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Superiori al via in 4 regioni Il Cts avverte gli scettici "Chi tarda ne risponderà"

Anche perché «stanno emergendo problematiche legate anche alla sfera psichica nella popolazione giovane in età scolare e anche negli studenti delle università»

18/01/2021
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La Stampa

grazia longo

Nella giornata in cui i calano sia i contagi, 12.545 positivi, sia le presenze nelle terapie intensive, la notizia che più si impone riguarda le scuole superiori: nelle regioni gialle e arancioni le lezioni potranno tornare in presenza dal 50 al 75% come previsto dal Dpcm del 14 gennaio.

Lo ha stabilito ieri mattina il Comitato tecnico scientifico, che si è riunito d'urgenza, convocato dal ministro della Salute Roberto Speranza.

Gli esperti del Cts non hanno dubbi: le scuole superiori vanno dunque riaperte e, fermo restando le misure di sicurezza, se qualche presidente di regione decidesse diversamente «se ne assumerà la responsabilità». Anche perché «stanno emergendo problematiche legate anche alla sfera psichica nella popolazione giovane in età scolare e anche negli studenti delle università». Non nasconde la sua soddisfazione la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina: «Il Cts ha ricordato che le scuole hanno un ruolo limitato nella trasmissione del virus. Il rientro in classe è un atto di responsabilità nei confronti dei nostri giovani». Parole di apprezzamento anche da parte di Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi: «Ben venga la decisione di riaprire in presenza le scuole superiori se lo si può fare in sicurezza,

adesso auspichiamo però che sia più uniformità di vedute tra le autorità centrali e quelle regionali, le polemiche non servono». Nelle regioni rosse Lombardia e Sicilia, le superiori continueranno con la didattica a distanza. La provincia autonoma di Bolzano, nonostante sia stata classificata zona rossa dal governo, ha deciso di continuare con una presenza in classe minima del 50% fino ad un massimo del 75%.

E anche nel resto d'Italia si procede in ordine sparso. Oggi scuole aperte in Emilia Romagna, Lazio, Piemonte e Molise, con immediato impatto sul trasporto pubblico locale. Mentre altre hanno preferito rimandare la riapertura. Il Friuli Venezia Giulia, ad esempio, ha prolungato la didattica a distanza (Dad) fino al 31 gennaio, dopo che analoga ordinanza era stata bocciata dal Tar. Stesso esito in Emilia Romagna, il cui governatore Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, avrebbe voluto riaprire il 25 gennaio e parla di «situazione di incertezza» sulla scuola, ma oggi riaprirà le superiori al 50%. Le rimanenti regioni riapriranno nei prossimi giorni in ordine sparso. Il 25 gennaio toccherà a Liguria e Umbria, mentre in Campania non sono esclusi ulteriori rinvii. Anche in Puglia non è certa la data del 25. Il 1 febbraio gli ultimi a rientrare saranno gli studenti di Calabria, Veneto, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Marche e Basilicata.

L'attenzione ai potenziali contagi a scuola resta, comunque, molto alta. Basti pensare che in Veneto ci sono 200 classi di elementari e medie sottoposte a quarantena per positività di uno o più studenti, quattromila gli studenti. È l'effetto, dieci giorni dopo la ripresa dalle vacanze di Natale, dell'ordinanza della Regione che ha cambiato la gestione dei casi positivi a scuola, obbligando all'isolamento le intere classi in presenza anche di un solo contagio.

Per quanto concerne, invece, i numeri della pandemia si registra la diminuzione del tasso di positività: a fronte dei 211.778 tamponi processati, la percentuale dei positivi è al 5,9%, con una riduzione dello 0,4% rispetto a sabato. Le vittime sono 377, i guariti 16.510. Scendono i ricoverati nelle terapie intensive: -17 rispetto all'altro ieri. Il totale è di 2.503. Scende sotto la soglia critica la percentuale dei posti lettooccupati in intensiva: è al 29%. L'ultimo aggiornamento per le terapie intensive evidenzia, infatti, un calo dal 31% dello scorso 13 gennaio, al 29%. Diminuisce anche l'occupazione dei letti in area non critica, che si attesta al 36%. Anche in questo caso, al di sotto del livello di criticità fissato al 40%. —


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