo ha significato purtroppo una diversità territoriale, con le scuole meridionali che affrontano sempre maggiori difficoltà a garantire adeguate opportunità formative. Purtroppo quest'anno anche nelle provincie non meridionali sarà difficile assicurare l'apertura pomeridiana delle scuole. É il caso per esempio della provincia di Alessandria e di quella di Pesaro-Urbino, dove i rispettivi assessori hanno annunciato a malincuore che quest’anno non potranno garantire nessuna copertura di bilancio per le attività scolastiche extracurriculari. Alessia Morandi, assessore alle politiche educative della provincia di Pesaro-Urbino, si trova molto in difficoltà nel parlare dei tagli di bilancio che si abbatteranno sulle scuole della Provincia. «Saremo costretti a chiudere le scuole il pomeriggio e la sera perché non abbiamo i soldi per pagare la luce. Ai tagli della spending review si sommano il soldi spesi per il “terremoto bianco” la grande nevicata di febbraio che il governo aveva promesso di rimborsarci, ma che ancora non ha fatto. Tutto questo significa che dovremmo tagliare sui servizi essenziali, addirittura sulla bolletta della luce». Analogo discorso nella provincia di Alessandria, dove l’assessore provinciale Massimo Barbadoro con una accorata lettera indirizzata a presidi, insegnanti e studenti, denuncia tutte le difficoltà che la sua amministrazione affronta nella gestione dei tagli della spending review che inevitabilmente si abbatteranno anche sul settore scolastico. Negli ultimi anni lo scarto tra le scuole del nord e quelle del sud poteva essere colmato attraverso un uso intelligente e creativo dell'autonomia scolastica, innalzando la qualità dell'offerta formativa generale. Oggi purtroppo quelle diseguaglianze rischiano di essere cancellate omologando verso il basso l'offerta didattica che le migliori scuole del paese hanno offerto finora ai nostri studenti.