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Tagli alla scuola, il Consiglio di Stato boccia Gelmini

Se mai ce ne fosse stato bisogno, anche il Consiglio di Stato ha certificato l'opera di mutilazione contro la scuola operata da Mariastella Gelmini

02/08/2011
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l'Unità

Se mai ce ne fosse stato bisogno, anche il Consiglio di Stato ha certificato l'opera di mutilazione contro la scuola operata da Mariastella Gelmini. Lo scorso 29 luglio il consiglio si è pronunciato sulla richiesta d'appello presentata dal MIUR su numerosi ricorsi, alcuni dei quali promossi dalla FLC CGIL e accolti dal TAR Lazio nello scorso mese di aprile. E il parere è inequivocabile: i circa 87mila posti di lavoro eliminati negli ultimi due anni sono stati dichiarati illegittimi. Bocciati il D.I. n. 35/2010 e la relativa circolare sulle iscrizioni. Così come anche il D.I. 62/2009 relativo all'organico di diritto dei docenti per l'a.s. 2009/2010, in quanto il MIUR è obbligato ad acquisire, cosa che non ha fatto, il parere della Conferenza Unificata Stato-Regioni espressamente previsto dall'art. 2 del DPR 81/2009. L'avvocatura dello Stato è provata a correre ai ripari dicendo che questo parere sarebbe stato acquisito in seguito da una apposita “tecnostruttura”. Il che chiaramente era un gesto per bypassare la Conferenza.

«La recente sentenza, in base alla quale il provvedimento che cancella ben 87 mila organici negli anni scolastici 2009-2010 e 2010-2011 “è privo di efficacia giuridica”, richiede ora un intervento del governo che spieghi come intenda affrontare la situazione», dice Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd nella commissione Cultura. «Le prime spiegazioni del ministero - sottolinea la parlamentare - minimizzano molto il significato e le conseguenze della sentenza mentre noi crediamo che la prima cosa da fare sia quella di restituire gli organici tagliati alle scuole. A questo proposito ho presentato un'interrogazione perchè il ministro spieghi come dare seguito alla sentenza del Consiglio di Stato che si aggiunge purtroppo ad altri pronunciamenti della giustizia amministrativa che hanno espresso a diversi livelli illegittimo e contrario alla legge il comportamento del ministero stesso».

I ricorsi a carico del ministero dell'Istruzione «hanno ormai raggiunto proporzioni stratosferiche e dimostrano come la Gelmini abbia mutilato il comparto scuola, tagliando illegalmente fondi e professionalità». Affermano in una nota Letizia Bosco e Ilaria Persi, responsabili scuola dell'Italia dei Valori. «Ad appellarsi alla magistratura contro i provvedimenti adottati dall'estate del 2008 in poi, cioè a partire dall'approvazione del famigerato art. 64 della legge finanziaria 133, non sono stati solo i precari, costretti a contrastare la loro progressiva estromissione dal mondo della scuola dopo anni di servizio, ma anche - fanno notare Bosco e Persi - i comitati di studenti, i genitori e il personale di ruolo». «Lo scorso 29 luglio il Consiglio di Stato ha rilevato l'ennesima irregolarità nelle modalità con cui il ministero ha tagliato gli organici della scuola negli ultimi due anni. Si tratta di circa 87 mila posti di lavoro eliminati illegittimamente, il cui reintegro vanificherebbe il piano di 8 miliardi di tagli portato avanti con cieca ostinazione dalla devastante coppia Gelmini-Tremonti. È tempo che il ministro dell'Istruzione e questo governo, ormai allo sbando - concludono i due esponenti dell'Italia dei Valori - si arrendano e accettino il loro fallimento e il ripristino della legalità. L'esecutivo deponga, senza se e senza ma, le armi con cui da anni ha tentato di distruggere il sistema scolastico del nostro Paese». 


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