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Superiori ancora online, scrutini a rischio Azzolina contro Zingaretti: io presa in giro

Sedici Regioni hanno ufficializzato il rinvio del ritorno alle lezioni in presenza e altre due potrebbero adeguarsi L’ira della ministra: “Il Pd non era pronto”. Il segretario dem: “Non c’entra la politica, ma la sicurezza delle persone”

09/01/2021
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la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA — Le valutazioni di fine quadrimestre saranno morbide. E con casi, non rari, di “non classificato”. È uno degli effetti collaterali del marasma scuola, il prossimo e primo che gli studenti avvertiranno. Il ministero dell’Istruzione, che in questo marasma è temporaneamente annegato, sulla questione non ci ha messo ancora la testa e non è detto produrrà ordinanze. Di certo, negli scampoli di tempo che restano tra il riorganizzare un orario e avvertire i docenti di che cosa faranno la settimana prossima, i presidi d’Italia ci stanno riflettendo. E stanno teorizzando: dopo un primo quadrimestre di Dad a singhiozzo, i giudizi (che alle superiori sono voti, sia all’orale che allo scritto) terranno conto delle difficoltà intrinseche a un metodo didattico ancora in fase sperimentale, dei larghi problemi di connessione esistenti nel Paese e di un fatto preciso: mancano gli scritti, troppe verifiche scritte. La preside del Virgilio, liceo classico di Roma, quando la riapertura delle superiori era ancora prevista lo scorso 7 gennaio, aveva diramato una circolare in cui si chiedeva ai docenti di non iniziare le prove scritte prima dell’11: temeva un effetto ingolfo per gli studenti rientranti. Ora che nel Lazio il rientro è fissato per lunedì 18 (ma non è escluso un secondo spostamento), gli spazi per concludere le prove si sono ridotti ancora. E nelle sei regioni che hanno fissato all’uno febbraio il rientro, di spazio non ce n’è proprio.

«La valutazione sarà più superficiale e meno occhiuta», spiega il dirigente scolastico Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio. «I docenti hanno meno strumenti a disposizione, meno compiti, ma anche meno orali, e dovranno avere mano leggera. La pressione psicologica subita dai nostri ragazzi deve essere considerata. Non mancheranno i “non classificato”, là dove proprio non ci sono state verifiche».

Uno dei problemi è la gestione a distanza di materie come Greco e Matematica. L’altro è la difficoltà di connessione, che ha regalato ingiustizie e diversi alibi ai pigri. «Tablet e saponette digitali sono stati distribuiti, ma spesso manca la connessione », è ancora Rusconi. «Nessuna Regione ha fatto rendicontazione delle azioni digitali realizzate durante il lockdown. Oggi, nonostante i soldi investiti dal ministero, non sappiamo dire a quali risultati siamo arrivati ».

La dirigente del Liceo Andrea D’Oria di Genova spiega che, per superare il rischio “verifiche zero”, la sua scuola ha deliberato il voto unico per ogni disciplina, senza distinzione tra orale e scritto.

Il marasma nazionale si aggrava ad ogni ora. Cinque regioni hanno il colore arancione, che comunque consentirebbe la presenza al 50 per cento, e i contagi in crescita hanno portato a una fuga in avanti del rientro praticamente in tutte le Regioni. Alla fine della conta, lunedì prossimo le lezioni in classe per metà alunni delle superiori partiranno solo in Toscana. Trento e Bolzano nelle loro province autonome sono già partire giovedì sette. Per le altre, ci sono sedici “no” ufficializzati, con spostamenti compresi tra il 15 gennaio e l’uno febbraio, due Regioni che vorrebbero aprire lunedì 11 ma probabilmente si adegueranno al posticipo generalizzato.

La ministra Lucia Azzolina ai parlamentari ha detto: «Il Pd mi ha preso in giro», teorizzando che Zingaretti, presidente del Lazio, «non era pronto e avrebbe convinto il presidente dell’Emilia, Stefano Bonaccini, a non partire». In questa ricostruzione l’hanno confortata parlamentari dei Cinque Stelle come Bianca Laura Granato. A stretto giro il segretario Pd: «Qui non contano i partiti, ma la vita e la sicurezza delle persone ».


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