Superiori, partono 1098 professori ma ne tornano 1411

Angelo Lomonaco

NAPOLI - Metaforicamente l’assegnazione delle sedi ai professori campani delle scuole superiori, con l’immissione in ruolo dei precari, ricorda un po’ l’esodo dei musulmani verso il nascente Pakistan mentre, contemporaneamente, gli indù affluivano verso l’India che nel 1947 aveva riconquistato l’indipendenza ma era stata divisa in due in base al piano Mountbatten. Un’epica scena del film «Gandhi» rendeva perfettamente l’idea di cosa sia avvenuto nel grande paese che riconquistava la propria indipendenza. Il paragone è certamente esagerato ma non del tutto fuori luogo visto che, in questa estate segnata da continue diaspore di insegnanti e drammatizzazioni polemiche, si assiste appunto a flussi intrecciati di professori, c’è chi va e chi viene. Quelli appena immessi in ruolo, anche in questo caso, sono in gran numero destinati a sedi fuori regione. Intanto ci sono i loro colleghi, rimasti altrove per anni, che ora tornano in Campania in virtù del piano di rientro. Ma questa volta è andata bene. Nell’assegnazione delle sedi ai docenti delle scuole superiori, a una prima analisi non emergono i super-punteggi del tutto improbabili che hanno costituito il segno più evidente del fallimento dell’algoritmo del ministero nelle graduatorie degli altri ordini di scuole. Anche i numeri di coloro che hanno ottenuto la cattedra lontano da casa non sono poi apocalittici, come dimostra l’elaborazione dei dati effettuata dalla Flc Cgil.