Sul tavolo recuperi formativi per 300 milioni
La situazione è delicata, alla luce anche dei primi campanelli d’allarme suonati dalle ricerche internazionali in Usa, Olanda e Francia, dove sono emersi gap formativi stimati in un range dal 35 al 50% in matematica e nella propria lingua rispetto agli studenti degli anni prima
Eugenio Bruno e CLaudio Tucci
Il governo è pronto a mettere sul piatto oltre 300 milioni per recuperare i gap formativi dovuti alla troppa didattica a distanza. Un eccesso segnalato di recente anche da un paper di Bankitalia.
Il sasso nello stagno è stato lanciato dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che, nei giorni scorsi, ha parlato della necessità di un «piano» per i «ristori formativi» a favore degli studenti costretti, dal 5 marzo 2020, a una “scuola a singhiozzo” per via del virus; considerato anche il sostanziale flop dei corsi di recupero dello scorso settembre, che in moltissimi istituti neppure si sono fatti per via della indisponibilità dei docenti.
Del resto, la situazione è delicata, alla luce anche dei primi campanelli d’allarme suonati dalle ricerche internazionali in Usa, Olanda e Francia, dove sono emersi gap formativi stimati in un range dal 35 al 50% in matematica e nella propria lingua rispetto agli studenti degli anni prima allo stesso punto del programma, con variazioni in base al grado di scuola: peggio al primo ciclo, un po’ meglio alle superiori. In Olanda, ad esempio, in otto settimane di lockdown si è perso circa il 20% del progresso previsto per l’anno scolastico. Se in Italia le cose fossero andate in modo analogo (e non ci sono motivi per non pensarlo) gli esperti stimerebbero una perdita di apprendimenti superiore al 30% (il nostro Paese ha avuto più settimane di lockdown). E senza dimenticare l’abbandono scolastico e i disagi psicologici che stanno aumentando tra le fasce giovanili a causa del deficit di contatto fisico e socialità.
Proprio per non rischiare di “perdere” una generazione di studenti, Lucia Azzolina sta premendo per far entrare nel decreto Ristori, atteso a giorni, un pacchetto di misure da oltre 300 milioni. La fetta principale dei fondi andrà ai corsi di recupero. Per gli istituti del primo ciclo (quelli più in difficoltà) le nuove risorse serviranno a mettere in campo «attività didattiche compensative», con particolare attenzione agli alunni delle realtà più colpite dal Covid-19, e quindi che hanno fatto “abuso” di Dad. L’idea, raccontano dall’Istruzione, è quella di realizzare «corsi di consolidamento e recupero degli apprendimenti in presenza», da tenersi in orario extracurriculare, in primo luogo sulle competenze di base. Per quanto riguarda invece le scuole superiori, si punta a mettere in campo «iniziative di integrazione, recupero e sostegno degli apprendimenti», secondo quanto previsto dalle disposizioni vigenti in materia di attività di recupero; e a realizzare «iniziative dirette al contrasto della dispersione scolastica generata», che proprio nel secondo ciclo di istruzione, e aggravata dal coronavirus, sta aumentando con preoccupazione.Con i restanti fondi del pacchetto Istruzione (si parla di 68 milioni ma la cifra potrebbe cambiare) si punterà a realizzare una corsia preferenziale per i tamponi rapidi e contact tracing, e a potenziare le attività di inclusione e di supporto e assistenza psicologica ai ragazzi.
Gli oltre 300 milioni destinati a confluire nel prossimo Dl si sommano ai primissimi 5 milioni inseriti nel precedente decreto Ristori, convertito in legge prima di Natale. Risorse, fanno sapere sempre dall’Istruzione, che coinvolgeranno 1.500 istituti che potranno così avviare tre moduli da 25 ore con cui rafforzare italiano, matematica, inglese.