Tagli agli statali. il no dei sindacati frena il governo
Gianpiero D’Alia smentisce. Anzi no. «Non ci saranno licenziamenti nel pubblico impiego», puntualizza il ministro della Funzione Pubblica. Nessuno, infatti, ha mai parlato di licenziamenti, ma solo di esodi volontari, mobilità e prepensionamenti
IL CASO
ROMA Gianpiero D’Alia smentisce. Anzi no. «Non ci saranno licenziamenti nel pubblico impiego», puntualizza il ministro della Funzione Pubblica. Nessuno, infatti, ha mai parlato di licenziamenti, ma solo di esodi volontari, mobilità e prepensionamenti. Precisa D’Alia: «I numeri non li abbiamo, però la spending review comporterà eccedenze di personale di circa 108.000 unità». Cioè poco più della metà di quelle immaginate in base ad un primo, discreto monitoraggio, sull’apparato statale. Alla fine, evidentemente, i numeri potranno scendere, ma anche salire. Niente tagli traumatici, ma esuberi confermati. Nella sostanza, se non nelle cifre. Lo staff del dicastero della Funzione Pubblica dovrà procedere ad una dettagliata revisione delle piante organiche prima di dare gambe ad un possibile piano per la riduzione del personale. Ma il percorso del governo si prospetta in salita ed irto di difficoltà perché le organizzazioni dei lavoratori hanno già provveduto a scatenare il classico fuoco di sbarramento: i dipendenti da sette anni non vedono un euro in più nelle buste paga; sono costretti ad accettare il blocco degli stipendi per tutto il 2014; dovranno attendere almeno 24 mesi (media temporale certificata dall’Istat) per ottenere i rinnovi.
BLOCCO TOTALE
Risultato finale, quasi un decennio di attesa per avere qualche decina di euro di aumento. Salvo possibili accordi di secondo livello che potrebbero produrre incrementi pagati con la maggiore produttività. In questo scenario, intercettare una via che conduca al traguardo di una intesa generale è assai difficile. Cisl, Cgil e Ugl diffidano l’esecutivo a non commettere passi falsi con iniziative unilaterali. Una riduzione di 200.000 dipendenti sarebbe «insopportabile» sia a livello sociale che di funzionamento della macchina statale. Da qui la prudenza del governo che sta pensando di rinviare a tempi migliori eventuali sforbiciate sugli organici. «Penso che non sarà un autunno caldo e che il confronto con il sindacato sia necessario - spiega D’Alia - e scatterà in autunno. I duecentomila prepensionamenti? Questi numeri non li abbiamo. Ci sono varie ipotesi allo studio che potremo confermare solo dopo una verifica condivisa in Consiglio dei ministri. Ciò che possiamo dire con certezza è che stiamo lavorando ad un piano di riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni che prevede l’abbattimento di una serie di spese. E che stiamo cercando di individuare risorse per finanziare la contrattazione di secondo livello». Il ministro spiega che intanto si stanno applicando le norme sulla spending review: «Comporteranno eccedenze di personale per circa 108.000 unità, per il 50% saranno riassorbite con procedure di mobilità, per l’altro 50% attraverso l’esodo volontario per quella parte di personale che è in possesso dei requisiti per andare in pensione secondo le norme precedenti alla riforma Fornero».
Luciano Costantini